Capitolo 56

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Guardo mia figlia mentre dorme fra le mie braccia.
Sorrido, notando le sue piccole labbra che si incurvano in un tenero sorriso.

Sembra un angioletto e vorrei quasi sfiorarle le guanciotte paffute ma non lo faccio, per paura di svegliarla.
Infatti, come ho detto, sembra un angioletto, ma non lo è.
Ha passato gli ultimi 40 minuti a piangere e urlare e non c'è stato modo per farla smettere un solo secondo.
Senza dimenticare, che siamo sul primo volo per New York che abbiamo trovato.
Manca meno di mezz'ora all'atterraggio, e spero che dorma per il resto del viaggio.

<<Come va?>> chiede Josh accarezzandomi una spalla.

<<Dopo aver scoperto che mia sorella è viva, che Patrick voleva uccidere mia madre poche ore fa, che ha in mente chissà cosa con tutti noi, aver litigato con te, preso il primo volo per New York e aver passato quasi tutto il viaggio con la bambina in braccio che non smetteva di piangere?
Direi fin troppo bene, dato che mi ritrovo solo con un semplice e lancinante mal di testa>> rispondo acidamente.

<<Mi dispiace>> dice dopo un minuto di silenzio.

<<No, dispiace a me.
È solo che sono molto...stressata>> gli stringo la mano e lo guardo dritto negli occhi.

<<Lo supereremo>> mi promette.

Annuisco, senza nessuna traccia di sentimento in volto, ma so che mi dice la verità.

<<Se vuoi, la prendo io e voi vi riposate>> dice Meredith, seduta dietro di noi insieme a Thomas.

Con noi sono voluti venire anche i nostri amici.
Abbiamo cercato di far cambiare loro idea, ma la notizia che Patrick è giunto a Washington non ha fatto sentire loro ragioni.

A quanto pare, Trevis è venuto a sapere che Patrick si trovava a Washington e ha avvisato subito i ragazzi che hanno preso il primo volo per New York anche loro.
Alla fine quel bastardo non è riuscito ad incontrarli, e ne sono felice.
L'idea che possa parlare con uno qualsiasi di noi, mi fa stare male.

<<Ho paura che possa svegliarsi, meglio di no>> dico

<<Va bene>>

Chiudo un attimo gli occhi, mi sta esplodendo la testa.

<<Odio vederti così>> dice mio marito.

<<Lo supereremo>> rispondo un po' freddamente, con gli occhi ancora chiusi.

La paura che ho provato qualche ora fa, sta passando, e sta riemergendo di nuovo la rabbia per non avermi detto niente.

Posso capire che non me l'abbia detto perché aveva paura per la gravidanza, ma Ally Rose è nata tre mesi fa e da allora ce n'è stato tanto di tempo per dirmi tutta la verità.

Da parte sua non arriva nessuna risposta.
Probabilmente avrà pensato che è meglio non parlare per il momento.

L'ultima mezz'ora passa in fretta, Ally Rose ha dormito tutto il tempo e anche io sono riuscita a chiudere occhi, anche se per meno di venti minuti.

Usciti dall'aeroporto, ad aspettarci ci sono Trav e Cameron.

<<Hey>> ci salutano con un sorriso, ma si vede che sono stressati.

Travis mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla guancia.
Non fa riferimento a niente, ma vedo dal modo in cui mi guarda, che è dispiaciuto per avermelo tenuto nascosto.
Si abbassa anche verso il passeggino e bacia delicatamente la fronte di mia figlia, che sta ancora dormendo.

Mi abbraccia anche Cameron.
<<Non ti chiedo come stai, perché la tua faccia parla chiaramente.
Ti giuro che faremo tutto il possibile, tu devi solo cercare di stare calma>> dice mentre rimaniamo abbracciati.

Stringimi a te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora