Capitolo 46

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Camila se ne stava lì seduta, in prima fila, su una di quelle sedie scomode, tipiche delle sale conferenze. Aveva lo sguardo fisso verso un punto imprecisato di fronte a sè, sembrando totalmente estranea a ciò che le stava accadendo intorno. Un centinaio di persone ascoltavano in silenzio le parole di quella bellissima donna che era in piedi davanti a lei, fiera di ciò che stava raccontando. Lauren era nel pieno della sua conferenza ed il modo con cui riusciva ad ammaliare i suoi ascoltatori, era impressionante. Nessuno si muoveva, tutti rimanevano incantati da quella voce rauca ma soave, che la cubana tanto amava.

"Bene signori, è l'ora delle domande. Sono pronta a rispondere a qualsiasi quesito abbiate da propormi!"

In quel momento, le iridi smeraldo della corvina, si incastrarono perfettamente in quelle cioccolato della cubana. Uno sguardo che lasciava poco da intendere.

* POCHI MINUTI PRIMA*

"Quindi era questo il tuo piano no? Lasciarmi da sola ad aspettarti come un idiota, credendo che finalmente potessimo avere una conversazione da persone adulte?"- Lauren si scagliò subito contro Camila, non appena la vide entrare al bar -

"No, Lauren, io, posso..." - la cubana si bloccò, sotto lo stupore della corvina - "posso..." - sapeva di non poterle spiegare nulla e così rimase in silenzio -

"Non sai nemmeno tu che cosa dire Camila!" - Lauren posò con forza il suo bicchiere sul bancone - " e sarò sincera.." - prese la giacca poggiata su uno degli sgabelli vicini - "ho sbagliato tanto con te, lo ammetto, ma ora sono stanca!" - si alzò, lasciandole un ultimo sguardo -

"ti posso spiegare..." - disse infine la cubana sottovoce quando Lauren se n'era già andata, lasciandola sola -

Ed ora era lì, seduta in quella sala, immersa in un vortice di emozioni contrastanti che le facevano battere il cuore all'impazzata. Lo sentiva pompare in gola. Le mani erano fredde, quasi gelate, eppure stava sudando. Prese coraggio e si alzò in piedi, anche se le gambe non l'avrebbero retta a lungo. Tutta la sala si fermò a guardarla, ansiosi di sapere che cosa avesse in mente. Lauren la fissò, aggrottando le sopracciglia in un'espressione di puro stupore. Due fotografi, posti ai lati del palco, le scattarono alcune foto. Camila chiuse gli occhi, deglutì anche se di saliva non v'è n'era più e si buttò.

" Dottoressa Jauregui, vogliamo parlare di come ha quasi ucciso quella donna a causa della sua incompetenza?" - era fatta, non poteva più tornare indietro -

"Co- come scusi?" - esclamò allibita la corvina -

" Ha sentito perfettamente! A causa della sua incompetenza, una donna è in coma. Tutti questi riconoscimenti che le vengono dati, non mi sembrano poi così tanto giusti, non crede?"

Le persone in sala iniziarono a mormorare. Tutti erano sconvolti nel vedere quella giovane ragazza, così sfrontata nell esprimere quello che forse, tutti, in quella sala, pensavano, ma non avrebbero mai detto. Lauren era rimasta immobile, freddata da quelle parole che uscirono dalla persona che meno si sarebbe aspettata.

La corvina rimase stupefatta, inerme sul quel palco, priva di qualsiasi parola, poté sentire addirittura il cuore, perdere un battito. Centinaia di occhi erano fissi su di lei, impazienti di sapere come si sarebbe svolta la situazione. Il respiro affannoso di Lauren, mostrava quanto quello, per lei, fu un colpo basso. La persona che più amava al mondo, l'aveva appena tradita, affossandola davanti a tutti. Appoggiò le mani sul leggio, sentendo le gambe farsi sempre più deboli e lo strinse, finché la pelle non divenne quasi viola.
In quel momento, nella testa della corvina, vi era una confusione tale, da non poter nemmeno esprimere un pensiero di senso compiuto. I flash dei fotografi cominciarono a scattare all' impazzata.

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