10. Verso un nuovo domani

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Un rumore di campane invase la città: uno degli uomini di guardia aveva dato l'allarme, e ora l'intera città si stava risvegliando. Molti si affacciarono alle finestre per capire cosa stesse succedendo, e la vista dei tre grifoni alimentò reazioni opposte: per i ribelli erano una minaccia temibile e imprevista, i fedeli al Clero invece li acclamarono come salvatori.

Euandros, di solito calmo e riflessivo, in quel momento tremava come un bambino. Prese Tenko per un braccio e la tirò verso le scale che portavano al piano di sotto.

«Sbrigati!» ordinò. «Non devono vederci!»

«Ehi, calmati!» protestò Tenko, attenta a non cadere dai gradini. «Ma che ti succede?»

«Non mi hai sentito?! Quelli sono inquisitori!»

La demone non capiva. «E allora? Abbiamo sconfitto la guardia nel cortile, possiamo uccidere anche loro.»

«No, è impossibile! Gli inquisitori non sono come le guardie.» Il semiumano aprì la porta della stanza di Tenko. «Gli dei hanno dato loro poteri enormi: è impossibile sconfiggerli.»

«E allora cosa dovremmo fare?! Fuggire? Proprio ora che abbiamo preso una città?!»

«Sì, dobbiamo fuggire!»

Un colpo fragoroso li fece trasalire. Tenko guardò dalla finestra della sua stanza e vide uno dei grifoni. Era atterrato proprio davanti alla locanda e ora stava facendo scendere il suo cavaliere. Era un semiumano e indossava un'armatura metallica. Sembrava di ottima fattura, ben diversa dalle uniformi di cuoio rinforzato delle guardie. Portava anche un maestoso mantello, simile a quello dei grandi sacerdoti.

«Cambiati, ti aspetto qui fuori» ordinò Euandros prima di chiudere la porta.

Tenko, seppur contrariata, fece come richiesto. Quanto potevano essere forti gli inquisitori? E poi erano solo in tre!

Una voce conosciuta arrivò dalla strada dove si trovava l'inquisitore. Guardò dalla finestra e vide Vorallath e i suoi, decisi a fronteggiare il nuovo nemico. Lei continuò a cambiarsi, ma allo stesso tempo non smise di osservare la situazione dall'alto: i sette demoni erano forti, sarebbero riusciti a tenere testa a un inquisitore?

La risposta fu pressoché istantanea: al guerriero del Clero bastò aprire la mano e un'enorme fiammata proruppe dal suo palmo, travolgendo Vorallath e gli altri.

Il cuore di Tenko perse un colpo: in pochi secondi l'inquisitore aveva tramutato i suoi compagni in scheletri anneriti. Euandros aveva ragione: non avevano nessuna speranza.

Seppur scossa, sapeva di non avere tempo per piangere la morte dei suoi amici. Si affrettò a sistemare le ultime fibbie, prese le armi e si mise lo zaino in spalla.

Uscì dalla stanza, ma proprio in quel momento una scossa fece tremare l'edificio. L'inquisitore aveva scagliato un getto di fiamme verso la locanda e i primi aliti di fumo cominciarono a sollevarsi dal piano inferiore.

«Dobbiamo uscire dalle finestre!» gridò Euandros a tutti i presenti.

 Confusi e spaventati, i ribelli si ammucchiarono nelle stanze sul retro, costretti a uscire dalle finestre. Tenko e il semiumano seguirono gli altri, ma erano troppo lenti. Un'altra fiammata investì il secondo piano, e tutti quelli nel corridoio vennero carbonizzati. La locanda cominciò a scricchiolare: stava per crollare.

La demone riuscì a buttarsi fuori della finestra, ma cadde addosso ai suoi compagni a terra. Lei stessa venne travolta, ma strinse i denti. Con uno sforzo di volontà si rimise in piedi e corse via, appena in tempo per non venire schiacciata dalla locanda in fiamme.

Age of Epic - 1 - EresiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora