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<che serata>

Borbottò Jungkook non appena mise piede fuori dal palazzo di Hyejin.
Era stata un'impresa portare la donna fino al suo appartamento ma, ancor di più, lo era stato trovare le chiavi di casa nella sua borsetta ricolma di oggetti e portarla fino al letto evitando che si spogliasse completamente sotto i suoi occhi con la scusa del fatto che avesse caldo. Ancor di più, però, ciò che lo aveva messo in difficoltà era stato quando, improvvisamente, dopo averla messa sotto le coperte, Hyejin era scoppiata in lacrime.
Aveva singhiozzato a lungo ed era riuscita a calmarsi solo dopo diversi impacciati tentativi di Jungkook nel consolarla per un qualcosa che nemmeno lui sapeva, o forse, riuscendo infine anche a strapparle un sorriso prima che si addormentasse.
Il corvino si passò una mano sul volto, era stata una complicata e imbarazzante situazione.
<sembra tu abbia visto un fantasma> mormorò Hyonsu non appena lo vide rientrare in macchina ottenendo in risposta un'occhiataccia dal più giovane che, poi, mise in moto l'auto dirigendosi verso la dimora del suo, ormai, ex superiore, l'ultimo che gli era rimasto da riaccompagnare.
<mi ha inconsapevolmente fatto uno spogliarello mentre piangeva a dirotto> raccontò con pesantezza Jungkook, suscitando nel più anziano un risolino seguito da un'osservazione che lo lasciò sbigottito per qualche attimo.
<inconsapevolmente dici? Io non credo> Lee Hyonsu sistemò i suoi occhiali tondi sul naso mentre prese ad osservare le luci della strada che iniziavano a confondersi tra loro a causa del sonno e della stanchezza. Era stata una lunga giornata.
Anche se non lo guardò, egli fu certo del punto di domanda dipinto sul volto di Jungkook. A volte era fin troppo ingenuo o forse, semplicemente, ignorava fatti e gesti che non lo interessavano particolarmente.
<che vuoi dire?> domandò il corvino, ancora confuso da quanto il più anziano aveva proferito, non riuscendo a trovare una risposta di senso logico.
Perché mai Hyejin avrebbe dovuto comportarsi in quel modo apposta?
Uno sbuffo divertito gli solleticò l'udito.
<non avrei mai immaginato che tu potessi avere delle fette di salame così spesse sugli occhi ma, d'altronde, sono passati ormai quattro anni, se ciò non fosse stato così da sempre, sarebbe stato strano> ammise Lee Hyonsu socchiudendo gli occhi quando alcuni vecchi ricordi gli invasero la memoria con dolcezza rimembrandogli di come, sin dal suo arrivo, Hyejin avesse avuto un debole per Jungkook arrivando pian piano ad apprezzarlo sempre di più, finendo per infatuarsene completamente senza mai dichiararsi, pensando, ingenuamente, che attraverso piccole azioni, accortezze e frasi lui avrebbe compreso e magari ricambiato e invece nulla era andato come previsto.
Della tristezza e dolore si mosse nel suo petto al pensiero di come lei si fosse sentita quando, giorni addietro, ebbe udito della nuova relazione di Jungkook che si era mostrata, attimo dopo attimo, sempre più profonda e sentita. Si vedeva molto bene quanto fosse innamorato e forse, ora, pensandoci bene, Hyonsu comprendeva le reazioni, le parole e i comportamenti avuti da Hyejin nell'ultimo periodo al solo udire della voglia prorompente di Jungkook nel tornare a Seoul da Minjee, così Hyonsu ricordava si chiamasse la ragazza, custode dell'ardente amore del corvino che continuava a guardare la strada davanti a sé con fare confuso.
Lui, in quel momento, aveva occhi e attenzioni solo per Minjee e come dargli torto, gli si stava sgretolando tra le mani. Stava amando e soffrendo molto, talmente tanto da non essere in grado di percepire la sofferenza e la vergogna negli occhi di Hyejin, nelle sue parole taglienti.
La situazione era complicata, lo era sempre stata eppure Lee Hyonsu non avrebbe mai immaginato sarebbe giunta ad un risvolto così drammatico, sebbene avesse compreso sin da subito che Jungkook non avesse alcun interesse amoroso in Hyejin se non una forte e sincera amicizia.
Avrebbe voluto aiutare entrambi, togliere la loro sofferenza come solo un buon padre avrebbe potuto desiderare, ma la sua condizione di impotenza non gli permetteva che osservare in silenzio sperando che il tutto si sarebbe concluso nei migliori dei modi.
<non sono ingenuo come pensi, o almeno non lo sono più - la voce piatta e pacata di Jungkook gli fece riaprire improvvisamente gli occhi, reindirizzando la sua completa attenzione sulla sua figura, in particolare sul volto che sembrava aver perso qualsiasi sfumatura di sorpresa o confusione, lasciando spazio solo a serietà e... malinconia - so bene dell'affetto che Hyejin prova per me da anni ma già da tempo abbiamo messo le cose in chiaro, io l'ho fatto, io gliel'ho detto e speravo che con il tempo forse la situazione sarebbe migliorata - raccontò il giovane lasciando di stucco Hyonsu che, fino a quel momento, era stato totalmente all'oscuro dell'evidente discorso che i suoi due ex sottoposti avevano avuto - mi dispiace molto, più di quanto immagini, non avrei mai voluto farla soffrire> ammise infine il corvino con dispiacere, voleva bene a Hyejin, l'amava ma mai come lei avrebbe desiderato e ciò l'aveva ferita, aveva ferito entrambi ma era stato inevitabile.
Lee Hyonsu, investito da tutta quella tristezza e non fondata colpevolezza, abbassò il capo con accoramento.
Entrambi li considerava quasi come se fossero suoi figli.
<non è colpa tua e anche lei ne è consapevole> disse allora fievolmente, cercando di reprimere delicatamente almeno una parte della sofferenza del minore che continuava ad appesantirsi di colpe che non gli appartenevano. Non si può obbligare una persona ad amarne un'altra. Sarebbe un danno da entrambe le parti.
<lo so ma non posso fare a meno di provarne dolore> ammise Jungkook, imboccando la via dove risiedeva la dimora del suo ex superiore che lo guardava boccheggiando, non sapendo esattamente cosa proferire.
Pensava che non ci fossero parole giuste per quella situazione o, almeno, non gli sembrava gli appartenessero. Decise perciò di provare per un'altra via, cercando di fargli scorgere un minimo aspetto positivo sebbene comportasse di per sé altri malanni.
<in fondo ciò è anche un bene, non credi? Vuol dire che ti importa> disse Lee Hyonsu tentando poi un sorriso in sua direzione non appena la macchina si fermò a pochi metri dal suo palazzo, ricevendo però in risposta solo uno sguardo basso e pensoso, quasi arrendevole.
<si ma non credi che a volte sarebbe meglio non provare direttamente nulla, precludendosi qualsiasi male?> domandò fievolmente Jungkook, trafiggendo con quelle parole la mente e l'animo del più anziano.
Si stagnò per qualche attimo un opprimente silenzio che gonfiò i loro petti facendoli affondare pesanti nell'aria tesa all'interno della vettura. Quelli erano pensieri fugaci, brevi, ma che tutti, prima o dopo, meglio o peggio, affrontavano, inciampandovi e compiendo una rovinosa caduta. Si sbucciavano le ginocchia e piangevano, piangevano a dirotto disperati non capendo perché quel male gli dovesse appartenere. In fondo che cosa avevano fatto di così tanto grave per meritarlo?
Niente. Assolutamente nulla ma la vita era quella e, bella o brutta quale fosse stata, tutti avrebbero dovuta accettarla o perire, qualora non si fosse stati in grado di sopportarla.
Ma la vita, seppure maligna e perversa talvolta, non aveva solo aspetti negativi e Lee Hyonsu non attese un attimo di più a ricordarglielo.
<si ma a quale prezzo? Oltre a non provare dolore, non proveresti nemmeno più gioia, piacere o amore. Saresti davvero pronto a privartene? - gli chiese con serietà e dramma. Sarebbe stato davvero disposto a rinunciare a tutto pur di non provare più dolore? - la gente soffre ogni giorno, viene ferita di continuo ed è inevitabile, è la nostra condizione umana ma, in altrettanto modo, sorride, gioisce e ama risanando, per quanto sia possibile, ciò che è stato distrutto - gli poggiò delicatamente una mano sulla spalla, scuotendola leggermente come a volergli infondere un po' di speranza e coraggio, un po' di forza in quella battaglia contro il tempo che lo stava stremando - sono sicuro che anche lei un giorno troverà la persona giusta come l'ho trovata io e come hai fatto tu. Non penarti per ciò perché, per quanto possa essere arrabbiata o ferita, nemmeno lei lo vorrebbe e poi, ora più che mai, hai già tanto per cui tormentarti, non aggiungerti altro carico> gli consigliò infine, dandogli un'ultima pacca sulla spalla per poi scendere dall'auto per avviarsi verso casa visto la tarda ora.
Prima di chiudere completamente la portiera, però, l'uomo si bloccò, piegandosi leggermente in avanti così da poter guardare un'ultima volta negli occhi Jungkook che gli parve fremere al pensiero di una meta ben precisa.
Sorrise, erano giovani e innamorati. Nulla di più bello.

Spring Day//J.Jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora