II ·Cuore Silenzioso·

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Natsu cacciò il fumo dalle sue labbra e poggiò una mano sulla ringhiera davanti a lui.

Non era riuscito a dormire per niente dato che i suoi coinquilini, che andavano al college, avevano deciso di portare alcuna gente a casa.

Natsu però non era amante delle festicciole da universitari e tutto quel casino non giovava al suo sonno.

Il fumo che volava alto  davanti a lui gli ricordava quella sera d'estate in cui tutto andò nel verso sbagliato e il fuoco era l'unica alternativa che avevano.

Che compleanno di merda. Pensò il rosato riferendosi a quella sera.

Ormai era mattina e quel giorno, il 3 Luglio, era arrivato, portando con sé tanti ricordi spiacevoli.

«Ehi Natsu!» la voce di uno dei suoi coinquilini invase la sua stanza con aria spensierata.

Il rosato se ne stava sul balcone, non curante del ragazzo che era appena entrato.

«Ci aiuti a pulire il casino di là?» domandò poggiandosi alla porta aperta del balcone.

Natsu spense la sigaretta sulla ringhiera per poi lanciarla di sotto. «Ma levati dalle palle» sbottò spingendo via il suo coinquilino con una spallata.

Il biondo sospirò massaggiandosi la spalla «amichevole come sempre» borbottò guardando a terra.

«Se non fosse stato per voi e quella festa del cazzo avrei dormito e il mio umore sarebbe decisamente migliore» disse il rosato lanviandosi sul letto per poi cominciare un gioco casuale sul suo cellulare.

«Certo...» aggiunse il biondo molto poco convinto. Certo, non conosceva il suo coinquilino da chissà quanto, quello era il primo anno che vivevano insieme, ma aveva capito bene il suo caratterino. Per lui era il classico ragazzo lunatico tormentato da chissà quale passato orribile che lo spingeva ad essere scontroso il più delle volte, anche se sotto sotto aveva individuato un lato di lui ancora generoso, che però restava sempre represso.

«Questa camera puzza» aggiunge il ragazzo, di nome Sting, uscendo dalla camera del rosato che come risposta sbuffò sonoramente.

Cinque anni. Erano passati cinque anni e lui ancora non riusciva a passarci sopra.
Non riusciva a dimenticare i suoi vecchi amici, tutto quello che facevano insieme, le frasi e i consigli di Mavis e Lucy...

Quella ragazza a cui lui teneva da matti era andata via dicendogli che voleva dimenticare lui e tutto quello che successe a Fairy Tail.

Ma l'aveva lasciato da solo. Non bastava quello che successe il 3 Luglio di cinque anni prima, lui dovette perdere anche Lucy, la sua migliore amica.

Quella che da piccola voleva giocare solo con lui.
Quella che scherzava sui suoi capelli rosa.
Quella ragazzina dolce e fragile che Natsu voleva tanto proteggere.

Quando lei andò via lui smise di uscire con il vecchio gruppo, smise di provare ad impegnarsi davvero a scuola, smise di andarsene in giro e parlava solo se ne era strettamente necessario o se si doveva sfottere qualcuno.

Non era più quel ragazzo dolce e solare di una volta.

«Come puoi dimenticarmi?» chiese il rosato guardando negli occhi la bionda davanti a sé che puntava lo sguardo sulle sue scarpe senza degnare la sua attenzione agli occhi del ragazzo che invece la guardavano delusi e sorpresi.

Sapeva che quella domanda era stata abbastanza egoista ma lui non importò, stava per perdere la persona a cui teneva di più in assoluto e si sentiva come soffocato da qualcosa di impercettibile.

«Ma allora sei ottuso! Non capisci che non riesco a stare qui senza pensare a tutte le volte che giocavano con lei!? Non capisci che ogni volta che ti guardo in faccia penso a noi che giochiamo a nascondino e lei ci sorride annunciandoci di aver vinto!? Non capisci che non riesco a respirare in questo posto senza pensare a quella sera!?» urlò la bionda tutto d'un fiato e finalmente lo guardava negli occhi, con quella luce di tristezza e rabbia che colpirono Natsu in pieno, impedendogli di parlare.

Rimase come bloccato ad osservare la ragazza che stava sul punto di piangere, proprio come lui.

«Non so se riuscirò a dimenticarti... a dimenticare tutto questo. Ma è quello che voglio, e farò il possibile per riuscirci» disse con voce più calma asciugandosi le lacrime che le erano sfuggite.

Il rosato dovette abbassare la testa, era come se lo avessero preso a pugni dritto in faccia.

Provò ad allungare le braccia per abbracciare la ragazza davanti a lui, come se fosse un vero addio. Ma lei lo scansò e gli disse «non rendere tutto più difficile»

Furono queste le ultime parole che disse prima di raggiungere il camion dei traslochi guidato da suo padre.

Natsu sentì qualcosa in lui rompersi per poi lasciare il suo cuore in un eterno silenzio.

«Vaffanculo» imprecò sottovoce il ragazzo lanciando via la prima cosa che gli capitò a tiro, come il pacchetto di sigarette sul comodino.

Non voleva ricordare quelle cose ma era più forte di lui. Alla fine il suo passato tornava sempre a galla.

Sentiva gli occhi lucidi ma doveva reprimere quelle che per lui non erano altro che stupide lacrime.

«I veri amici non ti lasceranno mai solo» sorrise Mavis stringendo la mano del piccolo Natsu una mattina in seconda elementare.

«E allora dove cazzo siete!?» disse più forte lanciando 'sta volta il telefono che aveva in mano.

Osservò il soffitto della sua camera con la mascella serrata e gli occhi socchiusi.
Allungò le mani verso di esso e nella sua mente comparve il sorriso dei suoi amici che a poco a poco si affievolì sempre di più.

Non aveva senso soffrire così perché ormai il danno era fatto, ed era da sciocchi piangere sul latte versato. Doveva andare avanti eppure restava sempre bloccato indietro.

«Natsu!» la voce di Rogue, il suo secondo coinquilino, che lo stava chiamando dalla cucina.

Natsu lasciò cadere le sue mani sul suo viso con un sospiro nostalgico.

Si mise a sedere sul letto e si scompigliò i capelli «che vuoi?» domandò brusco al suo coinquilino aspettandosi qualche stupidaggine.

«Ti cercano a telefono»

Mai avrebbe immaginato che le persone di cui la sua mente non riusciva a liberarsi, stavano per tornare fisicamente nel suo presente.

◜ ➷ evιdence ⌜ ғaιry тaιl ⌟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora