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E, come il ripetersi delle stagioni, anche il suo nuovo ciclo di chemio ricominciò.
Per esattezza si trattava della terza settimana, la peggiore a parere di tutti, e Minjee ne ebbe la conferma non appena vide la boccetta, solitamente riempita di un liquido trasparente, colma di una sostanza scura che alla vista non ispirava molta fiducia.
Quella volta si trovava in compagnia di altri tre pazienti, mai visti prima, in una stanza di cui non sapeva nemmeno l'esistenza, nonostante credesse di aver ormai esplorato l'intero istituto in compagnia di Yoongi e il piccolo Taehyung.
Non era nulla di speciale, erano presenti quattro lettini, un grande finestrone che dava sul colorato giardino, c'era un piccolo bagno qualora qualcuno si fosse sentito male, cosa molto probabile, e infine ad "abbellire" il tutto c'era il nauseante intonaco bianco che faceva venire le vertigini a Minjee che sentiva la voglia di fuggire crescere in lei a dismisura.
Le iniezioni erano quello che più di tutto odiava, l'aveva trovato forse più terribile di tagliarsi i suoi amati capelli biondi.
Il fatto di sentirsi impotente di fronte ad un piccolo ago per almeno un'ora, seduta, a non fare nulla e con l'unica possibilità di parlare per passare il tempo la mandava letteralmente fuori di testa, sopratutto perché l'ultima azione non le veniva spontanea in situazioni di estrema agitazione e con persone che lei stessa riteneva altamente insopportabili.

Sentiva già la nausea bloccarle le vie respiratore mentre guardava assente la sedia a lei destinata, quella volta non ci sarebbe nemmeno stato qualcuno che lei riteneva intimo. Lisa e Hoseok erano al lavoro sommersi di impegni, Wendy era tornata a Ilsan e mai le avrebbe chiesto di assistere a quella scena a dir poco deprimente, Namjoon era impegnato con un lungo intervento, Yoongi, Jimin e Taehyung erano dispersi chissà dove, mentre Jungkook, seppure avesse tentato di tutto, non era riuscito ad esserci a causa di un cliente che era venuto fino a Seoul pur di parlare con lui riguardo una casa a cui stava lavorando.
E così si era ritrovata sola, seduta su una fredda sedia, con un'aspirante infermiera intenta a cercare di beccare la sua vena con scarsi risultati, bucandole fin troppe volte il braccio, mentre gli unici suoi alleati contro quella situazione asfissiante sembravano essere solo la pallina anti stress, soprannominata Bob, chiusa prepotentemente nella sua mano destra, il dottor Seokjin che tentava un sorriso in sua direzione e Wheein che sperava che la sua allieva riuscisse a centrare la vena prima che Minjee la strangolasse.

Un respiro

Due respiri

Tre respiri

Al quarto respiro profondo, Minjee, con i nervi a fior di pelle per il liquido nero che le sarebbe stato iniettato a breve e che non la convinceva affatto dall'aspetto, strappò l'ago dalle mani della giovane, ormai nel panico più totale e con miriade di goccioline di sudore sulla fronte, infilandoselo da sola nel braccio, attaccandoci il tubicino apposito che ormai sapeva perfettamente dove andasse agganciato.
La giovane infermiera, dopo essersi scusata impacciatamente, fu assegnata ad un altro paziente da Wheein, mentre Minjee non la degnò nemmeno di uno sguardo, talmente era nervosa e furiosa e con un braccio dolorante.
In tutto questo Seokjin guardò la scenetta in un doveroso silenzio, deglutendo faticosamente quando si rese conto che da lì in avanti, per circa un'ora, Minjee avrebbe si e no spiccicato due sillabe o forse anche meno visto che non era presente nemmeno uno dei suoi pochi amici.
Sospirò, era davvero una dei suoi pazienti più difficili e complicati da capire.
Era sempre molto tagliente e sarcastica ma, quando arrivava il momento di rinnovare il ciclo di terapia, quasi sfumava di personalità chiudendosi come un riccio in se stessa, perdendo la sua fastidiosa voglia di irritare gli altri con battutine acide.
L'unica volta che l'aveva vista diversa era stato quando al suo fianco si era seduto Jungkook che con pazienza era riuscito ad instaurare una piccola conversazione, tirandogli fuori a forza monosillabi ed impercettibili parole qua e là a circa metà iniezione.
Quella era stata l'unica volta e Seokjin quasi non aveva potuto credere a suoi occhi.
Inoltre notava quanto fosse diversa in compagnia del giovane uomo, mentre passeggiavano per il giardino della clinica o chiccheravano all'ombra di qualche albero, vedeva quanto diventasse più amabile, docile e stranamente dolce e gentile.
Un miracolo oserebbe dire o forse, semplicemente, una buona cura al malessere che risiedeva in Minjee da ormai fin troppo tempo.
Fatto sta che il medico pensava di vederlo al suo fianco quella mattina, sopratutto dopo che aveva saputo, prima da Yoongi poi da Namjoon, della loro scappatella di qualche giorno prima e del fatto che ormai sembrassero pane e burro. Pensava di vederli amoreggiare davanti a sé ed invece le si era presentata sola, tremante, con occhi pieni di paura e una facciata che voleva farla passare da dura ma che esplicitava quanto fosse instabile e provasse timore nei confronti di quella cura che la stava consumando più velocemente di quanto tutti avrebbero creduto.
Inoltre quella volta non c'era nemmeno Jimin a rallegrarle l'animo con il suo sorriso angelico, che le strappava uno sbuffo scherzoso ogni volta, sembrava esser svanito con la scusa di dover controllare un gatto.
Già, un gatto che fino a poco tempo prima aveva i capelli azzurri e uno sfacciato sorriso sulle labbra.

Spring Day//J.Jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora