Per la prima volta venire portata nella stanza del priore fu per Tenko motivo di assoluto piacere. Per tutto il tragitto pregustò il momento in cui avrebbe ucciso il suo carnefice, chiedendosi quale sarebbe stato il modo migliore per restituirgli tutto il dolore che le aveva inflitto.
Come sempre le guardie la lasciarono sul letto, dopodiché uscirono e l'ecclesiastico andò a chiudere la porta.
«Allora, mia cara, oggi come vuoi farlo?» le domandò il sacerdote mentre girava la chiave nella serratura.
Si voltò, ma la sua espressione libidinosa sfumò nel trovarsi davanti la demone, in piedi e perfettamente lucida. Ebbe un attimo di esitazione e lei gli tirò un pugno alla gola. L'uomo cadde a terra e subito lei gli portò le mani al collo per strangolarlo.
«Ti piace così?» gli chiese, un sorriso perverso stampato sul viso.
Lui provò a dimenarsi, ma lei non demorse. La rabbia e la disperazione avevano reso la sua stretta d'acciaio.
Il volto del priore cominciò a cambiare colore e i suoi movimenti si fecero convulsi. Stava per morire, ma Tenko non provò piacere. Avrebbe voluto torturarlo, tagliargli le mani e magari anche gli attributi, e poi torturarlo ancora, per settimane, come lui aveva fatto con lei. Ma non poteva. Se lui fosse riuscito a chiamare aiuto, ogni speranza di fuga sarebbe svanita. Per quanto insoddisfacente, doveva ucciderlo in fretta.
Finalmente il sacerdote smise di contorcersi, ma Tenko non allentò la presa. La sua mente era completamente assuefatta dalla lotta, e poi voleva essere del tutto certa della morte del suo aguzzino.
Dopo un tempo imprecisato si alzò. Uccidere quel mostro era stato il primo passo, ora però doveva fuggire dalla canonica.
Innanzitutto andò a prendere la fiala con l'antidoto. Ormai sapeva che il sacerdote la teneva sulla credenza: gliela faceva bere ogni volta prima di farla riportare in cella. Provò a cercare altre dosi, ma senza fortuna.
Appoggiò la boccetta vicino alla finestra: dal momento che aveva solo quella, doveva cercare di farla durare il più possibile.
Fatto ciò, tornò dal priore e cominciò a spogliarlo. Quella era la sua stanza privata, quindi non indossava la tunica gialla, ma camicia, pantaloni e stivali.
Tenko si sfilò la ruvida veste da prigioniera e indossò gli abiti dell'ecclesiastico. Le andavano larghi, ma tanto erano solo provvisori: essendo di pregevole fattura, avrebbe potuto scambiarli e ricavarci qualche soldo.
Una volta pronta, riprese la boccetta con l'antidoto e guardò fuori dalla finestra. Non vedeva nessuno, e comunque l'oscurità avrebbe coperto la sua fuga.
Salì sul davanzale e poi saltò giù. Era un po' fuori allenamento, ma riuscì comunque ad attutire l'impatto con una capriola.
Senza allontanarsi dal muro della canonica raggiunse la cancellata che circondava il cortile, si arrampicò sulle sbarre e in un attimo fu dall'altra parte.
Una volta a terra si concesse un attimo per assaporare l'aria frizzante della notte. Finalmente era libera. Finalmente poteva ricominciare a vivere.
No, non era ancora finita. Nel giro di qualche ora il veleno avrebbe cominciato a fare effetto, e lei aveva solo una pozione giornaliera: doveva trovare l'antidoto permanente.
Magari un guaritore avrebbe avuto ciò che le serviva, ma purtroppo in quella città tutti i guaritori erano dei chierici. O per lo meno tutti quelli ufficiali: doveva andare nelle zone di periferia, dove probabilmente avrebbe trovato qualcuno in grado di aiutarla.
Infilò la fiala in una tasca, pronta a correre via, ma una voce la chiamò: «Ehi, ho quello che ti serve»
Lei si voltò e vide un uomo completamente coperto da una mantella col cappuccio.
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Age of Epic - 1 - Eresia
FantasyDa quando la sua famiglia è stata uccisa, Tenko ha combattuto ogni giorno, decisa a sopravvivere solo per compiere la sua vendetta. Ma il suo nemico è il Clero, la più potente istituzione del mondo, fondata dagli dei per garantire pace e prosperità...