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Busan era tormentata da un forte temporale quella mattina.
Grandi gocce d'acqua si abbattevano funeste sul traffico nelle lunghe vie principali e sugli alti grattaceli in cui i lavoratori facevano frettolosamente avanti e indietro per i corridoi, non destando nemmeno un attimo l'attenzione verso il mare in lontananza che stava dando un incredibile spettacolo.
Le onde si abbattevano con violenza sulla spiaggia, rilasciando sui granelli umidi migliaia di alghe che, quello stesso pomeriggio, avrebbero abbellito l'intera baia. La schiuma a riva aumentava sempre di più, come le barche dei pescatori che, ondeggiando pericolosamente, si rifugiavano funeste verso la spiaggia abbandonando il largo, la cui acqua si era fatta specchio del cielo, diventando scura quanto carbone come le nuvole che sopra vi giacevano.
Di quel burrascoso scenario vi fecero attenzione solamente gli occhi di un giovane uomo, il cui animo sembrava essersi oscurato come quel cielo mattiniero, non riuscendo talvolta a trattenere le lacrime dal dolore e dalla pesantezza che gli procuravano. Solo lui ne fu spettatore, dall'alto di uno dei tanti edifici nel centro città, mentre attorno la gente era troppo impegnata a fare qualsiasi altra cosa per soffermarsi un momento.
La giacca elegante fu stropicciata dalle sue mani grandi e tremanti che un tempo erano state così forti da sostenere una fragile carcassa ricolma di sentimenti mai espressi, senza romperla, senza scheggiarla finendo però ad essere lui quello lacerato.
Erano passati cinque giorni e lui era ancora lì, ancorato ad emozioni e ricordi, incapace di accettare una realtà che gli pareva contenesse una nota di menzogna, mentre il suo cuore pesante e spezzato era ancora intento a recuperare i frammenti che aveva perso nel corso di quella fuga che, programmata in un primo momento come amorosa, si era trasformata in una corsa disperata verso un rifugio che non lasciasse entrare l'amore.

L'amore, una calamità che lo stava portando alla pazzia, che lo stava uccidendo.

Jungkook avrebbe voluto andare avanti, avrebbe voluto essere in grado di accettare il fatto che Minjee non lo avesse mai amato e lo avesse sfruttato solo per un po' di compagnia e divertimento, ma gli occhi di lei, vuoti e spenti, di quel giorno non lo lasciavano in pace un attimo, come a volerlo invitare a non ascoltare quanto detto, come a volerlo richiamare a non abbandonare tutto quello che avevano costruito, a non abbandonare lei nonostante tutto.
E quello stesso sguardo, oltre a tenerlo sveglio la notte, non faceva che far sorgere in lui i numerosi attimi vissuti assieme, dai più tranquilli e silenziosi a quelli più confusionari e divertenti non tralasciando neanche quelli più intimi e dolorosi. Quei ricordi si risvegliavano in lui con una tale impetuosità da farlo stare più male di quanto già stesse, lo scuotevano prepotentemente facendogli dolere il petto e le membra mentre la testa continuava a rinnegare la verità raccontatagli da Minjee o almeno dalla persona che aveva parlato al suo posto, perché Jungkook era sicuro che quella che aveva avuto di fronte non era la stessa ragazza con cui aveva vissuto momenti indimenticabili negli ultimi mesi, la stessa di cui si era follemente innamorato.
Non poteva essere lei e non passava giorno che non se ne convincesse sempre di più.
Minjee sapeva essere dura e schietta, possedeva poco tatto tal volta, Jungkook lo sapeva come sapeva d'altronde che crudele non lo era mai stata e mai le sarebbe appartenuto quell'aggettivo.
Secondo questo pensiero, perciò, lui non poteva che convincersi allora che l'unica soluzione fosse quella di tornare indietro e insistere affinché non gli fosse detta tutta la verità, affinché la vera Minjee non gli avesse parlato, ma c'era qualcosa che lo bloccava, c'era qualcosa che lo faceva tentennare rendendolo insicuro sui suoi passi e sui suoi pensieri.
Jungkook aveva un'indescrivibile paura che ciò che credeva fosse del tutto errato, che quella Minjee che gli era sempre stata mostrata, e raccontata da Lisa, Hoseok e Namjoon, non fosse in realtà mai esistita, che quella ragazza che gli aveva sputato con derisione una cruda versione della realtà a lui sconosciuta fosse la vera persona a cui lui aveva donato il suo ingenuo cuore, fosse la vera persona che si era nascosta, fino a quel momento, nei panni di una giovane donna stanca di una vita che mai aveva imparato a vivere.
Lui aveva paura che una volta tornato da lei, a Seoul, questa lo avrebbe rifiutato nuovamente e con ancora più derisione, schiacciando e stracciando ancor più il suo animo dolorante, aveva paura che il mondo gli crollasse nuovamente addosso e che rimanesse nuovamente scottato da una realtà che semplicemente faticava ad accettare perché troppo cieco per vederla chiaramente.
Jungkook aveva paura, tremendamente paura perché non passava giorno in cui lui non la pensasse, in cui lui non smettesse di pregare che tutto quello fosse solo un malinteso. Non passava giorno in cui lui non smettesse di amarla con la stessa intensità di prima, con lo stesso ardore di sempre.

Spring Day//J.Jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora