Capitolo 31

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"Dai sai che non mi piacciono le sorprese! Mi mettono ansia!" - sbuffò la cubana -

"Certo che sei strana eh! Secondo me sei l'unica persona al mondo a cui non piace una sorpresa!" - la prese in giro la corvina -

" Ora posso togliermi la benda?" - si lamentò ancora Camila -

"Hai per caso sentito la macchina fermarsi? Quindi no!" - Lauren si assicuró che non potesse sbirciare -

Lauren, nonostante non fosse proprio il tipo di persona romantica, aveva organizzato questa serata nei minimi dettagli e con la più rigorosa cura. Voleva far trascorrere alla sua fidanzata del tempo in cui non avrebbe potuto pensare a nulla, se non a quanto stesse bene e fosse felice. In questi ultimi giorni era stata molto stressata e giù di morale per via della sorella e dei mille problemi che erano sorti. La corvina sapeva quanto tutto questo la colpisse, lo vedeva dai suoi occhi che piano piano cominciavano a spegnersi.

"Ci siamo fermati! Ora posso?" - borbottò come una bambina la cubana -

" No! Smettila di chiederlo, quando potrai, sarò io a togliertela! Ora fai piano che dobbiamo scendere"

Lauren aiutò Camila, ancora bendata, a scendere dall'auto senza cadere. Non era facile guidare una persona, soprattutto se la strada risultava essere piena di insidie. Ad un certo punto si fermarono: la cubana notó subito come l'ambiente intorno a lei era cambiato. Non sentiva più il rumore frenetico della città con le centinaia di macchine, i clacson ed il vociferare delle persone, ora tutto ciò che udiva era il silenzio.

" Mi hai portato in un luogo dove non c'è nessuno per uccidermi meglio?" - domandò giocosamente Camila -

"Quello dopo, ora ho altri piani!" - affermò la corvina, allentando il nodo della benda stretto sulla nuca della sua fidanzata - "Sei pronta?"

" Forse.." - sospirò pesantemente Camila -

Non si era mai sentita così in ansia, nemmeno per le occasioni più importanti. Aveva le mani sudate e fredde ed il cuore che le stava per uscire dal petto. Il suo battito accelerava di secondo un secondo. Era agitata, perché davvero, non sapeva cosa aspettarsi.

Sentì lentamente diminuire la stretta della benda sui suoi occhi, che piano piano incominciò a scendere fino a che, non ebbe una completa visuale di fronte a sé. La cubana rimase senza parole: davanti a lei una tenda bianca da matrimonio, completamente illuminata da lucine piccole calde che rendevano l'atmosfera più accogliente. Al centro un tavolo rotondo addobbato con una tovaglia di lino bianca ed un centrotavola fatto di rose rosse. Non riusciva a vedere quante fossero.

Camila guardò Lauren con un espressione stupefatta, chiedendole con gli occhi, se tutto quello, fosse davvero per lei.

"Prego signorina!" - la corvina spostò leggermente indietro la sedia per farla accomodare -

Le due ragazze si trovavano al centro di uno dei luoghi più caratteristici di New York, Central Park, che per l'occasione, Lauren, aveva chiesto al sindaco, suo amico, di farne chiudere un piccolo pezzo al pubblico, cosicché potessero stare beatamente tranquille. La cubana non era mai stata in quel posto di sera e di certo, non sotto un tendone fatto apposta per lei. Si sentiva sopraffatta, come se tutto ciò che provava per quella ragazza, la stessa invadendo completamente. Continuò a guardarla per tutta la cena, ammirando ogni suo piccolo movimento. Ogni gesto, era fatto in sua funzione: Camila si sentì per la prima volta considerata, amata ed importante per qualcuno.

"Vieni..." - Lauren allungò la mano verso di lei -

"C'è dell'altro?" - chiese stupita la cubana -

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