Capitolo 52

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"La situazione è grave. Gli organi interni stanno vedendo, l'abbiamo recuperata per pura fortuna. Ha bisogno di un trapianto di cuore immediato, altrimenti non supererà la notte..."

Queste, furono le parole del chirurgo che Camila riuscì ad ascoltare da fuori la camera. Dovette appoggiarsi al muro, perché quasi, non riusciva più a sentire le gambe. Lauren stava morendo, sul serio e lei, non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo. La stava perdendo ed il dolore che sentiva dentro, era dilaniante.

"Come facciamo a trovare un donatore in poche ore? È impossibile!" - gli rispose la madre disperata -

Ed aveva ragione. La donazione di organi era una faccenda molto complicata e soprattutto lenta. Non avrebbero mai fatto in tempo a trovare un cuore sano in poche ore e Lauren aveva i minuti contati. La cubana si accasciò a terra, mentre le lacrime le scorrevano sulle guance. Al suo fianco, Natalia, che in qualche modo, cercò di darle un minimo conforto.

"Si prepari a dirle addio signora Jauregui! Mi dispiace tanto!"

L'uomo brizzolato di mezza età, uscì dalla stanza dando un'occhiata a Camila, per terra, singhiozzante.

Era finita.

Lauren se ne stava andando.

"Ancora qui sei? Non ti avevo det..."
- la donna fu subito interrotta -

" Mi pare sufficiente no? Sua figlia sta morendo, la smetta di fare la stronza ed urlare all'unica persona che la ama quanto lei. In questo momento dovreste stare vicino e farvi forza. Non serve più a nulla litigare, non migliorerà le condizioni di Lauren. Quindi la smetta di fare la bambina capricciosa e si dia da fare per provare a salvarla. Fino all' ultimo secondo!" - sbottò Natalia contro la madre di Lauren -

La donna rimase sorpresa da quella ragazza così sfrontata che ebbe il coraggio di dirle le cose in faccia. Aveva ragione, non serviva a nulla tutto quello odio. Sua figlia stava morendo e nonostante fosse uno dei più bravi medici al mondo, non poteva farci nulla.

"Va-vado a fare alcune telefonate!"
- disse la donna, dando un'occhiata dispiaciuta a Camila -

"Grazie!" - affermò tra le lacrime Camila - "non avrei sopportato altre cattiverie da parte sua ora!" - si asciugò le lacrime con la felpa che indossava -

"Che riesca almeno a salvare una delle due figlie, visto che con l'altra ha fatto letteralmente schifo!" - esclamò Natalia -

Con quelle parole, Camila si risvegliò imrpovvisamente. Guardò la ragazza come se le avesse appena rivelato un segreto vitale. I suoi occhi brillavano e sulla sua bocca si formò un sorriso strano. Si alzò in piedi e cominciò a camminare velocemente lungo il corridoio. Natalia, senza sapere cosa le stesse succedendo, la seguì senza fare domande.

"Dove stai correndo?" - le chiese infine, facendo fatica a starle dietro -

All improvviso la cubana si fermò. Di fronte alla porta due poliziotti in divisa, erano immobili ed imperturbabili. Natalia capì subito: quella era la stanza di Clarissa, sorvegliata a vista, perchè non potesse scappare, anche se, non avrebbe mai potuto farlo, visto le condizioni in cui si trovava.

"Camila?" - Natalia l'afferrò per un braccio - "che vuoi fare?" - le chiese mentre lei si staccò dalla sua presa -

" Quello che avrei dovuto fare non appena siamo arrivate qui..." - disse seria, bloccandosi davanti agli agenti che non la fecero entrare -

"Signorina, l ingresso in questa camera è vietato a tutti tranne che al personale.." - affermò uno dei due uomini con voce grossa -

"E' una questione urgente, potrebbe dipendere la vita di una persona, mi lasci passare..."
- Camila provò a spingere ma i due, erano irremovibili - " Lasciatemi passare ho detto, brutti.."

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