CARMEN'S POV
Sono chiusa come una carcerata nella mia stanza. Non so per quanto tempo andrà avanti questa sospensione ma mi irrita il non poter uscire. Sto guardando Fede che si veste per presentarsi in aula, vorrei accompagnarla.
-Non fissarmi così, ci sto di merda già da me- puntualizza schiarendosi la voce.
-Non è colpa tua-
-È colpa mia, invece- insiste ed io mi puntello sui gomiti perché non capisco dove voglia andare a parare.
Fede rigira i pollici e si alza sulle punte. Di solito questo comportamento lo assume quando mi deve rivelare un segreto.-Filippo ha fatto un accordo con Nicole, lui non è interessato a te- dichiara frettolosamente.
-Come scusa?-
-Non te lo ripeto, hai capito benissimo- tira su col naso rivolgendo l'attenzione a una macchia sul pavimento e non a me, che le sto di fronte.
-Tu lo sapevi da quanto?- lei finge di non avermi sentita, prende il suo cardigan ed esce dalla nostra stanza innervosita. Ma che le prende?
Affondo la testa sul cuscino pensierosa. Ho accusato Pippo di qualcosa di cui non era colpevole ma intendo fare chiarezza sulla questione.
In pigiama socchiudo la porta. Questo è uno dei momenti migliori per girare tra i corridoi perché i professori e gli alunni sono a lezione e i sorveglianti incominceranno i loro turni più tardi. L'unico problema potrebbe essere rappresentato da chi svolge le pulizie nelle camerd, per cui devo stare molto attenta a non farmi scoprire.
Quatta quatta come una gatta silenziosa busso alla camera di Pippo sperando che sia dentro.
Mi apre con una faccia sconvolta, due occhiaie mostruose e quel bel livido del pugno di Irama ancora evidente.
-Dimmi tutta la verità- gli impongo e lui mi spiana la strada per permettere il mio accesso.
IRAMA'S POV
Mi siedo sul piatto doccia lasciando che l'acqua mi scorra addosso.
Da ieri non faccio altro che pensare a Carmen e alla frase che mi ha detto.
Non la merito affatto. Lei è troppo per me. Non ha difetti, è bella, brava, e quelle fossette che le appaiono agli angoli della bocca mi fanno morire.
Le adoro. È tanto spontanea che mi verrebbe voglia di proteggerla, è pura come una rosa bianca, ho paura di farla soffrire. È il mio cruccio da stanotte. La mia situazione è complicata, mia madre, Nicole, i suoi genitori. È tutto un bordello ma quando la vedo dimentico persino quanto incasinata sia la mia vita.
Non le posso dare le certezze che merita, non le posso dare un petto caldo che la consoli giorno e notte, non le posso garantire nulla, eppure sarò anche un bastardo ed egoista ma pretendo che non sia tra le braccia di nessuno se non le mie.
Quel Filippo che le metteva le mani addosso mi ha fatto andare il sangue al cervello. Non c'ho visto dalla rabbia. Se non fosse stato per l'intervento di quei docenti gliene avrei date ancora e ancora.
Lei è mia, ed io sono geloso di ciò che è mio, come lo ero di mio fratello.
Ad un certo punto odiavo Nicole, lui si chiudeva nella nostra camera con lei e passavano lì le ore, venivo messo da parte, quindi mi mettevo a scrivere perché ero frustrato e incazzato con Nicole che mi stava portando lentamente via mio fratello.
Non so se sono innamorato ma sicuramente provo qualcosa di profondo per Carmen, però c'è una parte di me che ha paura di illuderla.Infilo le ciabatte e l'accappatoio alzando il cappuccio sulla testa.
Ho bisogno di vederla adesso, la voglio come non mai.
Apro la porta e guarda caso lei è appoggiata ad un muro, a pochi passi da me. La vedo parecchio preoccupata, ne ignoro il motivo.-Carmelita, sei venuta a cercarmi?- nell'udire il mio nome sussulta.
Poi mi sorride da lontano, prima che possa prenderla in braccio.-Irama, dove mi porti?- chiede soffocando un gridolino.
-Nella mia camera- ribatto. Chiudo a chiave e la appoggio al centro del letto.
Avverto il suo respiro divenire corto.
Mi sdraio sul suo corpo.-Spero di non schiacciarti- in risposta scoppia a ridere.
-Semmai schiaccio io te se ti monto sopra-
-Vuoi provare?- indugio con il dito sotto la maglietta del suo pigiama.
-Ehm... preferirei di no- le bacio le fossette e poi le labbra carnose.
-Tu lo vuoi?- chiede all'improvviso.
-Volere cosa?- rispondo alzando la testa.
-Questo, sicuro?- mi specchio nei suoi occhioni marroni da cerbiatta, cogliendo un po' di paura.
-Non ti farò nulla, mi basta starti vicino- lei mi accarezza i capelli bagnati.
-A me questo non basta- prorompe osservando la gocciolina sul suo palmo. Mi sposto all'angolo del letto.
-Hai cambiato idea?-
-No ma se stiamo insieme tu devi lasciare Nicole- dice portandosi le ginocchia al petto.
-Non posso...-
-Perché?-
-Perché mia madre mi impedirebbe di vivere-
-Tua madre non ha potere e poi avrai me. Non vuoi che ci fidanziamo? Se mi hai baciata una ragione ci sarà!- esclama in cerca di risposte.
-Io non ho detto di amarti- mi difendo, commettendo un terribile errore.
-Cosa? Allora vuoi stare con quella vipera? Lo sai che ha fatto? Ha costretto Pippo ad avvicinarsi a me promettendogli dei soldi che gli servivano! E capisci pure perché l'ha fatto? Per farci allontanare! Con chi vuoi stare ora? Me o lei? Scegli!- m'impone aspettando che esca qualche suono fioco dalla mia bocca.
Non riesco purtroppo.-Hai ragione su tutti i fronti ma...-
-È quel ma che non dovrebbe essere pronunciato Irama, mi hai delusa- afferma sul punto di crollare in lacrime. Le afferro il polso per impedirle di muoversi.
-Scusa-
-No, non ti scuso- la avvicino a forza a me, spingendola sulle mie gambe, -ti odio perché ti amo, troppo. -
Ciao!!
Piaciuto questo capitolo?
Scrivete nei commenti, votate e commentate. Manca poco ormai, davvero molto poco alla fine di questa storia. Non so quanti altri capitoli scriverò, quindi se me lo chiedete non posso darvi un numero preciso ma sono pochi sicuramente. Grazie a chi l'ha letta dall'inizio e sta continuando a farlo.
Vi voglio bene,
Mya❤
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𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀
Hayran KurguCarmen Ferreri, una diciottenne con un sogno nel cassetto: diventare cantante. Una famiglia numerosa, un padre quasi assente. Carmen vive la sua vita chiusa in cameretta a cantare canzoni, studiare e scrivere testi. Un giorno, grazie all'aiuto della...