Capitolo 3

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<<Bene, è ora di andare!>> annuncio alzandomi dal divano in cui ero seduta.

Dopo che sono arrivate le pizze abbiamo iniziato a mangiarle e a guardare un film poliziesco trovato per caso in tv.
Niente di che comunque, un po' mi sono annoiata.
Forse perché era banale e prevedibile.
Dopodiché abbiamo iniziato a giocare a Monopoli.
Tre partite dopo Jessica ha proposto di giocare a Twister.
Volevamo giocarci ma Meredith è arrivata alla conclusione che non era un gioco adatto a me.
Non posso assumere certe pose strane e tutti le hanno dato ragione, così abbiamo iniziato a giocare a Uno, poi con con l'allegro chirurgo e infine abbiamo giocato a Jenga.
È stata una serata veramente piacevole e per fortuna Josh non ha più aperto l'argomento "dobbiamo parlare".
Si è solamente limitato a rivolgermi la parola solo quando necessario e qualche volta l'ho beccato a guardarmi con la coda dell'occhio.

<<Di già?>> piagnucola Meredith.

<<Si, sono un po' stanca>> rispondo.

<<Scusa Amanda, ma non posso accompagnarti.
Sono troppo ubriaco>> biascica Cameron letteralmente KO.

<<Credo che dormirò qui>> si rivolge a Camille e Justin che annuiscono.

<<Io non ho la macchina purtroppo>> aggiunge Trevis che è l'unico sobrio.

<<Posso prendere la vostra per accompagnarla>> si gira a parlare con Justin.

<<È rotta>> risponde Justin con gli occhi chiusi per il mal di testa.

<<E Jason e Jessica sono già andati via, Ian non ha la macchina e quindi l'unica cosa che puoi fare è rimanere qui.
Tu, Meredith e Cameron potreste dormire nella camera degli ospiti.
E se volete potete restare pure voi>> Camille si gira a parlare infine con Katherine, Ian e Trevis che non solo sono quelli sobri ma anche quelli senza macchina.

<<Josh ha la macchina!>> esclama Trevis.
<<Puoi farti accompagnare da lui>> propone sempre Trevis.

In questo momento Josh si è allontanato per andare in bagno.

<<Anche lui è ubriaco>> rispondo <<E poi non sarebbe proprio il caso.
Comunque posso andare a casa da sola, non dista molto>> inizio a camminare verso la porta d'ingresso.

<<Ci vediamo ragazzi!>> urlo dietro prima di richiudere la porta dietro di me.

Scendo i due scalini che ci sono davanti alla porta ed inizio a camminare per le strade buie di New York.

Le strade sono deserte, non c'è nessuno per strada.
Le uniche luci ad illuminare il mio tragitto sono quelle dei lampioni e quelle delle decorazioni natalizie che decorano le case.

Un soffio di vento fa svolazzare indietro i miei capelli.

Incrocio le braccia sotto al seno per infondermi più calore possibile.

Mentre cammino alzo lo sguardo al cielo.
È talmente scuro che non si riescono a vedere neanche le stelle.

Mi sorprende di non aver trovato le strade di New York bianche a causa della neve.

Fin da quando ne ho memoria le strade sono sempre state bianche durante questo periodo.

Domani sarà la vigilia di Natale, ma senza la neve non mi sono ancora calata nell'atmosfera natalizia.

Sulla strada compare una macchina nera che si avvicina sempre di più al marciapiede e che cammina alla mia stessa velocità.
Presa da un'improvvisa paura aumento il passo, ma lo fa anche la macchina.
Inizio così a correre, ma sono proprio una stupida a pensare di poter competere con una macchina.

Stringimi a te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora