Capitolo 4

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Fare da balia ad un gruppo di specializzandi alle prime armi, dotati solo delle conoscenze base, era faticoso e richiedeva pazienza, la stessa, che Lauren non aveva mai avuto. Non aveva nè la voglia nè il tempo di seguire quei ragazzi in ogni loro mossa, ma se avesse voluto qualche possibilità per diventare primario, doveva rispettare le regole senza lamentarsi più di tanto. Così, quella mattina, ancora frastornata dopo la notte passata in compagnia della sua amica Keana, si precipitò al lavoro, sapendo che come al solito, non avrebbe passato una giornata leggera.

Il mal di testa continuava ad essere presente e martellarle sulle tempie, nonostante avesse già preso una pastiglia per risolvere questo problema. Oramai non poteva più uscire per tutta la notte ed il mattino seguente affrontare una giornata di lavoro, non con un lavoro come il suo, dove era necessaria la massima attenzione e precisione. Non aveva più l'età giusta per fare delle cose del genere o semplicemente, il suo fisico, non era più abituato.

Quella mattina aveva anche saltato la sua abituale corsa ed era passata direttamente al caffè, che aveva preso doppio, sperando nelle sue capacità risveglianti. Come sempre succedeva, non era riuscita a dire di no dopo la fine del primo drink. Non ricordava neanche precisamente quando avesse bevuto, aveva perso il conto dopo il quarto martini. Sapeva che tutto ciò non era molto salutare per la sua salute, perdersi a bere senza aver mangiato nulla, perchè di solito, il tempo anche solo per un panino, non lo riusciva mai a trovare. Così saltava i pasti o ingeriva le prime schifezze veloci che riusciva a trovare e tornava al lavoro.  L'altra sera non aveva mangiato nulla prima e l'effetto dell' alcool a stomaco vuoto, ci mise meno a farsi sentire.

Ricordava solamente di essersi trascinata fuori dal locale insieme alla sua amica a notte fonda, soltanto perchè i dipendenti, prossimi alla chiusura, avrebbero dovuto iniziare a pulire. Colsero così l'occasione per tornare a casa dopo aver chiamato un taxi, visto che entrambe, non riuscivano quasi a reggersi in piedi. Con Keana le serate finivano sempre più o meno in questo modo: alcool, ballo, sbornia e mal di testa, queste le quattro fasi principali.

"Allora ragazzi..." - Lauren entrò nella sala conferenze dove aveva riunito tutti - " come vi ho già spiegato, entro stasera, quindici di voi dovranno cercare un altro tirocinio a cui poter partecipare. Nella giornata di oggi voglio vedere tutto il vostro spirito di iniziativa, la vostra voglia di saper risolvere un problema, le vostre capacità che non sono sicuramente un dettaglio, ma soprattutto voglio vedere la vostra umanità, il vostro rapportortarvi con i pazienti. Per me è una cosa fondamentale saperli mettere a proprio agio, dargli tutta l'assistenza necessaria. Fare il chirurgo non significa soltanto tagliuzzare parti del corpo e rimetterle a posto, significa anche empatizzare con la persona che hai di fronte e che sicuramente, in qualche modo, sta soffrendo"

I ragazzi seduti di fronte a lei l'ascoltavano ammirati, pronti ad assorbire anche il più piccolo insegnamento che gli sarebbe poi servito in futuro.  D'altronde Lauren non era molto più grande di loro, eppure era già un chirurgo più che affermato, in una delle specializzazioni più difficili al mondo. Come si poteva non essere meravigliati davanti a cotanta bravura?

"Soledad? Non si possono abbassare un po' le luci in questa stanza, quel neon mi sta uccidendo.." - si lamentò Lauren, serrando leggermente gli occhi infastiditi dal chiarore -  "comunque direi che sia arrivato il momento di iniziare..." - in sala scoppiò un vociferio tra le matricole in ansia - "Vi spiegherò come funziona, se ho capito bene anche io, visto che è la prima volta che mi occupo di queste cose.." - la dottoressa cominciò  asfogliare delle carte - "Allora, la giornata sarà suddivisa principalmente in quattro parti che ognuno di voi dovrà affrontare..."
- prese in mano un pennarello ed iniziò a scrivere sulla lavagna bianca -

"Dottoressa Jauregui?" - la interruppe Soledad - "mi hanno appena chiamato per un'emergenza in sala operatoria, dovrà cavarsela da sola..." - la informò la donna, scappando via dalla sala -

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