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<non penso sia una buona idea>

<è davvero una pessima idea> borbottò nuovamente Minjee finendo di annodare la stoffa nera dietro la sua testa mentre guardava il suo riflesso nello specchietto posto sull'aletta para sole davanti a lei. L'idea di andare a casa dei genitori di Jungkook non la entusiasmava particolarmente, non perché non li volesse conoscere anzi, dai racconti dell'amato aveva sempre nutrito una certa curiosità a riguardo, piuttosto la intimoriva l'idea di doverli incontrare a distanza di un giorno dal suo turbolento ricongiungimento con il corvino che si trovava al suo fianco, mentre stava parcheggiando l'auto di fronte al vialetto di casa. Tra loro c'era ancora qualche volta del leggero imbarazzo a riguardo e sperava di non crearne altro se l'argomento fosse uscito.
Minjee, inoltre, sapeva di non essere mai stata una persona molto amabile ma piuttosto pungente e fredda, temeva quindi di non piacere loro e di risultare una cattiva presenza.
Non aveva mai apprezzato le nuove conoscenze in quanto non era mai stata un granché in fatto di approcci relazionali e amichevoli, perciò credeva che nulla sarebbe andato per il meglio, perdi più il suo aspetto stanco, logoro e malato non l'aiutava in fatto di belle presentazioni.

"Si chiude una disgrazia e se ne apre un'altra"

Pensò lei sospirando pesantemente mentre al suo fianco Jungkook sembrava essere l'uomo più calmo della terra, con le mani appoggiate sulle gambe, che picchiettò, e gli occhi ricolmi di sicurezze.
<vedrai, andrà tutto bene> sussurrò lui voltando il busto in sua direzione.
<come fai ad esserne certo?> domandò Minjee dubbiosa passandosi nuovamente una mano sul capo, alla cui desolazione aveva fatto l'abitudine.
<è stata lei a volerti, non appena settimana scorsa ha saputo che saresti venuta anche tu a Busan mi ha subito chiesto di avvisarti che avrebbe aggiunto un posto in più a tavola> spiegò Jungkook facendo scaldare il fragile petto della minore a quelle parole, mentre cercò di reprimere un piccolo e imbarazzato sorriso che sorse spontaneamente sulle sue labbra. Per lei che molto spesso era stata emarginata dalla sua famiglia sapere di quella cosa, seppur da poco agli occhi di molti, le faceva provare un tepore ed una contentezza sopra le righe.
Era piacevole essere desiderati.
<quindi non le avevi detto della nostra rottura?> osservò allora Minjee senza pensare molto alla pesantezza di quelle parole, pentendosene non appena vide l'espressione serena dell'amato vacillare per qualche attimo.
<no, diciamo che ne ero talmente scombussolato che non gliene ho parlato, mi sono addirittura quasi dimenticato del suo compleanno... - sussurrò infine con tono grave facendo abbassare lo sguardo a Minjee che si morse con forza il labbro inferiore mentre le dita andarono a giocherellare nervosamente con la stoffa dei lunghi pantaloni neri che le erano stati spediti, insieme ad una camicetta bianca, da Lisa vista l'inaspettata serata che l'avrebbe coinvolta di lì a poco. I sensi di colpa tornarono a bussare alla sua coscienza insieme alle vertigini che scossero le sue gambe che si fecero gelatina al ricordo di quanto accaduto, al ricordo delle lacrime e del dolore che lei aveva causato. Affondò nel sedile della macchina mentre vergogna e imbarazzo le colorarono le guance al ricordo della disperazione che aveva gridato addosso a Yoongi pensando superficialmente che quella di Jungkook non era nulla a confronto. Sprofondò trafitta dalle colpe quando, nel momento in cui credette che il silenzio l'avrebbe resa sorda, una mano la riportò in superficie e un voce le tornò melodiosa all'orecchio - ma non ha importanza, d'altronde è passato e alla fine mi sono ricordato - un dolce risata fuoriuscì dalle labbra di Jungkook mentre la mano che prima era andata a stringere quella di Minjee, risalì lungo il fianco di quest'ultima fino ad arrivare alla guancia che pizzicò, per poi sfiorarla con la punta delle dita - smettila di affogarti nelle colpe e lascia da parte quanto accaduto. Se fossimo dovuto restare attaccati al passato sin dal principio, a quest'ora, certamente, saremmo ancora sconosciuti - Minjee percepì in quella pesante verità una sfumatura personale, come se Jungkook si fosse riferito esplicitamente a qualcosa legato a lei e al suo passato, come se qualcuno in precedenza gli avesse rivelato uno degli episodi più drammatici della sua adolescenza - Va bene così> mormorò infine, regalandole un confortevole sorriso che non riuscì, però, a sciogliere del tutto il cipiglio sul volto dell'amata che ora aveva la schiena rivolta verso la portiera della macchina.
<se fossimo rimasti legati al passato sin dal principio, tu non avresti sofferto così tanto e io, in fondo, avrei smesso di farlo> sussurrò Minjee con occhi vacui, pensando che, in effetti, se Namjoon non l'avesse fermata quella gelida notte di Novembre, le cose sarebbero andate meglio per tutti. Lei stessa avrebbe trovato la pace che tanto aveva ricercato.
A quelle sue parole vide Jungkook irrigidirsi e quella fu la conferma dei suoi sospetti, un uccellino dal manto verde scuro aveva cantato al suo orecchio canzoni che non avrebbe mai dovuto udire.
Interdetta e imbarazzata, Minjee non gli lasciò nemmeno il tempo di rispondere che frettolosamente scese dalla macchina incamminandosi verso l'entrata dell'adorabile villetta posta in una periferia alberata e silenziosa.
Jungkook la raggiunse qualche attimo più tardi, dopo aver appoggiato drammaticamente la fronte sul volante della sua auto, consapevole di essersi sbilanciato troppo con quanto detto e di aver svelato illecite confidenze. Si maledì di aver rovinato con del malumore quell'innocente scambio di ingenue incertezze, sperando solo di non aver fatto precipitare del tutto la serata.

Spring Day//J.Jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora