24. Verdetto

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Nello sguardo di Tenko si poteva leggere tutt a la rabbia e la frustrazione che provava in quel momento. I teriantropi le avevano legato le mani, esattamente come avevano fatto con Zabar, e ora li stavano scortando chissà dove, presumibilmente al loro villaggio. Era quasi certa di potersi liberare da quelle spesse corde, l'istinto le diceva di fuggire, ma non intendeva farlo. Non voleva abbandonare Zabar, e in ogni caso non sarebbe sopravvissuta in quella gelida foresta da sola e disarmata.

Zabar, che camminava pochi passi dietro di lei, era invece spaventato ed eccitato. Aveva paura che i teriantropi decidessero di giustiziare lui e Tenko, una piccola parte di lui temeva addirittura che li avrebbero mangiati per cena, ma era comunque elettrizzato dall'idea di averli incontrati. La presenza di popolazioni in quell'area dimostrava che il Clero si sbagliava su alcune cose, che gli dei non erano onnipotenti, e questo spalancava la porta a una miriade di nuove possibilità. Forse avrebbe trovato davvero qualche indizio sulla vera origine del loro mondo.

All'improvviso il teriantropo in testa si fermò. Il suo aspetto richiamava quello di un imponente leopardo delle nevi e con ogni probabilità era il leader del gruppo. Diede alcuni ordini agli altri cacciatori, che annuirono e cambiarono leggermente disposizione, mettendosi in cerchio intorno ai prigionieri. Dovevano controllare che non fuggissero, ma erano anche all'erta per eventuali attacchi da parte di animali selvatici.

Zabar ne approfittò per avvicinarsi a Tenko. «Credo stia andando al villaggio per parlare con qualcuno, probabilmente gli anziani o comunque qualcuno di più saggio e autorevole di lui.»

La demone non smise di studiare i teriantropi. «Stai pronto. Se decidono di ucciderci, dovremo agire in fretta.»

Il chierico ammirava molto la tenacia di Tenko, ma aveva il fondato timore che, se quei cacciatori alti più di due metri avessero deciso di ucciderli, le loro chance di opporsi sarebbero state pressoché nulle.

L'attesa pareva destinata a durare in eterno e la demone continuava a guardarsi intorno, seria e concentrata. Per quanto difficile, stava cercando di intuire le capacità dei vari cacciatori presenti così da decidere quale fosse il punto migliore verso cui darsi alla fuga.

Quando, pochi minuti dopo, il capo dei cacciatori fece la sua comparsa, Tenko aveva già preparato un rudimentale piano di fuga. In realtà era un mezzo suicidio, ma era comunque meglio che aspettare di venire giustiziati.

Zabar dal canto suo drizzò le sue orecchie da pipistrello per cercare di carpire il benché minimo indizio su ciò che li attendeva. Se davvero i teriantropi intendevano ucciderli, un solo secondo avrebbe potuto fare la differenza.

«Gli anziani vogliono interrogarli» annunciò il leopardo delle nevi nel suo particolare dialetto. «Portateli allo steccato e legateli.»

Tenko, le mani già pronte su uno dei congegni di Icarus, lanciò uno sguardo a Zabar.

Il chierico le fece subito segno di aspettare. «Vogliono interrogarci. Ci legheranno a qualcosa.»

La demone, tesa come una molla, tirò un mezzo sospiro di sollievo. Per una volta la pazienza l'aveva premiata.

I teriantropi li presero per le braccia e senza troppi complimenti li trascinarono verso il loro villaggio. La forza delle loro dita artigliate era impressionante, in confronto a loro i due demoni sembravano dei bambini gracili e indifesi.

Age of Epic - 1 - EresiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora