Cap.32

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CARMEN'S POV

Le vacanze di Pasqua sono finalmente arrivate e per l'ultima volta gli studenti della Talent's School di Roma sono rientrati nelle rispettive case per trascorrerle in compagnia delle famiglie. Sono contenta di rivedere i miei, papà e mamma si dicono entusiasti del mio percorso scolastico/artistico. Le interrogazioni svolte prima delle vacanze sono andate bene, me ne mancano poche per ottenere l'accesso all'esame di fine anno che consiste in una gara di canto tra i quattro talenti più bravi della classe. Questo vuol dire che nel caso venissi presa mi dovrò scontrare con dei tipi tosti che sicuramente mi farebbero a fettine. Comunque non demordo, da buona siciliana caparbia e determinata continuo a combattere per il mio sogno di diventare una cantante professionista. Questi mesi stanno volando alquanto in fretta e credo che a breve mi ritroverò catapultata alla fine dell'anno scolastico con tanti bei ricordi e emozioni vissute lì dentro. Ero partita come una semplice studentessa del liceo scientifico e sto pian piano raggiungendo mete inaspettate, prima di raggiungere quella maggiormente ambita e quindi un contratto discografico!

-La mia sorellina!- Stefania mi raggiunge sdraiandosi al mio fianco sul letto, -che sbirci sul telefono?- prima che possa scoprirlo me lo porto al petto.

-Non te lo farò vedere mai con quella lingua lunga che ti ritrovi!- le faccio la linguaccia mentre sbuffa, so che sta morendo dalla curiosità, è divertente osservare come si irrita facilmente.

-E dai! Dimmi una sola volta in cui ho parlato dei tuoi segreti con qualcuno- mi sfida alzando un sopracciglio. Si, in fondo è vero, poche volte ha rivelato le mie confidenze ma era piccola quando è successo. Posso perdonarla.

-Promettimi di non dirlo a nessuno- me lo giura con una mano sul cuore.

-Questo ragazzo qui- le mostro la foto di Irama, -mi sono perdutamente innamorata di lui ma è piuttosto complicato stare insieme, quindi non so dirti con certezza se è un fidanzamento o un semplice inciucio. Da parte mia c'è la voglia di andare oltre ma per lui è diverso- non continuo, aspetto una sua reazione. Stefania è molto matura nonostante i suoi sedici anni e non nego che per un consiglio mi sia rivolta a lei svariate volte. Ragiona di testa al contrario mio che sono tutta istinto. Devo ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre supportata e soprattutto sopportata nei miei continui cambi di decisione.

-Wow... Cioè, ad essere figo lo è, ma in che senso è complicato? Spiegami! Ho bisogno di sapere- traggo un sospiro profondo prima di raccogliere le idee.

-Quella che sto per raccontarti è una storia triste e personale. Per quanto è freddo e riservato lui mi ha meravigliato che abbia deciso di raccontarla proprio a me-

-Questo dovrebbe farti riflettere- m'interrompe lei, -continua sorella- mi incita battendo le mani elettrizzata.

-Ok, allora tutto è iniziato durante il nostro soggiorno a Milano-

IRAMA'S POV

Strappo un altro foglio e tempero la mia matita. Un testo nato all'improvviso, così su due piedi. A me l'ispirazione arriva dal nulla, parte da un'idea fissa a cui si susseguono immagini, suoni ed emozioni fino ad giungere al quadro completo. Come un pittore sulla sua tela, io sono il pittore delle mie idee su un foglio nudo. Deve essere perfezionato ma appena avrò tempo sicuramente mi dedicherò a questo.

Purtroppo mi stanno chiamando per la cena in famiglia, a cui prenderanno parte anche Nicole e fortunatamente Einar. Chi avrebbe sopportato quelle due, mia madre e Nicole, senza un minimo di supporto psicologico?

-Filippo sempre in ritardo- commenta la padrona seduta a capotavola. Con un cenno del capo mi siedo al mio posto situato alla destra di Nicole, faccio l'occhiolino ad Einar che invece è alla mia sinistra.

-Ringraziamo Dio per il cibo che ci ha donato anche oggi- chiudiamo gli occhi e mia madre con la sua voce roca si esibisce in una splendida preghiera. Una donna di fede che impone al figlio cosa fare, comanda a bacchetta e pretende di essere costantemente esaudita non penso che stia avendo un comportamento consono agli occhi del Signore.

Le portate sono relativamente misere ma in fondo meglio della zuppa o della brodaglia che ci costringe a mangiare tre volte a settimana. Lei ha una specie di fissa per gli ortaggi e le diete, le polente e quelle robe lì.

-Tranquillo, per oggi nessuna disintossicazione, ha cucinato papà- sussurro all'orecchio di Einar che si lascia scappare un risolino e non sfugge a quello di mia madre.

-Cos'è questo rumore? A tavola pretendo ordine- scuoto la testa divertito mentre papà scimmiotta i suoi gesti.

A fine cena possiamo dirci soddisfatti di ciò che risiede nelle nostre pance. Mi pulisco con la mano la bocca bagnata di champagne.

-Filippo, come fa Nicole- mi canzona mia madre. A lei non sfugge nulla a meno che non si tratti delle mie esigenze. Nicole mi sta rivolgendo un sorriso che non è paragonabile minimamente a quello di Carmen.

-Ok, penso che adesso Filippo e Nicole vogliano stare soli- prorompe mia madre.

-Come?- guardo tutti interrogativo. Hanno un'aria consapevole. Che si siano messi d'accordo su qualcosa senza il mio permesso? Einar è l'unico ad avere uno sguardo lunatico.

-Nicole, vuoi darci tu la bella notizia?- domanda mia madre lusingata.

-Si... be', sono un po' emozionata- si schiarisce la gola, -ho saputo che vorresti ufficializzare la nostra relazione- vengo colpito da una raffica di frasi non uscite dalla mia bocca ma da quella di mia mamma. Mentre Nicole al settimo cielo mi abbraccia fino a stritolarmi, il mio sguardo severo si posa su quello compiaciuto di mia mamma. No, non gliela do vinta, prendere decisioni escludendomi è fuori luogo.

-Nicole spostati- credo non mi abbia sentito, quindi la stacco a forza.

-Filippo! Ma che maniere sono?- mi rimprovera.

-No! Che maniere sono le tue! Lo sai che Nicole non mi piace e non ho certo voglia di fidanzarmi con lei. A me piace un'altra ragazza che si chiama Carmen, e adesso basta, sono stufo di questo teatrino- mi alzo facendo cadere la sedia e provocando un gran fracasso. Papà, Jolanda ed Einar sono col fiato sospeso.

-Non azzardarti a muoverti di un centimetro- avanza verso me mentre Nicole scoppia in lacrime e si rifugia nel bagno, seguita da Jolanda.

-Scusatemi tutti ma questa non è la mia vita. Questa è la vita che brama mia madre perché da quando è morto Arturo è convinta che io debba continuare quello che lui ha lasciato in sospeso ma non ho intenzione di farlo. Primo in rispetto di mio fratello non posso e secondo, quello che ti vorrei mettere in testa mamma, Arturo è morto e io sono Filippo e per quanto la sua morte ci abbia distrutto lui non tornerà. Io sono Filippo, in arte Irama, e il mio futuro è la musica, io sono Filippo, e come persona, al mio fianco pretendo che vi sia soltanto chi amo. - Einar mi raggiunge fuori dopo aver sbattuto la porta di casa.

-Amico hai ragione su tutti i fronti, ma adesso dove starai? Sai che tua madre non ti vorrà in casa-

-Posso venire a Brescia da te?-

-Oh, be', potrei provare a ritagliarti uno spazio ma nulla è certo- lo abbraccio forte.

-Grazie di tutto. -

Ripenso a quello che ho detto, sono esploso come un vulcano. Da troppo mi tenevo dentro quelle cose, forse ora sarò libero, libero di respirare e vivere lontano dall'ombra di mia madre.

Ciao!

Piaciuto questo capitolo? La parte più bella per me è quando Irama si è ribellato alla madre. Pensate che al giorno d'oggi molti genitori pretendono ancora con insistenza di scegliere per i propri figli seppur maggiorenni. Secondo me è un atteggiamento sbagliato perché sarebbe come privarli della libertà di esprimersi, di giudicare cosa è giusto per loro, insomma tarpargli le ali. Un genitore dovrebbe consigliare e non imporre, aiutare e non peggiorare, perché la sua figura è portante ed è giusto che la sfrutti per il bene del figlio. Nel mio caso ho avuto la fortuna di avere genitori che mi hanno costantemente supportato e non si sono intromessi anche se cerco sempre consigli da loro ( specie da mia madre perché per me è un modello da emulare). Quindi ogni ragazzo dovrebbe tenere a mente che lui vive per seguire le sue ambizioni e non quelle di altri.

Mya.

𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora