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Primavera.
Tra tutte le stagioni è la migliore, non fa né troppo caldo né troppo freddo.
Gli alberi iniziano ad essere in fiore, puoi mettere maglioncini carini senza ingombranti giubbotti, il sole tiepido ti scalda mentre il venticello ti accarezza dolcemente.
È la stagione delle novità e si spera sempre che siano belle.
Ma la vita, si sa, è imprevedibile.
Quando pensi che le cose stiano andando per il verso giusto arriva sempre un imprevisto a sconvolgere tutti i tuoi puntigliosi piani.

Minjee sapeva che qualcosa la stava per travolgere ma non avrebbe mai immaginato qualcosa di così grande e drammatico.
Guardò l'uomo davanti a sé che sembrava a corto di parole e sentì la rabbia salire e pervadere ogni fibra del suo corpo.
<non ci giri troppo attorno, in un modo o in un altro lo devo venire a sapere> disse la ragazza guardandolo con occhi freddi e lucidi mentre strinse i denti cercando di trattenere le lacrime.
<Minjee, mi dispiace...hai un cancro al fegato> sussurrò l'uomo guardandola dispiaciuto mostrandole gli esiti degli esami che le aveva fatto fare dopo settimane in cui aveva avuto febbre alta, continua nausea, dolori alla parte alta destra dell'addome e assenza di fame.
La ragazza guardò i fogli sparsi sul tavolo con occhi spalancati mentre la gola le si seccò.
Lo sapeva che c'era qualcosa che non andava.
Ma mai avrebbe pensato ad un cancro.
Strinse le mani in due pugni lungo i fianchi inclinando la testa verso il basso mentre le punte dei suoi lunghi capelli biondi tinti, raccolti in una alta coda di cavallo, le toccavano debolmente le spalle.
L'uomo continuò a parlare esponendole le possibilità di cura che avrebbe potuto mettere in atto, ma lei non lo ascoltò continuando a fissare con occhi arrabbiati e colmi di lacrime la parola cancro su quel foglietto.
Chiuse gli occhi per qualche attimo cercando di capire quale fosse stato il suo passo falso, quale cosa l'avesse indotta su quella strada che per lo più ti spingeva sul precipizio della morte.
Cercò e ricercò ma non trovò la risposta che stava cercando.
<a cosa è dovuto tutto questo?> chiese freddamente interrompendo il lungo ed elaborato elenco del dottore che rimase sorpreso per quel tono così forte.
Deglutì osservandola in silenzio per qualche secondo ricordando la dolce bambina con i capelli neri sempre raccolti in due codini e il sorriso sempre stampato sulle labbra.
Quel ricordo gli recò dolore, molto dolore, era cambiata tanto, fin troppo secondo il parere di molti.
E la colpa si sapeva benissimo di chi fosse ma nonostante ciò si continuava a fare finta di niente.
<è accaduto per via ereditaria, mi ricordo che tua madre un giorno mi disse che tua nonna materna era morta anch'essa di cancro al fegato> raccontò l'uomo facendola rassegnare al fatto che era intrappola, anche lei si ricordò di quel piccolo particolare.
Strinse i denti appoggiando la schiena allo schienale della sedia bianca in plastica su cui era seduta, mentre la stanza intorno a lei diventò quasi opprimente e soffocante con i suoi colori tristi e spenti.
Un sorriso amaro dipinse le sue labbra, sempre colpa della famiglia, dopo tanto tempo finalmente era riuscita a scollarsela di dosso e, come a volerle ricordare che ne faceva parte, ecco che i problemi si creavano solo per colpa di essa.

<Minjee sei giovane, il tuo corpo è forte, se seguirai le giuste cure e troverai un buon specialista potresti tornare in sesto entro quasi un anno> osservò il medico guadagnandosi un'occhiata truce da parte della giovane.
<oppure potrei morire in qualche mese a ventitré anni, wow che bella vita> disse lei con un velo di ironia che investì l'anziano uomo a malincuore.
<mi dispiace, posso solo consigliarti di non affrontare questa cosa da sola, ti distruggerebbe> gli consigliò lui iniziando a scrivere su un foglietto un nome seguito da un numero di telefono.
<ma lo sta già facendo> sussurrò lei con il cuore pesante e un nodo in gola.
L'uomo alzò di poco il viso incontrando quello stanco e abbattuto della bionda.
Le girò il bigliettino tentando un sorriso di incoraggiamento che risultò inutile.
<è una buona clinica, ho già mandato qualche altro paziente e hanno fatto un bel lavoro> cercò lui di convincerla e rassicurarla, d'altronde aveva constatato che era un buon posto.
<posso fissarti un'appuntamento> affermò lui vedendola assente nel guardare quel pezzo di carta.
<Minjee...> la richiamò lui un'altra volta vedendola scuotere la testa con vigore e paura.
Si alzò velocemente in piedi afferrando il pezzettino di carta tra le sue fragili e tremanti dita, gli voltò le spalle scomparendo velocemente dal suo ufficio e iniziando così a correre verso l'uscita di quella palazzina diventata
ormai troppo opprimente e soffocante per lei.

Una volta che fu all'aria aperta non fermò la sua fuga iniziando ad avviarsi per le affollate strade di Seoul, scontrandosi così con alcuni passanti che la maledissero mentalmente o tramite minacciose occhiate.
Ma a lei non interessava.
Non sentiva né vedeva più nulla se non il suo dolore.
Non pianse non aveva né la forza né l'intenzione di farlo.
Le sembrava che la vita non fosse ancora soddisfatta di tutto il male che le era stato fatto così, semplicemente, le aveva scaricato addosso altri problemi.

"Non è giusto"

Si disse la bionda sentendo di star crollando.
Aveva il presentimento che nella sua vita non ci sarebbe mai stato un lieto fine.

~~~~~

Si diresse a gran passi verso casa sua con la testa bassa e le mani chiuse in pugni.
Fece lentamente le numerose e ripide scale con la poca forza che le era rimasta, negli ultimi tempi le risultava complicato fare anche le cose più semplici.
Guardò i gradini in marmo bianco e nero sotto le suole delle sue all star rosse, notò qualche superficiale crepa in mezzo alla liscia è perfetta pietra.
Tutto intorno a lei sembrava pronto a ricordargli che si stava rompendo, che stava lentamente cadendo a pezzi.
Strinse i denti avanzando passo dopo passo.

Arrivò al suo piano rimanendo sorpresa da ciò che vide, la sua attenzione fu totalmente spostata su altro.
Il che fu un bene, quella giornata era stata già abbastanza struggente.
Pile di scatoloni erano ammassati appena fuori l'ascensore e davanti alla porta del suo vicino di casa.
Minjee guardò curiosa il tutto ricordandosi qualche attimo dopo che uno di quei giorni sarebbe arrivato il suo nuovo vicino.
Così a piccoli passi si avvicinò ad uno degli scatoloni, si abbassò e guardò meglio cosa ci fosse scritto.

"Jeon Jungkook"

Sbatté più volte le palpebre, sperando che questo soggetto non fosse un casinista.
Aveva già abbastanza problemi, le mancava solo un rompiscatole di vicino.
Si stava per rialzare quando le porte dell'ascensore si aprirono rivelando una figura con un numero spropositato di scatoloni tra le mani, poste in modo tale che dalla vita in su non si potesse scorgere alcun particolare.
Minjee lo guardò perplessa fare qualche passo e perdere l'equilibrio.
<cazzo!> esclamò colui che stava tenendo gli scatoloni sbilanciandosi in avanti e facendo cadere ciò che aveva addosso a Minjee che fu coperta da cartone e urlò per lo spavento.

"Signore, uno sano di mente, non ti chiedo tanto, un vicino con un po' di cervello"

Pensò la bionda mentre si liberava dagli scatoloni.
Il suo ultimo vicino l'aveva portata allo sfinimento con le sue continue feste e battuti e a sfondo sessuale.
<aish> mormorò lei quando nel riaprire gli occhi, chiusi per lo spavento, incontrò la figura di un giovane ragazzo alto, di bell'aspetto, capelli corvini, occhi del medesimo colore, labbra rosee e leggermente carnose tirate in un timido e imbarazzato sorriso, goti colorate di un leggero rossore, tratti del viso ben definiti.
Indossava un semplice un felpone nero, dei jeans azzurri e un paio di scarpe bianche.
Si scrutarono per qualche attimo.
Minjee lo fulminò con lo sguardo facendolo deglutire rumorosamente mentre lui le porse timidamente una mano.

<scusami non era mia intenzione farti cadere>

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Ciao a tutti
Ecco qui il primo capitolo di Spring Day!
Spero vi abbia incuriosito come inizio.
Come avete potuto notare questa storia girerà attorno ad un argomento molto delicato, il cancro.
Mi sono chiesta più e più volte se tentare o no di scriverla, sapendo che fosse una bella sfida composta da mille sfaccettature, e alla fine mi sono detta che tentar non nuoce.
Ed eccola qui.
Ho già scritto parte dei prossimi capitoli che saranno pubblicati via via a breve.
Spero tanto che sarà di vostro gradimento ma sopratutto di non combinare un disastro.
Detto ciò se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento, vorrei tanto sapere un vostro parere.
Alla prossima
nanaa02

Spring Day//J.Jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora