Cap.33

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Sono giorni che non l'ho visto né sentito e temo che sia successo qualcosa di brutto. A lezione ho ricevuto delle occhiate velenose da Nicole e Valentina e anche a mensa, mi sono passate vicino guardandomi come se mi volessero uccidere. Spero con tutto il mio cuore che sia quello che penso, che Irama abbia snobbato Nicole perché ha scelto me. Sarebbe una grande soddisfazione e non perché io e lei abbiamo fatto una specie di gara a tenercelo stretto ma perché equivarrebbe ad avere una piccola conferma, visto che io mi sono già dichiarata e lui no.

Quel traditore di Pippo inoltre sta seduto al tavolo con loro, so che l'hanno invitato per dispetto ma dovrebbe almeno ricordare che siamo state noi le prime ad averlo accolto. Non mi aspettavo da lui un comportamento del genere visto e considerato che fino a poco fa diceva che eravamo "le sue migliori amiche".

-Che falso! E pensare che ho una cotta per lui- afferma indignata Fede prendendo a morsi il suo panino con il salame.

-Gliela faremo pagare, poi devo parlare con Einar dopo, devo sapere come sta Irama- dico con la fronte corrugata per il via vai di pensieri che prendono forma nella mia testa.

-Te lo scordi, cara!- annuncia di soppiatto Nicole prima di rovesciarmi il vassoio di spaghetti dritto sul capo. Tutti gli occhi sono puntati su di me, susseguono risate, schiamazzi, fischi e alcuni ci incitano addirittura alla lotta fisica.

Fede prende la sua cioccolata calda e gliela rovescia sul vestito così le urla aumentano di intensità prima che le due ragazze si ritrovino a terra a tirarsi i capelli.

-Basta Fede, vieni qua- la trascino verso me prendendola per la manica della maglietta di cotone ma tenta di ribellarsi.

-Stronza che non sei altro! Se ti prendo ti rovino... E tu Filippo scordati della mia amicizia- Fede si accanisce sui capelli di Nicole ma Maria e Filomena le bacchettano per farle rigare dritte e le spediscono in presidenza. Mi propongo assieme ad Einar e Filippo di aiutare a ripulire il disastro.

-Ti sei comportato di merda con noi, non hai capito che Fede è cotta di te?- bisbiglio a Filippo che è mortificato dalle parole che la mia amica gli ha rivolto e strabiliato dalla mia rivelazione.

-Davvero dici? Non me ne sono proprio accorto, che cretino!- si gratta la nuca, -cosa potrei fare per essere perdonato?-

-Andare da lei semplicemente e dimenticarti quella Valentina che è visibilmente non interessata a te- lo colpisco in pieno ma è meglio una cruda verità che una dolce bugia, nonno Giovanni lo ripete spesso.

Al termine dei nostri lavori, Einar mi prende per il gomito e spinge qualcosa nella sacca degli jeans, suggerendomi di non preoccuparmi perché Irama ha l'influenza e che se mi va, posso andare a trovarlo poiché l'ha lasciato che era sveglio nella sua camera. Annuisco e lo ringrazio della preziosa informazione, quindi a passo lento sgattaiolo fino alla sua stanza aprendola con la chiave che Einar mi ha messo in tasca.

La stanza ha un odore terribile ma non è questo a preoccuparmi, credo che lui stia delirando nel sonno per via della febbre. Mi inginocchio ai piedi del letto passando una mano sulla sua fronte bollente. L'istante successivo ha già gli occhi semiaperti.

-Carmen... ti stavo sognando- sorrido e gli accarezzo la guancia, -ho lasciato Nicole, puoi rallegrarti ora- scherza.

-Lo puoi dire forte. Hai impiegato troppo per capirlo-

-Si, ma l'avrei comunque lasciata- deglutisce e gli passo il bicchiere d'acqua, -come ti dicevo- continua leccandosi le labbra, -volevo che mia madre lo capisse, c'era una parte di me che non si voleva arrendere all'evidenza-

-Ma non avevi detto che lo facevi per la tua musica?- domando aspettando che finisca di bere.

-La usai come scusa per liquidarti, non ce la facevo a sopportare un altro litigio. Sono stato un bastardo ma avrei scelto la forma d'amore per cui vale la pena lottare e ne avrei cantato nelle mie canzoni perché una passione se è viva resta, e la mia musica ci sarà sempre, ma una persona non puoi trattenerla a forza- mi addolcisco, il mio cuore è fatto di zucchero filato. Voleva evitare la discussione e invano provare a convincere la madre.

-E tua madre? Non vorrà che tu continui per questa strada- mi fa un gesto come per zittirmi.

-Sono andato a vivere con Einar, non mi tiene in pugno, sono preoccupato solo per mia sorella e mio padre- ammette socchiudendo gli occhi un attimo -ho preso l'influenza perché di notte stavo in strada a camminare, come feci con te a Milano, sono fatto così quando i problemi prendono il sopravvento prendo e fuggo- gli poso un bacio sulla fronte. Le lancette dell'orologio scorrono tra una chiacchierata e un'altra. Come la notte chiusi in ripostiglio, io gli parlo della mia famiglia e l'assenza di papà, lui delle giornate a pesca con Arturo. Trovo che mi capisca quasi quanto Federica e ho la sensazione che per lui sia lo stesso. Appoggio la testa sul suo petto, mi addormento e al risveglio lui sta ancora riposando. Lo lascio con un altro bacio, stavolta sulla bocca, prima di chiudermi nella mia stanza a studiare per l'imminente interrogazione del giorno dopo.

Buon pomeriggio!
Come vi sembra questo capitolo?
Vi ho resi contenti pubblicando due giorni di seguito? Se vi è piaciuto commentate e votate, fatemi sapere cosa ne pensate. Manca poco alla fine quindi vi voglio attivi!!
Ci sentiamo presto.
Mya❤

𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora