XXXIV • la quiete prima della tempesta •

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«Tua madre mi odia» sospirò il biondo raggiungendo la sua fidanzata, Mirajane, che aveva un bicchiere di spumante in mano mentre osservava la festa con malinconia.

L'albina si voltò dietro di sé per guardare il suo ragazzo, Laxus, i suoi capelli biondi disordinati e gli occhi grigi così taglienti che nascondevano il suo carattere dolce.

La ragazza abbassò lo sguardo per qualche secondo «non ti odia, semplicemente non le importa un accidente di te e della tua vita... a meno che tu non possa fruttarle un guadagno»

Il ragazzo sospirò e prese il bicchiere dell'albina facendo un sorso «gli elettricisti in questa città non guadagnano poi tanto, probabilmente è per questo»

Mirajane aveva lo sguardo perso, non sopportava sua madre ed era da un po' che non vedeva suo padre, era preoccupata. Lui non rientrava a casa e quando lo chiamava diceva che rimaneva in ufficio perché doveva risolvere quel caso. Sembrava così sfinito, come se nulla stesse andando nel verso giusto.

Il rumore dei tacchi si avvicinò sempre di più ai due ragazzi, l'albina girò la testa vedendo sua madre con un vestito verde strettissimo e molto scollato, aveva i capelli castani mossi fino al fondoschiena, gli occhiali poggiati sulla punta del naso e uno sguardo pieno di sé.

«Mira! Tesoro!» posò le mani sulle spalle della ragazza parlando con quella voce così finta, cercava solo di prendere la fiducia di sua figlia, quella che non avrebbe mai avuto «ho preparato un tavolo apposito per i membri della famiglia»

Si girò verso il biondo e gli rivolse un'occhiata annoiata «e tu» lo indicò severamente «vedi di non rovinare la festa o ti uccido con le mie stesse mani»

Laxus alzò entrambe le sopracciglia, se c'era una cosa che odiava era qualcuno che gli metteva i piedi in testa, l'unico motivo che non gli permetteva di ribattere era la sua ragazza. Non avrebbe mai voluto complicarle la situazione con la sua famiglia.

La donna fece un piccolo giro aggraziato per guardare sua figlia, si avvicinò al suo orecchio «Macao ha portato alcuni amici di famiglia che lavorano come imprenditori, magari oggi metti a confronto quel poveraccio con loro e fa una scelta degna di te» si allontanò e fece un secondo sorriso finto, per poi allontanarsi e cominciare a salutare gli invitati nella sala.

Il ragazzo si avvicinò a Mira, vedendola turbata, aveva finalmente capito per quale motivo sua madre le avesse chiesto di portare il suo ragazzo e non le piaceva per niente «che ti ha detto?» chiese il biondo porgendo il bicchiere all'albina.

Lei sbuffò e si girò a guardarlo «le sue solite idiozie» disse prima di ricevere un'appassionato bacio da parte del ragazzo.

Si sentì qualcuno bussare, Gray girò la testa verso la porta d'ingresso del suo attico. Era seduto sul divano con le mani sei capelli e lo sguardo perso. Era ancora sotto shock per la scoperta raccontata da Ultear, adesso si tutto sembrava quadrare, ma era qualcosa di troppo grande da assimilare velocemente.

Sono tua sorella. Come poteva dirlo così, dopo anni. Non era affatto pronto per quella novità.

Dove sei papà?

Però, nonostante tutto, Gray aveva ancora quel vuoto nel suo cuore che solo un padre poteva colmare.

La persona alla portava era insistente, non smetteva di bussare, il corvino era seccato da quel rumore così sospirò e si decise ad aprire la porta.

«Tu!?» sgranò gli occhi guardò la persona dietro la porta, dopo tutto quello che era successo non si aspettava proprio una sua visita.

«Lucy!» la donna dai capelli biondi lunghi fino alle spalle si avvicinò alla ragazza abbracciandola calorosamente.

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