Cap.16

1.1K 53 16
                                    

Scoppio a ridere. Ok, forse è la situazione più assurda in cui mi sia mai trovata in vita mia. Non so il perché ma non riesco a fermarmi.

-Carmen, non è divertente- mi rimprovera Irama. Mi zittisco subito.
Non lo vedo ma sono certa è a pochi passi da me.

-Ho paura, il buio mi fa paura, questa stanza è troppo stretta io... Io...- non so cosa mi stia succedendo ma adesso ho voglia di piangere. Mai possibile? Sono nervosa, voglio uscire di qui.

-Sei claustrofobica?- chiede con voce pacata.

-Penso di si... In realtà anche quando ero piccola, mia sorella dormiva con la testa sotto le coperte ma io non ci riuscivo. Sembrava di soffocare- rivelo mentre inizio a sudare freddo.
Ansimo. È qualcosa che non posso controllare.

-Non ti accadrà nulla Carmen, te lo prometto- tenta di rassicurarmi.

Irama prende il cellulare e con la modalità torcia, fa luce nella stanza.

-Almeno non dovremo stare al buio.
Non so quanto potrà durare la mia batteria, è al 30% e questa torcia ne consuma parecchia- si gratta la nuca. Ha gli occhi arrossati.

-Hai pianto?- non esito a chiederglielo anche se dovrei cucirmi la bocca perché ha detto che non sono affari miei ma non posso, una persona se sta male va consolata.

-No, preferisco evitare di toccare quest'argomento... per favore- aggiunge alla fine. Rispetto la sua richiesta, mi ammutolisce di nuovo.
Lui si siede a terra, accanto uno scaffale. Io dall'altro lato della stanza, vicino la parete.

Passano le ore, i minuti, i secondi.
Nessuno dei due accenna una parola.
Il pensiero di stare qui rinchiusa per tutta la notte mi spaventa a morte.
Ad un certo punto mi stufo.
Alzandomi, vado vicino la porta.

-Aiuto! Siamo qui!- urlo dando calci e pugni per farmi sentire -venite ad aprirci!- continuo fino a consumare tutte le energie. Irama non dice nulla, mi lascia fare. Sa già che sono tentativi a vuoto.

-Sarà tardissimo, i sorveglianti vanno a dormire a una certa. Sono umani anche loro-

-Lo so ma voglio provare lo stesso. Non ce la faccio- piagnucolo, portandomi le mani al petto e ricominciando ad ansimare.

-Se fai così è peggio-

-Cosa dovrei fare allora?- ribatto alzando i toni. Se ne sta lì ad aspettare tranquillo mentre io sto passando quest'incubo...

-Calmarti. Fai come me- mi consiglia, avvicinandosi con quella torcia e puntandomela addosso. Mi riparo gli occhi.

-Io non sono te, non ci riesco- le lacrime scorrono libere e incontrollate, seguite da singhiozzi e tremiti. Mi copro il viso con le mani.

-Puoi contare su di me, te l'ho detto- ripete più volte, prima di stringermi contro il suo petto. Credo di stargli bagnando tutta la camicia ma poco importa adesso. Sono talmente vicina che posso percepire i battiti del suo cuore. Sono accelerati di colpo come i miei d'altronde.

-Tranquilla Carmen. Domani sarà tutto finito- una mano accarezza delicatamente i miei capelli e un'altra mi cinge il fianco.

-Non ti allontanare, stai con me- gli chiedo temendo che possa ritornare al suo posto, accanto agli scaffali.

-Scherzi? Certo che non lo farò. Sto benissimo qui- sorrido contro il suo petto. Fortunatamente lui non mi può vedere.

-Quell'esibizione dell'altra volta... Sei... Siete state spettacolari tu e Nicole- si corregge. Avrei preferito che non la nominasse. Parlare di Nicole rovina tutto.

-Tu non sei stato da meno con Einar- ribadisco sincera. Mi ha fatto venire i brividi.

-Grazie, però suppongo di non essere stato alla vostra altezza-

-Non esagerare- lentamente la paura si sta placando. Il mio respiro torna regolare e forse tutto ciò è dovuto solo a quest'abbraccio.
Dovrei preoccuparmi? Il mio corpo reagisce come se la mente non lo controllasse. È strano. Sbadiglio.

-Hai sonno?-

-Un po'-

-Vieni, stendiamoci qui- ci sistemiamo sul pavimento. È congelato ma poco importa.

-Non è la prima volta che dormo su un pavimento sai?- mi informa, accennando ad un sorriso.

-Per me è un'esperienza nuova- lo guardo negli occhi. Quegli occhi tanto belli quanto traditori. Credo che quegli occhi maledetti abbiano fatto molte stragi di cuori.

-A cosa pensi?- scuoto la testa arrossendo -va bene, ti dico io a che penso. Secondo me sei molto bella- un colpo in pieno petto. Perdo un battito.

-Ma dai...- faccio la modesta.

-Non scherzo, giuro- afferma con una mano sul petto in segno d'onore.

-Tu sei un mascalzone. Hai capito il modo per evitare che vada in crisi e lo stai sfruttando- si morde un labbro.

-Davvero pensi ciò? Ti sto dicendo che sei bella perché lo penso e basta, non per altri fini-

-Mh...- mi mordo il labbro anch'io.

Restiamo così, semplicemente a guardarci, per qualche minuto prima di raccontarci di noi, conoscerci meglio finché la torcia del telefono non si spegne e nel buio della stanza intrecciamo le dita delle mani. Un gesto che per lui varrà poco o niente ma che a me fa tremare le gambe.

Hola!
Ragazzi che ne dite? Vi aspettavate un bacio? Una scena hard? Non preoccupatevi che arriverà più in là. Tempo al tempo. Nel frattempo grazie ancora, ho notato che la settimana passata c'è stato un calo di commenti e mi dispiace tanto.
Era così bello leggerli, mi rassicurava in una maniera incredibile. Fatevi sentire, mi mancate...
Ci vediamo al prossimo.
Un bacio
Mya❤

𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora