12. Un alleato riluttante

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Tenko e Zabar erano ancora nascosti dietro un cespuglio, ma il grifone si stava avvicinando senza distogliere lo sguardo. E date le sue dimensioni, i due demoni sarebbero stati un gradito spuntino.

«Hai un piano, vero?» sussurrò la demone.

«I grifoni sono animali forti e intelligenti, ci vorrà un po' per domarlo. Il tuo compito è tenerlo impegnato e fare in modo che non mi uccida. Io dovrò concentrarmi sull'incantesimo, quindi non potrò aiutarti.»

«Che schifo di piano!» brontolò Tenko.

«Vedrai, insieme ce la faremo» la rassicurò Zabar. Con un balzo deciso uscì allo scoperto e, senza bisogno di una bacchetta, evocò l'incantesimo.

Il grifone fece un primo passo indietro, colto di sorpresa, poi la magia cominciò a fare effetto. Indietreggiò ancora e scosse il muso, come per scacciarlo dalla sua testa. Lanciò un grido acuto, ma non servì a nulla. Arrabbiato e confuso, il possente animale si preparò ad attaccare, ma Tenko lo colpì con una scarica elettrica.

Nuovamente colto di sorpresa, il grifone indietreggiò di nuovo, forse spaventato dalla forza dei suoi nemici. Tenko non abbassò la guardia e fece qualche passo avanti, pronta a respingere un nuovo attacco.

L'animale adesso aveva il respiro affannato, scosse ancora il capo, ma era tutto inutile. Si voltò per attaccare, ma la pressione mentale di Zabar lo fece tentennare. Si piegò in avanti, ma non aveva intenzione di arrendersi. Fischiò ancora, e questa volta partì all'attacco. Tenko scagliò un fulmine, ma non servì a nulla. Il grifone era a meno di un balzo da Zabar. La demone agì più rapida che poté: roteò la frusta e colpì l'animale sul muso, facendolo urlare di dolore e rabbia.

La maestosa creatura tornò sui suoi passi, poi si voltò di nuovo verso di loro. L'ultimo attacco l'aveva ferito, ma per un animale tanto grande quello era solo un graffietto.

Il grifone si sollevò sulle zampe posteriori e sbatté le grandi ali. Tenko provò a resistere, ma la forza del vento era tale che riusciva a malapena a restare in piedi. Zabar, che già doveva concentrarsi sull'incantesimo, non riuscì a mantenere l'equilibrio e cadde a terra. Il contatto mentale fra il demone e il grifone si ruppe, e subito l'animale ne approfittò per spiccare il volo. In pochi secondi era già lontano.

Il chierico si tirò su, un po' dolorante. «Cavolo, non credevo sarebbe stato così difficile.»

«Avevi detto di averlo già fatto» gli fece notare Tenko.

Lui si rimise in piedi. «Sì, però mai con un grifone.»

La giovane lo prese per il bavero della tunica. «Credi sia una gioco questo?!» lo aggredì. «Quell'affare poteva ammazzarci entrambi! Questo è il mondo reale, non una cazzo di biblioteca!»

Zabar, mortificato, abbassò lo sguardo. Era sicuro di farcela, ma evidentemente si era sopravvalutato. Aveva messo in pericolo sé stesso, ma anche e soprattutto Tenko. Aveva tradito la sua fiducia.

Lei lo lasciò andare con stizza e gli voltò le spalle. Era arrabbiata, ma ancora più forte era la delusione, per lui e per sé stessa: Zabar era un chierico, doveva aspettarsi che qualcosa sarebbe andato storto. D'altra parte però non intendeva gettare la spugna: aveva bisogno dell'aiuto del demone per portare avanti il suo piano. E poi gli inquisitori cavalcavano proprio dei grifoni, quindi non intendeva essere da meno.

Age of Epic - 1 - EresiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora