19. Il viaggio continua

4 2 0
                                    

Zabar, terrorizzato dall'assembramento di guardie, cercò istintivamente di nascondersi dietro Tenko. In passato aveva già fatto ricerche pericolose, abbastanza da valergli una condanna a morte se fosse stato scoperto, ma non si era mai trovato in una situazione del genere. Non sapeva cosa fare.

«Gettate le armi!» ordinò il capo dei militari.

Il chierico era quasi tentato di dargli retta, ma la sua compagna non ebbe il minimo tentennamento. Da una tasca della cintura aveva preso una specie di rozzo contenitore di legno, abbastanza piccolo da starle in una mano. Ruotò una delle metà e dopo pochi istanti una barriera di energia avvolse i due demoni, come una cupola diafana.

Alcuni versi di sconcerto si diramarono tra le guardie.

«Wow...» esalò Zabar, chiaramente ammirato. «Che cos'è?»

«Non lo so» fu la schietta risposta di Tenko. «Me l'ha dato Chi-sai-tu: diceva che può creare scudi.»

«Beh, direi che funziona!»

«Ma non durerà per sempre. Tra quanto arriva?»

«Spero a momenti» affermò Zabar, adesso un po' più fiducioso.

La giovane non si fece contagiare dall'ottimismo del chierico. «La speranza non è il mio forte.»

Nel frattempo i militari, dopo qualche momento di incertezza, vennero riportati all'ordine dal loro leader: «È solo uno scudo!» gridò con voce imperiosa. «Distruggetelo!»

Rinvigoriti dalle parole del capitano, i maghi cominciarono a scagliare incantesimi, mentre gli altri uomini si fecero avanti con le armi in pugno. La barriera incassò i primi colpi, ma ben presto il suo volume cominciò a ridursi. La superficie, dapprima limpida e fluida, si fece man mano più rada, incerta: stava cedendo.

«Arriva o no?!» imprecò Tenko, che già aveva sguainato la spada. Se doveva morire, l'avrebbe fatto combattendo.

«Sta arriva-»

La risposta di Zabar venne interrotta da un verso acuto, seguito da una raffica di vento che sbilanciò diverse guardie.

«Te lo dicevo che stava arrivando!» affermò il chierico, fiero del suo compagno pennuto.

«Alla buon'ora!» ribatté la giovane, molto meno entusiasta di quell'arrivo all'ultimo momento.

Il grifone si fece largo tra le guardie con dei potenti battiti d'ala, così forti da mettere in difficoltà anche gli uomini più robusti e pesantemente armati.

Tenko rinfoderò la spada. «Pronto?»

Zabar cercò di farsi coraggio con un rapido sospiro. «Servirebbe dire di no?»

La giovane ruotò nuovamente la metà del piccolo cilindro e lo scudo svanì di colpo. Il grifone atterrò davanti a loro e i due gli saltarono subito in groppa. In un attimo l'animale spiccò il volo e finalmente superarono le mura, diretti verso il cielo stellato e le sue due lune.

«Ti prego, non facciamolo mai più» ansimò il chierico, improvvisamente esausto. Ora che il terrore si era attenuato, il peso della fatica e della tensione avevano preso il sopravvento.

Tenko, decisamente più abituata a quelle situazioni "spiacevoli", rimase concentrata sulla foresta. Il giorno prima uno dei servi di Icarus le aveva mostrato la posizione del secondo laboratorio: era situato in una grotta naturale, perfettamente nascosto tra la vegetazione, ma lei era convinta di riuscire a ritrovarlo senza problemi.

Zabar fece atterrare il grifone e i due demoni scesero a terra per proseguire a piedi. Di notte la foresta sembrava tranquilla, ma di tanto in tanto si udiva qualche leggero rumore; quasi sicuramente si trattava di piccoli animali: era improbabile che un grosso predatore vivesse così vicino a una grande città come Chalacyra.

Age of Epic - 1 - EresiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora