13: Ricerche

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Mi svegliai quando la luce del sole, già alto, che entrava dalla finestra mi puntò dritto in faccia. Mugolai cercando di cambiare posizione, ma mi risultò impossibile a causa di 90kg di muscoli che mi stringevano possessivamente a sé, schiacciandomi in parte la schiena sul divano e privandomi della sensibilità di tutta la parte sinistra del corpo.
Prima ancora di girare la testa e guardarlo in faccia, presi coscienza di ciò che era avvenuto la notte precedente e istintivamente mi toccai il collo nel punto in cui mi aveva marchiata, sorridendo involontariamente.

Nicholas si mosse con un respiro più profondo, ma non mi voltai per vedere se lo avevo svegliato fino a quando non mi baciò i capelli.

«Buongiorno» sussurrò con la voce impastata dal sonno passandosi una mano sul viso e tra i capelli, prima di riporla sul mio fianco

«Buongiorno» risposi sorridente

«Dormito bene?» mi chiese con una punta di malizia nella voce, ma soprattutto nell'espressione.

Sentii le gote andare a fuoco e diversi flash della nottata passarmi a intermittenza davanti agli occhi, risvegliando il mio bassoventre e, a sua volta, ciò che mi premeva su una coscia.

«Nicholas...»

«Sento la tua eccitazione bambina, non puoi sperare che il mio corpo non reagisca» rispose divertito

«Bambina?- chiesi crucciata- Ma sei serio?»

«Mm mm- annuì- ci alziamo?».

Non aspettò una mia risposta e si tirò su, consentendomi di muovermi e alzarmi in piedi. Appena feci forza sulle gambe, mi sentii incredibilmente debole e dolorante. Come se tutti i muscoli del mio corpo, soprattutto quelli degli arti, avessero perso la loro elasticità o capacità di movimento. A fatica mi allungai a raccogliere la maglia di Nicholas e le mutande, di modo che mi potessi mettere qualcosa addosso senza fare le scale.

«Abbiamo fatto più danni di quanto ricordassi» constatò il mio compagno sbucando dalla cucina vestito a metà

«Cioè?» chiesi trascinandomi a fatica da lui.

Tre sedie erano rovesciate sul pavimento, insieme a diversi soprammobili, alcuni dei quali, rotti. Il tavolo era ruotato di una ventina di gradi e su di esso c'erano i solchi provocati da degli artigli...i miei a giudicare dalla grandezza. Alcune mensole pendevano dal muro e la tenda della finestra era un mucchietto di tessuto a terra.

Ops.

«Ecco perché mi fa male tutto» sospirai dolorante.

Sul suo volto si dipinse un'espressione vittoriosa e lo redarguii con un'occhiata un istante prima che qualcuno bussasse alla porta.
Si diresse verso la porta ignorandomi, aprendo ad un ragazzo biondo dalla pelle molto pallida e poco più basso di lui, ma sicuramente più giovane, forse mio coetaneo.

«Stephan- lo salutò Nicholas scostandosi dalla porta- entra»

«Nichi ti ho aspettato tutta la mattina all'allenamento per riferirti quello che mi avevi chiesto di...- si bloccò quando calpestò il coccio di un vaso e, alzando lo sguardo, notò il caos che regnava e la mia presenza- controllare» terminò la frase senza nascondere la sorpresa

«Ho avuto da fare» rispose semplicemente il padrone di casa superandolo con una spallata bonaria e invitandolo con un cenno a seguirlo in cucina.

L'espressione di Stephan mutò lentamente in quella maliziosa e divertita di chi la sapeva lunga e voleva che gli venisse raccontato qualcosa.
Mi passai una mano sugli occhi e mi massaggiai le tempie rassegnata.

The Strategist [Beta's Saga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora