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Dopo un viaggetto di circa un'ora e mezza tra risate, timidi silenzi, canzoni canticchiate e sguardi di sfuggita, i due arrivarono a destinazione.
Parcheggiarono in una zona non molto distante dal centro, dopodiché iniziarono la loro serata.
Passo dopo passo, Incheon si mostrò loro movimentata e di una bellezza particolare, una località di mare piuttosto festosa e colorata.
Le vie principali erano ben illuminate e addobbi erano sparsi in ogni dove rendendo il tutto sempre più caloroso e confortante. Profumi di prelibatezze si estendevano fuori dai ristoranti richiamando i visitatori come le sirene facevano con i marinai.
Tutto sembrava perfetto e di per sé lo era, l'unica pecca, che fece inizialmente sentire a disagio Minjee, furono i numerosi sguardi che la gente le rivolgeva a causa del suo capo spoglio, coperto solo da un leggero strato di stoffa nera, che, inevitabilmente, attirava l'attenzione e faceva sorgere nei passanti mille pensieri e supposizioni.
Per lo più erano sguardi curiosi, altri compassionevoli, che fecero alterare non poco la ragazza, e altri ancora piuttosto indifferenti. Le sembrava di essere sotto i riflettori e iniziò a dubitare fortemente della scelta di quel vestito che non le permetteva di nascondere quella sua vergogna. Di solito i cappucci delle grandi felpe che indossava o i cappellini da baseball colorati le venivano in soccorso ma, in quel momento, era del tutto esposta e la cosa non poteva che renderla vulnerabile, fragile e insicura.
Ma, nonostante tutto, cercò di fare finta di niente, che quella situazione non la toccasse e turbasse minimamente, quando in realtà era l'esatto opposto.

Sfortunatamente, o fortunatamente, per lei aveva affianco a sé un buon osservatore che non ci mise molto ad accorgersi di tutti quegli sguardi curiosi dei passanti, che non sembravano nemmeno intenzionati ad essere un minimo discreti. Jungkook non ci mise molto tempo a capire che quel rossore che popolava le goti della minore fosse dovuto non dal caldo insolito di quella serata di tardo Aprile, ma da un forte senso di imbarazzo e vergogna che, a parer suo, non avrebbe mai dovuto provare.
Il corvino trovava che Minjee fosse incantevole quella sera, certo forse un po' smagrita e con il capo rasato, ma pur sempre di una bellezza raffinata che veniva sollecitata da quell'abito nero, accompagnato da un filo di trucco non troppo eccessivo né molto accennato. Non aveva assolutamente nulla di cui vergognarsi. Ma, nonostante tutto, comprendeva la sua insicurezza, già il cancro le aveva portato via innumerevoli cose, in più quelle occhiate così insistenti e penetranti, di certo, non erano un toccasana.
Le si fece più vicino, attirando così la sua attenzione che fu distolta finalmente da quell'improponibile situazione di disagio misto a fastidio e imbarazzo che alleggiava intorno a lei.
<immagino che trovino curioso il fatto che una delle candidate di Miss Corea cammini accanto a loro> disse lui, proponendo uno degli argomenti su cui, di solito, Minjee amava fare ironia, soprattutto in situazioni come quelle.
Fortunatamente il suo intento riuscì, strappandole un luminoso sorriso.
<mh penso proprio che tu abbia ragione, dai loro sguardi e bisbigli credo che presto verranno a chiedermi un autografo o una foto - scherzò lei, fingendo una camminata altezzosa che fece ridere il più alto che fu lieto di quella reazione così positiva. Nonostante tutto, era la solita Minjee - ma mi spiace per loro, per questa sera non potrò fare nulla di tutto ciò> disse infine facendo scaturire in Jungkook confusione, non comprendeva il motivo di quelle parole.
<perché?> le domandò passo dopo passo, vedendola, in un primo momento, piuttosto in certa e, in un secondo, colorarsi di un forte rossore fino alle punte delle sue orecchie, mentre cercava di imporre sul suo viso un'espressione indifferente, come se le parole che avrebbe pronunciato poco dopo non la toccassero minimamente.
<perché questa sera sono impegnata con qualcun altro e dovrei riporre la mia attenzione unicamente su di lui> disse lei cercando di mantenere un tono lineare che non facesse trapelare la fragilità delle sue emozioni, che stavano ardendo nel suo petto e che presto, molto presto, iniziarono ad infervorare anche il maggiore.
Jungkook respirò pesantemente, mentre sentì il suo povero cuore battere impazzito, non sembrando intenzionato a volergli dare tregua. Aprì bocca pronto per parlare, quando Minjee, senza lasciargli il tempo di elaborare una parola, lo precedette cercando distogliere l'attenzione di entrambi su altro, non avrebbe ancora retto per molto quella tensione che si era accumulata.
<uh che fame! Andiamo a mangiare qualcosa, magari un bel piatto di pesce o della frittelle, ho saputo che qui le fanno divinamente, oppure...> parole frettolose e imbarazzate lasciarono velocemente le labbra della ragazza, che arrivò persino mentire. Infatti, Minjee, non aveva mai fame e ogni volta era sempre uno sforzo ingurgitare qualcosa e questo, Jungkook, lo sapeva molto bene e non ci mise molto a riconoscere la bugia sulle sue labbra. Come non ci mise molto a capire che stava dicendo cose a caso, come l'improvviso elenco di pietanze che il suo corpo, il più delle volte, rigettava senza pietà, nonostante un tempo fosse stato la loro abituale dimora.
L'imbarazzo nell'aver detto qualcosa di carino e sentito, l'aveva mandata in tilt e Jungkook non poté che intenerirsi a quella visione di lei, paonazza, che gesticolava come un'adolescente che anima la baby dance per un gruppo di bimbi.
Il suo cuore fremette nuovamente, mentre emozioni familiari si fecero largo scuotendolo con prepotenza, sopratutto quando il sguardo cadeva repentinamente sulle labbra rosee e sottili di lei, oppure sulle sue attraenti forme, accentuate dall'abito indosso, che tanto aveva bramato di toccare e gustare e che, nonostante fossero leggermente smagrite, non avevano perso il loro fascino.

Spring Day//J.Jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora