Cap.11

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È lunedì mattina. Le lezioni incominciano. La campanella suona trionfante e tutti escono dalle stanze per andare nelle aule adibite ai loro talenti. Tutti tranne me e Fede.

-No! Ho dimenticato di comprare una penna! La mia ha finito l'inchiostro- si lamenta con le mani tra i capelli.

-Se per quello, io non le ho portate nemmeno- Fede mi guarda truce.

-Siamo una più sbadata dell'altra. Chiederemo a qualcuno in classe, presto corriamo!- mi spinge per i corridoi a muovermi. Cerco di tenere il passo ma risulta difficile.

-Questa è l'aula della classe canto, busso io o bussi tu?- la indico con il dito. Alza gli occhi al cielo e bussa alla porta chiusa.

-Avanti- entriamo mentre la professoressa castana è seduta.

-Carmen e Federica, le due ritardatarie. Carmen è compatibile, è il suo primo giorno qui ma Fede?- la professoressa finge di essere arrabbiata ma poi sorride per farci capire che si tratta di uno scherzo.

-Sedetevi, non preoccupatevi- Fede trova posto vicino una ragazza con una coda di cavallo nera. Purtroppo siamo dispari, dovrò starmene da sola in un banchetto singolo. Mi dirigo verso di esso, posto in fondo all'aula, nel dimenticatoio insomma.
Tolgo lo zaino mentre la professoressa distribuisce dei fogli.

Qualcuno bussa nuovamente alla porta. Aprendosi, appare sulla soglia il ragazzo con le piume.

-Mi scusi, non ho sentito la sveglia- la professoressa gli fa cenno di sedersi ma lui non trova posto.

-Serve un banco in più. Starai insieme a Carmen visto che sta da sola- lui mi guarda e mi sorride con i suoi occhi verdi. Ricambio il sorriso imbarazzata.

I bidelli portano un banco nuovo con due sedie mentre quello singolo viene trasportato fuori.
Mi siedo al fianco del ragazzo che sfila le cuffie dalle orecchie e le mette nella sacca dello zaino. Prendiamo visione del foglio.

-Questo è un lavoro a due. Voglio che mi rappresentate sul pentagramma le note musicali in ordine, non verrà valutato come verifica ma come test d'ingresso per i nuovi arrivati. Inoltre ci tengo a informarvi del mio cognome, sono la professoressa Amoroso ma volendo potete chiamarmi anche semplicemente professoressa Alessandra. Buon lavoro-.
Che carina questa prof! È la dolcezza fatta persona.

-Incomincio io?- chiede il ragazzo, impugnando la matita. Sul suo braccio sinistro è tatuato un serpente a due teste.

-Va bene- disegna sul pentagramma la sua nota, poi passa il foglio a me.

-Potrei usare la tua matita? Ho dimenticato l'astuccio- mento.

-Certo! Prendi pure!- prendo la matita dalle sue mani e nel farlo sfioro la sua pelle. Non è successo nulla di particolare eppure quel contatto mi fa accelerare i battiti.
Disegno la nota e percepisco il suo sguardo incombere su di me.
Non mi sono mai sentita tanto a disagio in vita mia. E non è perché è un bel ragazzo perché per me quello non conta, è la sua presenza in generale.

-Grazie, tocca a te- gli restituisco il foglio ma lui continua a guardarmi.

-Qualcosa non va?- gli angoli della sua bocca si alzano.

-Nulla è che... sei davvero carina- temo che a breve mi sentirò male.

-Grazie anche tu sei figo... cioè carino, intendo carino- mordo l'interno guancia. Cosa penserà di me dopo questo? Sono una cretina che non sa spiccicare due frasi di senso compiuto.

-Onorato detto da te- spero che la mia reazione non appaia ridicola davanti a tutte queste lusinghe. I complimenti fanno piacere ma non vorrei sembrare presuntuosa.

-Grazie- rispondo, disegnando una sol con il gambo verso il basso.

-Ti rechi spesso ai dormitori maschili?- domanda con una risata tanto profonda da scaldarmi il petto.

-Io? No, cioè ieri sera ho sbagliato corridoio. Credimi, non era mia intenzione...- dico per evitare di passare per una pervertita.

-Ti credo, non preoccuparti- mi rassicura con un dolce sorriso.

-Scrivi?- gli chiedo per sviare il discorso. Ha la faccia di un cantautore. Di solito ci prendo su queste cose come Fede.

-Esatto. È così evidente?-

-Abbastanza evidente-.
L'ora termina, la professoressa Amoroso viene a ritirare i compiti svolti. Con lei passeremo un'altra ora in un'aula diversa con microfoni e casse. Tutti si alzano in fila per uscire.
Irama fa per salutarmi ma una ragazza con le lentiggini si piazza davanti a lui, impedendomi di ricambiare il saluto. Vado da Fede.

-Ti è andata bene! Stai vicino al belloccio!- mi dà una spintarella.

-Mica tanto...- capisce al volo osservando la scena della ragazza dai capelli scuri a braccetto con lui.

-Quella è una gatta morta. Nicole. Non ci fare caso- allunga un braccio sulla mia spalla, Irama e Nicole passano davanti a noi. Lei mi scruta dall'alto in basso.
Una strana sensazione mi annoda lo stomaco. Che mi succede?

Salve!
Nuovo capitolo! Come vi sembra?
Sopportate Nicole? Irama e Carmen insieme non sono dolcissimi?
Commentate in tanti! Ho letto commenti davvero carini e mi fa piacere riceverne. Siete grandissimi!!  Mi sto affezionando tanto a questa storia e terminare un capitolo è sempre più difficile. Ci vediamo presto con il nuovo, grazie di tutto!
Baci.
Mya❤

𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora