La porta di casa Strauss si aprì e un uomo dai folti capelli albini entrò all'ingresso fischiettando.
Mentre poggiava il suo cappello da poliziotto sull'attaccapanni ripensava alla sua indagine, si chiedeva come mai nessuno avesse mai pensato ad un possibile omicidio.
Finalmente era tornato in campo, gli mancava il suo lavoro ed era felice di ricominciare come i bei vecchi tempi.
Mirajane ebbe un sussulto, suo padre era tornato dovevano chiudere il discorso.
Aveva paura che suo padre vedendo tutti lì sospettasse qualcosa o iniziare a fare domande inopportune.
I ragazzi si zittirono e si lanciarono occhiate d'intesa.
«Tesoro, ho portato il pran... Oh, ragazzi... che piacere vedervi» l'uomo rimase bloccato davanti l'entrata del salone con un sacchetto teso davanti a sé.
Non si aspettava di vederli tutti lì, non dopo tutto quel tempo. Tante ipotesi e domande vagavano per la mente del agente di polizia.
Sospettava sicuramente qualcosa, quei ragazzi avevano smesso di frequentarsi subito dopo la morte di Mavis, molti pensavano che fosse dovuto a un brutto schok, ma al signor Strauss qualcosa puzzava.
Non gli piaceva sospettare di sua figlia o provare tensione nel trovarsi con lei, ma c'era in ballo qualcosa di troppo grande e delicato per pensare ai legami familiari e il divorzio con sua moglie glielo aveva fatto capire meglio.
Tutti si alzarono in piedi un po' titubanti mentre Mirajane raccolse velocemente i fogli delle indagini nascondendoli in un cassetto.
«Abbiamo deciso di fare una vecchia rimpatriata in memoria dei vecchi tempi» disse l'albina strofinandosi le mani sulla gomma per poi raggiungere di nuovo i suoi amici che stavano camminando verso suo padre.
L'uomo si affacciò per osservare il cassetto dove poco prima sua figlia aveva nascosto i fogli.
«Che avete fatto di bello?» chiese con la speranza di ricevere risposte sincere senza dover comportarsi da poliziotto insistente.
I ragazzi si guardarono per capire chi dovesse parlare e inventare qualcosa. Sapevano bene quanto fosse astuto e sospettoso quell'uomo.
«Parlato. Ci siamo detti come abbiamo passato questi cinque anni» parlò ancora Mirajane che molto spesso si ritrovava a essere il cervello del gruppo.
L'agente Strauss, poco convinto, alzò un sopracciglio pensando a quale fosse la cosa giusta da fare e come prendere in mano la situazione.
«Restate a pranzo?» domandò agitando il sacchetto contenente il sushi.
I ragazzi cominciarono ad inventare delle scuse sul perché devono andare via in fretta.
L'uomo albino strinse le labbra, quella poteva essere la sua occasione per scoprire la verità ed indagare al meglio.
«Dai ragazzi non vi vedo da molto, restate un po' qui» insistette cercando di assumere un espressione implorante.
La ragazza albina strinse i pugni, voleva bene a suo padre ma doveva smetterla di mettersi in mezzo. Ormai l'aveva capito cosa aveva intenzione di fare.
«Papà, ti hanno detto che sono impegnati. Resteranno un'altra volta. Ora, se non ti dispiace, li accompagno alle loro auto» con un respiro profondo tenne salda la voce in modo da non sembrare seccata ma solo ragionevole.
Suo padre la guardò un po' sorpreso, era da tanto che sua figlia non cacciava il suo lato tenace contro di lui.
Anzi, dopo il divorzio ha sempre cercato di aiutarlo e consolarlo.
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◜ ➷ evιdence ⌜ ғaιry тaιl ⌟
أدب الهواةA Fairy Tail, il quartiere più famoso di Magnolia, un oscuro segreto collega le vite di molti dei suoi abitanti, tutto comincia una sera d'estate in cui una ragazza perde la vita e gli unici a seperlo sono proprio i suoi amici che scioccati da tale...