VIII • Ansia •

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Mirajane posò il portafogli nella sua borsa dopo aver pagato l'infinita spesa di Gajeel che avrebbe sfamato un esercito.

«Ci si vede, gamberetto» il corvino salutò la turchina con un gesto della mano e un sorriso allegro sul viso.

Lui e l'albina portarono le buste dentro la spaziosa macchina nera della ragazza.

Quando entrarono in auto Mira mise in moto ancora in ansia per quello che avrebbe detto ai suoi vecchi amici.

«La conosci?» chiese al corvino riferendosi alla turchina del minimarket.

Non aveva molta voglia di rendere silenzioso quel viaggio in auto così improvvisò un discorso.

«No» disse con voce ovvia il corvino giocherellando con la boccetta di profumo appesa allo specchietto della macchina.

L'albina si accigliò, senza distogliere lo sguardo dalla strada, per poi domandare «allora perché quel nomignolo?»

Il corvino spostò lo sguardo sulla ragazza come stranito dalla sua domanda ma rispose ugualmente, neanche a lui piaceva starsene in silenzio.

«Stava leggendo un libro in cui i protagonisti andavano a cena in un ristorante e avevano ordinato i gamberetti così lei ha detto che voleva tanto trovarsi al loro posto e io ho supposto avesse una strana fissazione per i gamberetti» spiegò alzando le spalle.

La ragazza scoppiò a ridere e cercò di trattenersi per riuscire a parlare siccome il ragazzo la fissava confuso e forse un po' infastidito.

«Resterai sempre il solito ottuso in fatto d'amore, Gajeel» sospirò svoltando l'angolo mentre il corvino cercava di collegare le sue parole al discorso che aveva fatto.

Però si arrese, annoiato dal troppo ragionare.

«Come mai avevi tanto bisogno di me?» domandò ricordandosi della telefonata.

Si stese comodamente sul divano osservando la strada che stavano percorrendo che era stranamente familiare nonostante andasse pochissime volte nelle strade ricche di Fairy Tail.

«Vorrei aspettare per raccontare ciò, devo dirlo a tutto il gruppo» disse tornando immediatamente seria.

Gajeel scattò dal sedile tornando a fissare la ragazza con gran stupore.

«Hai contattato tutto il gruppo!?»

Il corvino era sconvolto e non sapeva se sarebbe riuscito a rivedere tutti dopo quello che era successo in tutti questi anni.

Tanto per dimenticarsi di tutto e adesso stava per mandare all'aria cinque anni.

Mira si limitò ad annuire con le labbra pressate in una riga e gli occhi seri e ansiosi.

«Non prevedo nulla di buono» sospirò tornando comodo sul divano. Era inutile fare altre domande, la ragazza non avrebbe detto nulla, almeno fino all'arrivo.

Anche L'albina pensava la stessa cosa, non sarebbe stato facile calmare le acque ed esporre le sue scoperte.

La ragazza parcheggiò nel garage della sua villetta e nel cortile scorse le macchine di tutti quelli che aveva chiamato e sentiva un peso nello stomaco percependo la tensione dei presenti.

Scese dall'auto accompagnata da Gajeel che fissava la casa a bocca aperta ricordando tutte le volte che da piccolo giocava in quella villa.

Quando raggiunsero i ragazzi appoggiati silenziosamente alle auto, tranne Gray che arrivato lì in taxi se ne stava con la schiena poggiata ad un albero, Mira cercò di abbozzare un sorriso sentendo un dolore allo stomaco e il cuore battere per l'ansia.

«Dobbiamo parlare di qualcosa che ci coinvolge tutti... Accomodatevi» disse indicando la porta della sua villetta color panna con porte e finestre in legno scuro.

◜ ➷ evιdence ⌜ ғaιry тaιl ⌟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora