Cap.15

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Entro in aula con lo zaino appoggiato sulla spalla. Valentina mi aspetta con un falso sorriso già seduta, mi fa cenno di prendere posto sulla sedia.

-Buongiorno Carmencita! Come hai dormito stanotte?-

-Bene, il solito- Fede è seduta dietro di noi per cui mi volto ignorando la mia compagna di banco che tenta di parlarmi. È falsa, vuole che ammetta che mi piace Irama per andarlo a spiattellare alla sua adorata Nicole ma non lo farò mai, soprattutto perché a me Irama non piace, perlomeno non ora.

-È odiosa giuro- mimo con le labbra e accennando con gli occhi a Valentina.

-Un po' di pazienza, la settimana prossima chiedo se puoi sederti vicino a me- mi rassicura Fede.

-Davvero? Sarebbe un miracolo! Grazie Fede- mi sporgo per abbracciarla ma l'ostacolo del banco impedisce di abbracciarci come vorremmo.

Stamattina lezione con la professoressa Emma Marrone.
Siamo un po' spaventati perché le lezioni con lei sono abbastanza toste.
È una persona che non ama ripetere più di due volte le cose e non tollera di non essere ascoltata durante le spiegazioni. Ha buttato fuori un paio di alunni l'ultima volta. Non vola una mosca mentre lei parla. Sposto lo sguardo sulla fila opposta alla nostra, quella dall'altro lato dell'aula dove un tempo ero seduta con Irama.
Il suo posto è vuoto. Non me ne sono accorta! Cosa gli sarà successo?
Sono preoccupata per lui. Il suo migliore amico Einar mi disse una frase strana sulle ombre del passato e credo possa avere a che fare con la sua assenza di oggi. La cosa strana è che il giorno dopo a lezione con Moro c'era e sembrava stesse bene.
Potrebbe aver finto però.

Quando è il momento di andare in mensa, afferro la mano di Fede mentre Nicole e Valentina ci superano lanciando occhiate languide.

-Snob ai massimi livelli- commenta Federica prima di attraversare abbracciate il corridoio.

Il pomeriggio lo dedico a studiare il brano che la Marrone ci ha assegnato per il sabato. Una canzone di Loredana Bertè. Mio padre ne sarebbe tanto contento, lui l'adora. Mi chiedeva spesso di cantargli qualcosa quando tornava a casa. Mi manca troppo, accidenti! Chissà cosa starà facendo in questo istante...
Una cuscinata in testa direttamente partita da Fede mi scuote dai pensieri.

-Faccio un sonnellino, non cantare eh? Te la studi più tardi la canzone....-

-Ma...!-

-Niente ma, chica. Rispetta la mia volontà, è da due giorni che non dormo- decido di prendermi una pausa anch'io, così mi accuccio al suo fianco e dormo.

Mi sveglio che sono le otto di sera mentre Fede è già alzata e sta mettendo a posto i suoi libri.

-Hai finito? Non dormivo così tanto da quando sono venuta a Roma!- ammetto stroppocciando gli occhi.
Sono ancora mezza assonnata.

-Si. Tocca a te studiare. Non ti ho voluta svegliare, prego sua maestà- la guardo di sbieco. È tutta gelosia la sua. L'ha fatto apposta perché vuole che studio di notte come fa anche lei.
Pochi minuti più tardi in camera arriva la nostra cena portata dalla sorvegliante- cameriera.

-Uh! Bellissimo, proprio quello che ci voleva!- esclama Fede prendendo il vassoio.

-Niente sala mensa?-

-Ho preferito il servizio in camera, più veloce e più efficace!- scuoto la testa.
Ripulisco il mio piatto da cima a fondo.

-Gnam! Che bontà!- anche il pane è stato consumato.

-Vado a portare i piatti a Filomena, torno presto- dico inutilmente a Fede che sta con le cuffie e la musica alzata a tutto volume. Sono tutti chiusi nelle loro camere.

-Grazie Carmen- Filomena prende il piatto vuoto. È annoiata come sempre d'altronde. Il suo mestiere non la gratifica.

-Di nulla- replico tornando verso la mia stanza. Passando verso il ripostiglio sento come dei singhiozzi.
Sono interrotti e brevi ma si riescono a udire.
Appoggio l'orecchio alla porta.
Un sospiro e un gemito. Qualcuno starà male, devo controllare.
Abbasso la maniglia. È tutto buio.
Mi oriento appoggiando le mani al muro. Spero di non inciampare in qualcosa e farmi male. Una mano calda e due braccia forti mi sollevano da terra, spingendomi contro la parete. Caccio un urlo strozzato poiché qualcuno mi sta tappando la bocca per evitare che faccia rumore.

-Carmen, zitta-.
Conosco questa voce profonda, calda quanto una carezza.

-Irama? Che ci fai qui dentro?- sussurro contro la sua mano ancora sulle mie labbra. Non posso vederlo, percepisco soltanto la sua presenza.

-Non sono affari che ti riguardano- ribatte astioso. Perché si comporta così? Lascia la presa però so che è ancora di fronte a me. La mia attenzione è rivolta verso la serratura. Qualcuno sta armeggiando con la porta. Non fiato per paura di essere scoperta. Il suono termina in fretta, avvolgendogi nel silenzio dell'oscurità. Poi avverto un tonfo. Credo Irama stia abbassando la maniglia e spingendo contro la porta.

-Che fai? Sei pazzo!- dico ridendo.

-Ci hanno rinchiusi qui dentro e non è uno scherzo- ribatte. Vengo colta dal panico assoluto. Non è possibile, odio i luoghi chiusi. Ho delle crisi se ci resto per molto tempo. Mi ripeto che si tratta di un incubo. Magari dormo ancora in stanza con Fede e sto sognando tutto ciò. Chiudo gli occhi speranzosa ma quando li riapro sono ancora lì.

Ehilà!
Nuovissimo capitolo! Ragazzi è una bella situazione. Carmen e Irama soli soletti nel ripostiglio cosa combineranno? Se volete scoprirlo vi aspetto al prossimo aggiornamento martedì.
Commentate se vi è piaciuto, votate, vi aspetto!
Ci rivediamo presto!
Mya❤

𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora