Epilogo

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Appena si fu ripreso dalla botta e dall'attacco mentale, Leonidas invocò la benedizione di Susanoo e si liberò dalla prigione di terra.

Gli eretici avevano deciso di risparmiarlo, ma non sapeva se esserne felice o triste: ora doveva fare rapporto del suo fallimento, ma soprattutto con ogni probabilità gli avrebbero ordinato di rimettersi all'inseguimento dei due demoni.

Non voleva dare loro la caccia. Il caos che avrebbe seguito la morte degli dei lo spaventava davvero – aveva una famiglia da proteggere – allo stesso tempo però avrebbe preferito lasciare perdere quella che ormai gli sembrava una faida priva di senso.

Gli mancavano sua moglie, i suoi figli, la sua vecchia vita: avrebbe rinunciato a tutto pur di tornare a essere il capitano delle guardie di Milegos.

Non avendo più il grifone, si avviò a piedi verso Chalacyra, lentamente, come a voler rimandare il momento della verità: gli serviva del tempo per riflettere.

Susanoo gli aveva garantito dei poteri da inquisitore, lui però non aveva saputo sfruttarli a dovere. Dentro di sé sapeva che quella carica non faceva per lui: doveva chiedere al dio di riprendersi il suo dono, in cambio si sarebbe offerto di tornare a Milegos, dove si sarebbe impegnato a garantire pace e tranquillità come semplice guardia.

Finché la sua famiglia era al sicuro, sarebbe stato felice.


***


Tenko sapeva di essere in un sogno. Tutto intorno a lei era nero e silenzioso, e presto loro si sarebbero mostrate.

«Perché non l'hai ucciso?» le chiese la prima donna.

«Lui è un servo degli dei.»

«Meritava di morire!»

«No, non lo meritava» ribatté la demone. «Io e Leonidas non siamo d'accordo su molte cose, ma è una brava persona: non merita di morire.»

«Non spetta-»

«Silenzio!» la interruppe la giovane. «Non intendo più dare retta ai vostri stupidi giochetti! Perché mi avete dato questi poteri? Volete che uccida gli dei? Perché? Cosa ci guadagnate?»

«Molte persone hanno subito un destino atroce a causa degli dei.»

«Abbiamo percepito la loro rabbia e la loro disperazione.»

«Di ognuno di loro!»

«Noi siamo spiriti di vendetta.»

«E lo sei anche tu!»

«Sai che è così.»

«Sì, è vero. La vendetta mi ha permesso di sopravvivere fino ad ora. In un modo o nell'altro riuscirò a uccidere gli dei, quindi non osate intralciarmi di nuovo.»

«Ci stai minacciando forse?»

«Non sei nella posizione di dare ordini, piccolina.»

Tenko abbassò lo sguardo, consapevole di aver sbagliato atteggiamento. «Tempo fa mi facevo guidare dai miei istinti peggiori, ma ora non più. Vendetta, rabbia, disperazione: adesso sono io a controllarle, sono la mia forza, ma devo essere lucida se voglio usarle appieno.» Con uno sforzo di volontà represse tutto ciò in cui credeva e si inginocchiò. «Vi prego, lasciatemi sfruttare la vostra benedizione a modo mio, e nessuno potrà fermarmi.»

Le tre donne parvero colpite, ma era difficile dire se lo fossero in senso positivo o negativo.

«D'accordo, piccolina.»

Age of Epic - 1 - EresiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora