CARMEN'S POV
Siamo tutti riuniti per il Santo Natale. Nonno Giovanni è a capotavola e già ha preso in mano la forchetta. La mamma sta rimproverando Andrea che fa tamburellare le posate sul tavolo. Non è educato ma ammetto che parecchie volte viene voglia anche a me di farlo. Suonano al campanello e corro ad aprire anche perché so di chi si tratta.
-Federica! Sei arrivata! Buon Natale- accolgo lei e la sua famiglia con un caloroso abbraccio, -datemi i cappotti e entrate pure, fate sempre come foste a casa vostra, mi raccomando. -
Loro si dirigono in cucina ed io vado ad appendere gli indumenti all'attaccapanni. La famiglia mia e di Fede sono molto unite. Non solo siamo vicini di casa ma praticamente abbiamo affrontato insieme gioie e dolori, si sono offerti di darci una mano quando ne avevamo bisogno e noi abbiamo sempre ricambiato con immensa gratitudine.
-Questo è il mio regalo- Federica mi porge una bustina rossa.
-E questo è il mio- ribatto consegnandole quella che reputo una sciocchezza e temo non possa piacerle, basta guardarci negli occhi per capirlo, un sacco di volte io ho sgamato lei e lei ha sgamato me perché si, ci conosciamo come i palmi delle nostre mani e un'occhiata serve a rendere chiare molte cose.
-Wow! Non ci credo, è bellissimo!- esclama Fede, ammirando il maglione con la bocca a forma di O. Le piace, sono stata fortunata.
-Fammi vedere che c'è qui- apro la mia bustina mentre lei indossa il maglione che le ho regalato. Trovo due biglietti di volo per Milano. La guardo interrogativa e lei scrolla le spalle.
-Mia mamma ha detto che per l'estero dovrò aspettare l'anno prossimo, per ora non possiamo permettercelo ma ci rifaremo, te lo prometto- ammicca nella mia direzione.
-Scherzi? Questi biglietti sono il massimo! Non sono mai stata a Milano, per me è una gioia troppo grande- batto le mani e i piedi in preda alla felicità.
-E ti dirò, non saremo sole- rivela Federica prima di portarsi alla bocca una fetta di prosciutto dal piatto degli aperitivi.
-Chi ci sarà?- chiedo ansiosa. Ha fatto tutto di nascosto, tipo agente in missione, è stata bravissima a non farsi scoprire. Abbiamo passato i giorni insieme, non ci siamo staccate un attimo e lei non ha dato il minimo accenno alla cosa, questa si che è una sorpresa coi fiocchi!
-Filippo, Irama e l'amico di Irama, sono di quelle zone loro tranne per Filippo che abita vicino Napoli- credo che il mio cuore stia per scoppiarmi in petto dopo quello che ha detto. Io e Irama a Milano? Non mi sembra possibile, non ci posso credere
IRAMA'S POV
Intono uno dei pezzi che ho scritto l'altra volta pensando a lui. Si chiama "Un giorno in più" e finora è tra i migliori che ho scritto. Potrei sembrare un pazzo adesso ma a volte percepisco la sua presenza, quasi mi spingesse ad andare avanti in quei giorni in cui resto bloccato in un punto, come aspettassi il momento esatto in cui lui venga a darmi forza perché ne ho un disperato bisogno, lui è stato la mia roccia, io invece ho sempre avuto la consistenza di una piuma. Tanto delicata, pronta ad essere schiacciata però lui mi diceva che le piume se le tocchi ti offrono una carezza sulle dita, non sono come le spine che sono piccole e pungono. Le piume volano perché sono degli uccelli e sono simbolo di libertà. Lui mi chiamava "Piuma", voleva prendermi in giro ma io non mi sono mai arrabbiato perché lo diceva con dolcezza e non malizia. Ecco il motivo di queste piume, le porto perché lo sento vicino quando le indosso, rappresentano la mia identità musicale e tutto quello che abbiamo condiviso insieme.
-Filippo, mamma deve parlarti- Jolanda irrompe nella mia stanza, spezzando il flusso di pensieri.
-Si, scendo subito. -
E adesso che vorrà? Spero che non si tratti di Nicole perché altrimenti divento una belva. Non voglio vederla fino all'inizio della scuola. Sto arrivando a non sopportarla e so che non è carino il mio comportamento ma mi sta appiccicata come un'ape col nettare. Non siamo fidanzati ma lei è convinta che sia così, l'ha scelto da sola.
-Mamma- è voltata di spalle verso la finestra.
-Mentre tu eri sopra è venuto quel tuo amico cubano...-
-Einar! Dov'è?- domando cercandolo nella stanza con lo sguardo. Voglio assolutamente vederlo, mi è mancato in questi giorni, come le buffonate che inscenavamo dopo aver bevuto la sera. Rientravo a casa ubriaco fradicio e mio padre lo sapeva, mi aspettava sveglio per paura che la mamma lo venisse a scoprire. Lui è un'altra pasta. Tutto cuore niente testa.
-L'ho mandato via, voleva che tu andassi a Milano con lui- risponde tranquilla come se nulla fosse. Il sorriso mi muore in volto.
-E perché l'avresti fatto senza darmi la possibilità di salutarlo nemmeno?- alzo i toni scocciato dal suo prendere decisioni evitando persino di consultarmi. I suoi occhi blu e gelidi restano impassibili.
-Non è gente che dovresti frequentare, se ci fosse stata Nicole allora si...- ho capito dove vuole andare a parare.
-Lei non c'entra nulla. Perché deve stare sempre in mezzo?- mi difendo sbattendo un pugno sul tavolo e facendo vibrare il vaso con i fiori.
-Perché era la ragazza di tuo fratello e tu sai quanto la sua famiglia ci ha voluti bene!- mi rinfaccia, -l'ingrato sei tu, dovresti per minimo portarle rispetto-
-Non mi piace, io non la amo, starò con una ragazza un giorno solo se me ne innamorerò- spiego sperando che capisca.
-Voi giovani parlate sempre e soltanto d'amore ma è solo dovuto al vostro essere ancora immaturi per capire che è un sentimento che non esiste, col tempo svanisce, secondo te io e tuo padre ci siamo sposati per amore e non per soldi?- domanda sarcastica. Non voglio continuare ad ascoltarla perché purtroppo con le parole ci sa fare e mi farebbe il lavaggio del cervello.
-Ascolta tua madre, Nicole è giusta per te-
-No, tu non cambierai le mie scelte, non influenzerai la mia vita- ribadisco stringendo i pugni.
-Allora dovrai ritirarti dalla scuola di musica e non andrai a Milano con il tuo amico cubano- minaccia con la serietà dipinta in viso.
-Non puoi farmi questo-
-Si, sono tua madre, posso eccome- detto questo mi congeda. La musica è tutta la mia vita, è la mia partner, io non posso separarmene.
-Se facessi venire anche Nicole a Milano, tu mi lasceresti andare?- intravedo una scintilla nei suoi occhi. Era questo che si aspettava di sentire.
-Certamente a patto che vi comportaste da persone civili-
-Allora va bene- salgo i gradini sconfitto.
-Bravo figliolo- queste parole riecheggiano nella mia testa, quella donna è una dittatrice spietata ed io la odio anche se mi ha messo al mondo.
Salve!
Adesso ci sarà qualcuno che mi proporrà di uccidere la madre di Irama lo so! Però adesso purtroppo mi serve e per quanto sia cattiva e arcigna ha un ruolo importante in questa storia. Nicole a Irama non piace ormai è chiaro a tutti ma il poverino è costretto a portarsela appresso come un cagnolino... Nel prossimo capitolo Carmen starà con Irama e poi... Non posso anticiparvi altro.
Che succederà?
A giovedì.
Un saluto,
Mya❤
STAI LEGGENDO
𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀
FanfictionCarmen Ferreri, una diciottenne con un sogno nel cassetto: diventare cantante. Una famiglia numerosa, un padre quasi assente. Carmen vive la sua vita chiusa in cameretta a cantare canzoni, studiare e scrivere testi. Un giorno, grazie all'aiuto della...