Capitolo 1

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La sveglia segnava le sei in punto e come tutte le mattine non produsse uno dei soliti suoni fastidiosi tipici degli aggeggi commerciali, ma divulgò le prime notizie del giorno, comunicate dalla stazione radio preferita di Lauren, che praticamente non ascoltava altro. Come d'abitudine, non ci mise niente ad alzarsi dal letto, era una persona molto mattutina, tradizione consolidata forse, durante il secondo master preso in Norvegia, dove era solita iniziare le giornate sempre all'alba.

Indossò il completo da jogging disegnato su misura per lei da una delle stiliste di moda più famose al mondo, perchè si, oltre ad essere un genio, aveva anche un corpo mozzafiato. Era solita tenersi in forma praticando molto sport, quando naturalmente il lavoro glielo permetteva. Non si fermava un attimo: se non rimaneva rinchiusa in una sala operatoria, viaggiava per il mondo, tenendo conferenze a cui tutti aspiravano di partecipare.

Abitava nei condomini più lussuosi di Manhattan con tanto di portiere fisso all'entrata, sistema di sicurezza centralizzato, videocitofono, ascensore, visti i trentasei piani del grattacielo e porte blindate con accesso che avveniva soltanto tramite card personale che serviva poi per attivare tutti i servizi all interno dell appartamento. Insomma, ogni inquilino, viveva in una sorta di fortino circondato dalla tecnologia. Il canone di affitto si aggirava intorno ai dieci mila dollari mensili, somma che a Lauren non pesava poi più di tanto, visto le cifre stellari del suo stipendio e la ricchezza proveniente dalla sua famiglia. Il padre, prossimo alla pensione, gestiva una delle più grandi società mediche statunitensi che possedeva succursali sparse per tutto il globo, la madre, era direttrice di uno dei più grandi e famosi ospedali di New York. Lauren aveva sicuramente preso la passione per la medicina proprio da loro, che sin da piccola, le insegnavano aneddoti sul corpo umano e sulle sue funzioni. Da allora il suo obiettivo era stato sempre e soltanto uno: diventare un chirurgo a qualsiasi costo.

Lauren chiamò l'ascensore che ci metteva un po' ad arrivare, soprattutto al mattino quando rimaneva fermo per la notte ai primi piani del grattacielo. Il display lo collocava al ventesimo piano, motivo per cui ci sarebbero voluti ancora alcuni secondi prima del suo arrivo, secondi, che Lauren impiegò per indossare le cuffiette alle orecchie ed infilare il cellulare nell'apposita busta che aveva fissato al braccio. Il campanello tentennò e le porte si aprirono. Per fortuna era vuoto, non aveva voglia di conversare con uno dei suoi vicini, almeno non prima del suo consueto caffè che prendeva al ritorno nello shop all angolo. Premette il pulsante che dettava "piano terra" ed attese di arrivare a destinazione.

"Buongiorno signorina Jauregui!" - la salutò come ogni mattina , Alfred, il portiere dello stabile -
"Buongiorno a lei Alfred!" -ricambiò Lauren -
"Buona corsa" - sentì mentre stava per allontanarsi -

Lauren alzò il braccio in segno di ringraziamento ed iniziò la sua corsa. In quel momento le strade di New York non erano molto affollate, non di certo come lo sarebbero state fra qualche ora. Riusciva a procedere ad un passo moderato e costante, senza dover essere costretta a schivare i passanti sui marciapiedi. Aveva un percorso abituale che eseguiva ogni giorno: nei suoi dieci km attraversava due isolati, arrivava al polmone verde della metropoli, Central Park, faceva il giro del lago e tornava indietro. In tutto, impiegava più o meno un'ora, tempo che trascorreva isolandosi dal mondo e perdendosi nella sua musica.

Al ritorno si fermava al negozio all angolo dove ormai era una cliente abituale. Era uno di quei locali tipici, adibito più che altro a bar, dove le persone, per lo più studenti ed impiegati degli uffici intorno, se ne stavano lì per passare qualche ora a studiare o staccare un attimo dal lavoro. Lauren dopo mesi di serie valutazioni e ricerche, aveva constatato che lì dentro, facessero il caffè più buono dell'intera città, per questo al mattino, non mancava mai la sua tazza da asporto che portava a casa.

"Ciao Lauren! Il solito?" - domandò la barista non appena la vide entrare -
"Hey Felicity, si grazie, questa volta però aggiungici più caramello per favore" - Lauren estrasse dalla tasca dei pantaloni i cinque dollari che portava sempre con sè e li poggiò sul bancone -

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