Capitolo 29

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"Abbiamo provato di tutto, l'abbiamo messa alle strette, l'abbiamo quasi minacciata, ha scelto comunque di stare dalla sua parte." - spiegò Lucy alla donna che aveva di fronte a lei -

"Maledetta!" - Clarissa posò il suo bicchiere di whisky sulla scrivania dopo aver ingurgitato una bella dose di liquido -

"E ora che facciamo? Non è servito a nulla tutto questo" - disse Lucy delusa -

"Innanzi tutto quello che serve o non serve, lo decido io Vives! - la donna la fulminò con lo sguardo - " e poi il nostro piano, cambia solo di qualche virgola. Pensano di essere imbattibili perché il loro legame è così forte da andare contro tutto, dobbiamo solo ricordargli, quanto l'amore sia fragile ed imprevedibile"

Lo sguardo penetrante e scaltro di Clarissa iniziò ad infiammarsi, segno che aveva appena avuto altre idee per proseguire la sua battaglia. Nella vita non si era mai arresa, aveva sempre combattuto per arrivare all'obiettivo, in modo morale o no.

Aveva avuto un'infanzia molto movimentata: era stata abbandonata dai genitori di fronte alle porte di una chiesa ed aveva trascorso la sua infanzia in un convento tra suore e sacerdoti che non le permettevano di fare quasi nulla. All'età di dodici anni, finalmente fu adottata da una ricca famiglia New Yorkese che non poteva avere figli e da allora la sua vita era cambiata totalmente. Dal non avere quasi nulla, se non il necessario, Clarissa, questo era il nome che la madre naturale voleva le venisse dato, si ritrovò a vivere nel lusso, dove tutto ciò che chiedeva le veniva dato.

Questo però non fece che peggiorare la sua situazione in quanto cominciò a sentirsi sempre più sola, rinchiusa in quell'enorme casa, circondata da oggetti che non le significavano nulla. Non aveva amici, tutti la definivano strana, lasciandola così in disparte. Nel corso degli anni il suo carattere era totalmente cambiato: dalla bambina dolce e solare diventò una donna fredda e meschina. Aveva imparato a contare solo su sé stessa e nessun altro.

Clarissa ora era a capo dell'azienda del padre adottivo, ritiratosi qualche anno prima, a causa di un tumore che lo aveva portato via alla sua famiglia troppo presto. Ai suoi fratellastri, dediti solo al gioco ed alla bella vita, non importava nulla di quegli affari, a loro bastava soltanto avere il conto in banca pieno. Così si era occupata sempre di tutto da sola, non ricevendo neanche un piccolo ringraziamento in cambio.

Quando diventò maggiorenne ebbe l'idea di andare a cercare i suoi genitori naturali, che non appena la videro, la rifiutarono senza battere ciglio. Il padre arrivista e parassita, non ebbe nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi.

Si limitò a dirle " non posso prendermi cura di te! Non voglio figli!". Clarissa ci rimase molto male, visto che il suo intento era solo quello di poterlo conoscere, nulla di più. Aveva un carattere molto diverso da lei: risultava essere più codardo, più egoista, più timoroso, tutti difetti che odiava in una persona. Aveva immaginato tante volte come potesse essere suo padre ed in quel momento, aveva deluso tutto le sue aspettative.

L'incontro con sua madre invece fu diverso: lei, donna di successo, austera e di bella presenza, le assomigliava più di quanto non volesse ammettere. Dopo i primi istanti di shock, l'aveva trattata con gentilezza ed era sembrata anche interessata a conoscerla, fino a quando, messa di fronte alla realtà di dover dire alla sua famiglia dell'esistenza di Clarissa, si tirò completamente indietro, abbandonandola, di nuovo.

Da allora non li aveva più cercati, aveva tagliato qualsiasi tipo di collegamento con loro, ci era rimasta troppo male per voler riprovarci. Come sempre, le persone, avevano messo al primo posto qualcos'altro rispetto a lei. Così aveva proseguito per la sua strada diventando una ricca e stimata manager di una delle più grandi aziende di New York, ma dietro l'apparente donna equilibrata, si nascondeva tutt altro.

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