17: Vecchi nemici

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Stava per ribattere, era evidente, ma Stephan intervenne prima che potesse farlo

«Nichi, lasciala in pace dai» arrivò sorridente da noi trotterellando come un bambino

«Non ha bisogno dell'avvocato difensore» lo redarguii con un'occhiata, ma lui mi ignorò bellamente, portando la sua attenzione su Blair

«Ti dispiace se lo porto via per un po'?»

«Non riportarlo» scosse la testa speranzosa, facendo scoppiare a ridere Stephan e facendomi emettere un ringhiò di disappunto.

Come volevasi dimostrare mi rivolse un sorriso sornione, sfidandomi a ribattere

«Comunque Arielle ti cercava- intervenne nuovamente Stephan- se è tua la torta al caramello, credo che Cami se ne sia innamorata».

Gli occhi di Blair brillarono d'entusiasmo. Solo la Dea della Luna sapeva quanto potesse essere ingenua.

«Vado a cercarla» annuì sorridente

«Stai attento» disse poi rivolgendomi un'occhiata veloce.

Forse non così ingenua dopotutto.

Aveva capito che Stephan voleva parlare in privato con me di qualcosa che aveva scoperto. E forse aveva anche intuito che quel qualcosa non mi sarebbe piaciuto per niente.

Annuii con un cenno della testa. Solo allora se ne andò.

«Andiamo» dichiarai, invitandolo a guidarmi.

Attraversammo la Casa, ma prima di uscire dalla zona comune mi voltai, cercando Christian con lo sguardo.
Lo trovai a fissarmi esattamente dall'altra parte del grande spiazzo in cui tutti erano radunati

«Fai rapporto appena torni se ci sono problemi» mi ordinò prendendo Bella in braccio, ma senza interrompere il contatto visivo con me

«Appena capisco cosa ha allarmato le sentinelle» annuii allontanandomi.

Non appena entrammo nella boscaglia sentii un leggero odore di sangue e zolfo. Guardai Stephan per chiedere spiegazioni, ma il biondo scosse la testa

«Devi vederlo».

Potevo percepire il suo dolore e perfino una punta di paura, cosa che mi allarmò ulteriormente. Stephan poteva essere un coglione la maggior parte del tempo e il giullare del branco per il restante, ma se c'era bisogno di tirare fuori gli artigli era in prima linea, diventando una belva.
Cominciammo a camminare nel silenzio più totale della vegetazione

«Oliver, tieni le orecchie tese e i sensi in allerta»

«Intrusi?» chiese il mio secondo

«Sono ancora qui- annuii mentalmente- avvisa Daniel- l'odore di zolfo aumentava esponenzialmente ad ogni metro percorso- Voglio tutti i lupi abili a combattere sparpagliati per la Casa. Ogni via di accesso deve essere presidiata. Può essere tutto come niente, ma...»

«Ci penso io» tagliò corto Oliver.

Se c'era una cosa che sapeva fare dannatamente bene, era intuire le minacce in base agli ordini che riceveva.

Stephan respirò profondamente prima di percorrere quelli che poi scoprii essere gli ultimi due metri.
Da dietro un albero poco davanti a noi sbucò Joshua, che senza degnarci di uno sguardo, si inginocchiò a terra a vomitare

«Ma che diamine...» cominciai, ma Stephan mi mise una mano sulla spalla

«Non tutti siamo abituati a quello che c'è lì dietro».

L'avrei presa come una battuta sarcastica per la reazione della sentinella, ma per qualche ragione non c'era niente di divertente nel tono usato dal ragazzo. Mi avvicinai, superando Joshua e venendo travolto da un tanfo insopportabile di sangue e zolfo. Quasi pizzicava gli occhi per la sua intensità improvvisa.

Palle di pelo e sangue ovunque, e poi, inchiodato a un albero, aperto a metà è ricoperto di zolfo, c'era Leonard nella sua forma animale.

Bradley era fumante di rabbia, ad un passo dalla trasformazione, mentre fissava il corpo senza vita dell'amico. Sam entrò nella piccola radura dal suo versante, rimanendo shockato almeno quanto Joshua.

Io provai un moto di terrore puro alla vista del corpo della sentinella. Lo zolfo era stato usato per rallentare la decomposizione e permetterci di trovarlo in quelle condizioni. Uno stupido avrebbe pensato ad un avvertimento, ma sapevo perfettamente quali lupi usavano quella tecnica: ero stato uno di loro.

«Al branco- ordinai con un sussurro- Veloci!» aggiunsi superando Stephan, rimasto sul limitare degli alberi, e trasformandomi.

Il primo a seguirmi fu Bradley. Non ci furono dubbi.

«LORO SONO QUI!» tuonai nella mente dei miei fratelli e di Oliver.

***

Zalika mi allungò un bicchiere di spumante, mentre Cami, sporca di caramello, mi rivolgeva un sorriso dolcissimo

«Ne ha lasciata poco più di metà a tutti gli altri, credo che te ne chiederà una anche per il suo compleanno» disse Arielle tenendo in collo la figlia

«La prossima volta la facciamo insieme?» chiesi alla piccola

«SI!» esclamò entusiasta, facendo ridere tutte e tre.

«Finché Daniel non trova la sua compagna, sei ufficialmente la sua zia preferita a quanto pare» mi strizzò l'occhio Arielle

«Vedrò di rimanere tale anche dopo»

«Ti aiuto io» mi dette una spintarella la guaritrice del branco.

A cuor leggero sentii chiaramente un mattone sullo stomaco bloccarmi il fiato. Cambiai repentinamente umore, sentendo che qualcosa non andava. Mi voltai di scatto verso il resto del branco, cercando di capire se fossi stata l'unica a provare quella sensazione

«Blair, tutto bene?» mi chiese Zalika poggiandomi una mano sulla spalla

«Non lo so- ammisi continuando a cercare qualcuno- ho una brutta sensazione- farfugliai- come se...- i miei occhi incrociarono quelli di Oliver- é Nicholas» sussurrai, mentre il segugio, con un cenno d'assenzo, si trasformava.

Christian ci raggiunse con Bella, consegnando la figlia minore alla madre

«Portale da Josephine! Sono tornati!»

«Cosa?!» chiese Zalika ringhiando

«Ma come...?» Arielle era senza parole

«Vai!- le ordinò l'Alpha- Ho bisogno di te al mio fianco» aggiunse con un tono più dolce.

La moglie non se lo fece ripetere due volte. Prese Bella per mano, scomparendo tra altre madri che accompagnavano i bambini in un luogo comune sicuro a quanto potevo vedere; mentre il resto del branco sembrava essere calato in un caos di ringhi e richiami urlati da una parte all'altra della Casa.

Alcuni si erano già trasformati, altri prendevano le strade ghiaiose in diverse direzioni ancora in forma umana ed io non sapevo cosa fare.

«Chi ci sta attaccando?» chiesi a Christian, che mi sorpresi di veder preoccupato

«Un branco di lupi senza onore e dignità che si è alleato con i bracconieri molto tempo fa» rispose Zalika con i nervi a fior di pelle.

Un solo nome mi venne in mente e quel nome mi fece rivolgere tutti i miei pensieri a Nicholas, capendo in un istante che quello che avevo percepito era un decimo di ciò che stava provando lui

«I lupi di Bira» sussurrai.

Nessuno mi smentì.

The Strategist [Beta's Saga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora