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Un leggero venticello primaverile le colpì dolcemente il viso scompigliandole di poco i luminosi e lungi capelli biondi, lasciati liberi di ricadere sulle sue spalle.
I tiepidi raggi solari la riscaldavano filtrando tra i fiori di pesco e ciliegio che si trovavano sopra di lei e che le facevano un po' di ombra, mentre sedeva su una lastra di pietra liscia e levigata che fungeva da panchina, solo senza schienale.
Minjee non andava matta per quelle strane ed inusuali posti a sedere, ma, pur di trovarsi sotto quei meravigliosi alberi, avrebbe fatto uno sforzo.
Era primo pomeriggio e la maggior parte dei pazienti era nelle loro camere a fare un pisolino, come Yoongi, oppure a rilassarsi con altre persone.
Non c'era molta gente nel grande cortile e Minjee ne era più che felice, tanto silenzio e nessuno di indiscreto che ti fissava insistentemente, com'era accaduto i giorni prima.
Si sistemò meglio sul masso levigato incrociando le gambe, nonostante stesse indossando la sua semplice camicia da notte, non le importava più di tanto cosa avrebbero pensato le poche persone che le sarebbero passate vicino vedendola in quella posizione maschile e con la biancheria intima leggermente in vista.
Il suo obbiettivo era quello di stare comoda e, di sicuro, nessuno glielo avrebbe impedito.

"Al diavolo tutti voi, stupidi bigotti!"

Ridacchiò tra sé con fare malefico nell'immaginare il viso sconvolto di sua madre se l'avesse vista in quel momento, di sicuro la bionda non le avrebbe risparmiato un dito medio.
Odiava a morte quella donna, fin da quando era bambina le aveva fatto patire le pene dell'inferno, ma da quando se n'era andata, libera da ogni manuale di Bon ton, sentiva di aver iniziato a vivere e respirare.
Di sicura non sarebbe tornata indietro per nulla al mondo, forse solo per rivedere sua sorella, Wendy.
Ripensò a quest'ultima, l'aveva sentita il giorno primo e lei, ancora ignara di tutto, le aveva raccontato un sacco di cose su altrettanti argomenti.
Minjee era stata così felice di sentirla spensierata ed entusiasta che aveva preferito rimandare nuovamente il problema cancro, non aveva voluto spegnere la sua gioia.
Sospirò esausta stropicciandosi gli occhi con i palmi delle mani, possibile che la vita debba essere sempre così complicata?

Sbuffò un po' demoralizzata, afferrando poi il block notes al suo fianco insieme alla sua amata matita, appartenuta ad una persona a lei molto cara di cui ormai non sapeva più niente.
Picchiettò la punta dell'indice destro sulla superficie giallastra della consumata matita, ormai scolorita, la portò alla bocca premendo la parte superiore sul suo labbro inferiore, più carnoso rispetto all'altro.
Inclinò leggermente la testa verso il basso facendo in modo che alcune ciocche dorate ricadessero sulle sue spalle, con la mano sinistra sfogliò il blocchetto, posto sulle sue gambe, e, dopo aver scorto numerosi e vecchi disegni di fiori, appunti sulla crescita di alcune piante, omini stilizzati tracciati da Hoseok e Lisa e alcune vecchie liste della spesa, arrivò alla pagina desiderata.
Rilesse le varie scritte accostate ordinatamente a dei puntini neri.
Inserì nuove idee e ne cancellò delle altre isolandosi completamente da tutto ciò che la circondava.
L'unica cosa che sentiva era il cinguettio degli uccellini e il debole tepore del sole che la riscaldava.
In quello stato di quiete più assoluta, Minjee, era certa che nulla l'avrebbe disturbata.
Ma, come al solito, si sbagliava.

Non udì il rumore dei tacchi di Weehin sull'asfalto e, quando la donna le picchiettò la spalla con l'indice destro, la bionda si spaventò sussultando sul posto, portandosi poi una mano sul petto mentre iniziò a respirare affannosamente.
Minjee la guardò con occhi spalancati e truci mentre la donna cercò di trattenere una risata.
<non c'è niente da ridere, mi hai fatto perdere dieci anni di vita - disse in un primo momento, fino a che, ripensando alle sue parole, una smorfia le distorse il volto - anche se, in effetti, non mi potrebbero servire> ammise ricordando il motivo per cui si trovasse in quella clinica.
Wheein, che ormai aveva capito come era fatta la sua nuova paziente, alzò gli occhi al cielo sedendosi poi al suo fianco.
Le appoggiò una coperta marrone di lana sulle gambe, distendendola in modo tale che potesse coprirla nel miglior modo possibile.
Minjee inarcò un sopracciglio sorpresa e confusa quando un venticello più freddo la colpì facendola rabbrividire.
<è appena finito l'inverno, non dimenticarlo - affermò la corvina congiungendo le mani sul suo grembo mentre la lingua fece capolino tra le sue labbra, lucidate da un burro cacao, in un rapido movimento inumidendole, Minjee aveva notato che fosse l'unica, tra le giovani infermiere, a non esser esageratamente truccata. Alcune le avevano dato l'idea di pagliacci pronti per una festa di compleanno - se ti dovesse venire la febbre, nelle condizioni in cui sei adesso, staresti anche peggio> concluse Wheein con il capo basso mentre i suoi occhi sembravano esser impegnati nell'osservare una piccola coccinella che si era appoggiata sulla punta della sua scarpa sinistra colorata da un forte nero.
<non pensavo ci fosse qualcosa peggiore di questo> ammise Minjee stuzzicandola un poco mentre la guardava con la coda dell'occhio.
La vide lasciarsi scappare un leggero sorriso.
<dipende dai punti di vista>

Spring Day//J.Jk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora