26: Doppiafaccia

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«Joshua?» chiese sorpreso Stephan

«Ci penso io» scattò Oliver verso la porta

«Oliver!- lo fermò Daniel- Non agire d'istinto» si raccomandò.

Il segugio annuì e mi rivolse un'occhiata che pareva un "non farlo nemmeno tu" ed annuii di conseguenza.

«La sera che sono arrivata lui ha visto me e Nicholas. La sera in cui ho detto a Nicholas cosa fossi, mi ha trovata, dicendomi che era stato detto alle sentinelle di riportarmi indietro» spiegai molto brevemente allo Zeta del branco

«In realtà aveva bisogno che tu rimanessi per informare Hiram che Nicholas aveva un punto debole- ragionò a sua volta Daniele ed io annuii nuovamente- Christian deve essere informato. Vado io- continuò il Beta dei Nightmare- non fate danni» bisbigliò poi uscendo.

Rimanemmo in tre: in piedi, fermi, guardandoci reciprocamente, in silenzio.

«È il motivo per cui sei rimasta in forma di lupo quando sei stata ferita, vero?» mi chiese Zalika con una nota di insicurezza nella voce.

Si stava riferendo al mio essere elementale e mi sentii ferita nel profondo, di nuovo.
Era una guaritrice esperta e una guerriera formidabile; una ragazza dal carattere esuberante, sicura di sé e determinata, ma in quel momento, con me davanti, provava timore. Timore di me.
Annuii e quasi mi venne da piangere.

Stephan mi si avvicinò e mi abbracciò. Rimasi interdetta da quella dimostrazione d'affetto quando poco più di mezz'ora prima avevo tentato di attaccarlo.

«Non lasciarti sopraffare da dolore e rabbia- mi sussurrò ad un'orecchio- hai una bella persona per cui vale la pena lottare».

Sorrisi contro la sua spalla

«Più di una a quanto pare» risposi sciogliendo l'abbraccio.

Vidi il suo ego crescere sul suo viso in un'espressione di soddisfazione e felicità.
Non c'era niente da fare: quel ragazzo riportava il buon umore. Probabilmente sarebbe riuscito anche a far ballare i cadaveri.

«Zalika, tu vieni?» le chiese dopo qualche istante, tornando serio.

Quando vidi gli occhi della lupa lampeggiare, intuii che Oliver doveva aver trovato Joshua. La riccia sollevò un sopracciglio come se la risposta fosse ovvia

«Almeno quattro calci nel culo da parte mia li deve avere» sbottò.

Questa è la mia ragazza!

«Allora andiamo».

Una volta usciti di casa, dimmi condussero ad una sorta di capanno poco lontano dal retro di casa di Nicholas. Sembrava una grande rimessa degli attrezzi, se non fosse stato per l'umidità e l'odore stantio che ci avvolsero non appena Stephan ebbe aperto la porta.

«Cos'è questo posto?» chiesi dandomi una veloce occhiata intorno, prima di seguire il biondo giù per delle scale che sprofondavano nel buio.

Vari oggetti di forma contundente erano appesi alle pareti, corde, catene, rastrelli, pale, cesoie...tutto estremamente sporco.

«La discarica» rispose Zalika alle mie spalle.

Mi sorpresi della luminosità del corridoio in cui mettemmo piede, dal piano superiore sembrava di scendere nel nulla, e soprattutto della quantità di celle presenti.

Ci incamminammo verso tre lupi e mi sorpresi di riconoscere tra di loro Jared, il lupo con cui mi ero scontrata al mio arrivo.

«Loro sono le sentinelle- mi sussurrò Zalika, fiancheggiandomi- Jared dovresti riconoscerlo, gli altri sono Colin, quello pelato, e lo spilungone è Charlie»

«Steph- chiamò quest'ultimo lo Zeta- si può sapere che cosa è preso a Oliver?»

«Perché Joshua è in cella?» chiese a ruota Jared

«Ragazzi...» li richiamò con rassegnazione Colin, probabilmente essendo a capo delle sentinelle.

«Nicholas è a Bira per colpa sua, vi basti questo» asserì Stephan

«Ma come è possibile?» chiese ancora Jared

«Se la cosa ti disturba, puoi sempre occupare la cella accanto» intervenne Oliver, comparendo alle sue spalle e rivolgendogli un'occhiata di fuoco.

È decisamente mio fratello.

Stephan si fece da parte, facendomi cenno di andare

«Non lo uccidere» mi disse semplicemente.

Feci un profondo respiro e oltrepassai le sentinelle, seguendo Oliver dentro alla cella.
Era spaziosa e più pulita di quanto mi potessi aspettare. Non ci misi molto a notare le artigliate sulle pareti e sul pavimento di pietra, quest'ultimo attraversato da profondi solchi tra un pietrone e l'altro, funzionali alla raccolta del sangue, dedussi molto velocemente rabbrividendo.

Joshua era inginocchiato a terra, con mani e piedi legati da una semplice corda, che mi guardava freddamente.
Non c'era niente del ragazzo che avevo conosciuto nella sua espressione. Assolutamente niente.

«Cosa volete farmi? Torturarmi? Non servirà a niente» sorrise

«Perché lo hai fatto?» chiesi semplicemente

«Perché Fiamma Nera ha bisogno di assassini, di mostri, al suo fianco e il tuo caro Nicholas é uno della peggior specie» disse serafico.

Il pugno che Oliver gli assestò in faccia lo fece voltare e sputare sangue

«Devi solo ringraziare che non ci sia lui qui ad interrogarti» disse con noncuranza girandogli intorno.

«Tempo una settimana e non si ricorderà neppure il tuo nome» continuò Joshua rivolgendosi a me.

Il sangue cominciò a pulsarmi rabbiosamente nelle vene, mentre Oliver gli sferrava un altro cazzotto

«Sei stato tu ad attaccare Sam alle spalle il giorno dell'agguato, non è vero?» chiesi ancora

«Se è per questo ho fatto anche in modo che prendessero Leonard la seconda volta, anche se non pensavo che lo aprissero come una mela» sorrise di nuovo.

Non ebbi neppure il tempo di pensare che Oliver si fermò dietro di lui e gli ruppe contemporaneamente entrambe le braccia in tre punti diversi con due movimenti veloci.
Lo schiocco delle ossa spezzate e il grido di dolore che Joshua urlò, mi rimbombarono nella testa rimbalzando tra le pareti.

Non provai pena per lui, né mi importò del suo dolore. Per un istante mi ritenni un mostro. Per un istante.

Mi avvinai a lui mentre ancora si disperava e cercava di trattenere il dolore e lo presi per il collo, sollevandolo da terra e mettendolo in piedi.

«Hai tradito il tuo branco, il tuo Alpha, il tuo Beta e il tuo Gamma. Hai tradito chi ti considerava un amico per qualcuno che ti considera una pedina- lo spinsi al muro e inspirai il suo odore per capire che cosa stesse provando- sai che non uscirai vivo da qui, ma sei convinto che niente possa essere peggio di cosa ti farebbe Hiram- chiusi gli occhi, facendo fluire tutto ciò che provavo in quel momento, sentii la porta della cella aprirsi e chiudersi alle mie spalle, segnalandomi l'uscita di Oliver e facendomi sorridere- lascia che ti mostri quanto ti sbagli».

The Strategist [Beta's Saga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora