Capitolo 59

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Meredith's Pov

Guardo fuori dalla finestra. Il cielo è così limpido, ed il sole splende calorosamente. I suoi raggi penetrano dalla finestra ed illuminano ogni angolo, ma nonostante ciò, il sole sembra non esistere più in questa casa, da ormai tre lunghe settimane.

Tre settimane di dolore, dolore e ancora dolore.

Guardo la bambina che tengo fra le mie braccia, si è addormentata.
Sorrido dolcemente e le lascio un leggero bacio sulla manina, prima di metterla nella sua culla, accanto al letto di sua madre.

Esco dalla camera di Amanda e scendo le scale che portano al piano di sotto.
Siamo a casa di Elisabeth. Amanda non è più voluta tornare a Boston, ne tantomeno nel suo appartamento di New York. Anche io, Ethan, Hanna e Katherine non siamo più ritornati a Boston. Il pensiero di lasciarla sola, non ci ha sfiorati minimamente. Anche Ian, Victoria e Jason non sono tornati a Washington. Ci dividiamo tutti fra le nostre case e casa Haynes. Orami, passo qui gran parte delle mie giornate.

Aspettiamo tutti un qualche segno di vita da parte di Josh, segno che non è ancora arrivato e che non arriverà più, a questo punto.

Arrivo in cucina, dove trovo Amanda seduta su una sedia con lo sguardo perso nel vuoto.

Non è più la stessa Amanda di tre settimane fa: non parla, non ride, non mangia, non dorme più a causa degli incubi. Ha perso dieci chili in sole tre settimane. Il suo viso è pallido, gli occhi perennemente arrossati e cerchiati da un colore violaceo. L'unica cosa che fa durante le sue giornate sono: dare da mangiare alla piccola e farla dormire, il resto del tempo lo passa seduta in un angolo a guardare nel vuoto e piangere. Ci rivolge a malapena la parola.

<<Hey>> mi avvicino a lei e la bacio sulla guancia.
<<Hai fame?>> le chiedo, speranzosa in una risposta positiva.
<<No>> la sua voce è roca a causa del pianto.

<<Amanda, devi mangiare. Non puoi ridurti così>>

Mi guarda senza rispondere.

<<Lo devi fare per tua figlia. Ha già perso un padre, non può perdere anche la sua mamma>>

<<Io ci sono sempre per mia figlia!>> risponde inferocita.

<<Lo so>> è la verità. Quando la piccola ha bisogno di qualcosa, lei c'è sempre, con o senza lacrime aghi occhi.

<<Ma tua figlia è ancora piccola, mangia e dorme la maggior parte del tempo. Fra un po' avrà bisogno di ancora più attenzioni, e se ti lasci abbattere così, non gliele potrai dare>> cerco di farla ragionare.

Scuote la testa.
<<Ci sarò anche in quel momento, adesso lasciami>> asciuga velocemente una lacrima che si era creata nella coda dell'occhio.

Mi si spezza il cuore a vederla così. L'ho vista soffrire tante volte, ogni volta peggio dell'altra, ma non si è mai lasciata sopraffare così tanto. Nonostante il dolore, continuava ad andare avanti con la sua vita.

Gli occhi le si inumidiscono, e li chiude immediatamente.
Nel frattempo suonano al campanello.

Vado ad aprire e trovo Lucy accompagnata da Cameron ed Ethan.

Ha iniziato fin da subito a seguire uno psicologo, e i due ragazzi sono andati a prenderla dopo la fine della seduta.

<<Come è andata?>> le chiedo dopo averla salutata con un bacio.
Siamo diventate molto amiche.

Stringimi a te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora