Tenko e Zabar camminavano in silenzio nella fo resta, concentrati a osservare le piante lì attorno. Insieme a loro c'erano una dozzina di teriantropi, uno dei quali incaricato di sorvegliare i due demoni.
Erano passati tre giorni dal loro arrivo nel villaggio e i rapporti con i locali stavano lentamente migliorando. In quel momento stavano dando una mano a raccogliere frutti e piante commestibili, un'attività fondamentale per il sostentamento della comunità. Nonostante le differenze nell'aspetto infatti tutti i teriantropi erano onnivori, quindi avevano bisogno sia di carne che di verdura per mantenersi in buona solute. Poteva sembrare un compito facile, ma uscire dal villaggio era sempre pericoloso e spesso si dovevano percorrere grandi distanze per riuscire a raccogliere abbastanza cibo. Era proprio grazie al lavoro congiunto di coltivatori, raccoglitori, allevatori e cacciatori se il villaggio riusciva a sopravvivere in quel territorio così avverso.
D'un tratto Tenko individuò una pianta che sembrava corrispondere a una di quelle che stavano cercando. «Ehi, questo?» chiese a una dei teriantropi nella lingua dei locali.
«Sì, quella va bene» le rispose la donna, simile a una slanciata tigre ma con delle corna da gazzella.
Tenko, che aveva ancora un vocabolario molto limitato, riuscì a capire solo il "sì". Trovando conferma nel cenno di assenso della sua interlocutrice, raccolse tutti i frutti maturi e li mise nella cesta che portava in spalla.
In quei giorni si era impegnata molto nello studio, tuttavia per lei non era facile acquisire una grammatica diversa da quella a cui era abituata. I vocaboli poi erano, se possibile, ancora più ostici, ma almeno era riuscita a memorizzare le parole più semplici.
Zabar dal canto suo faceva il possibile per aiutarla, ma anche lui doveva ancora comprendere le particolarità del dialetto dei locali. In realtà questa difficoltà non lo infastidiva, anzi: per lui era interessante osservare come quella comunità aveva sviluppato abitudini linguistiche proprie. Forse, con una base più solida della lingua dei teriantropi, sarebbe anche riuscito a capire da quale zona del continente provenivano.
La demone stava esaminando un'altra pianta quando il chierico le andò incontro. «Ehi, Tenko, assaggia questo» le disse porgendole un frutto rosso vivo, l'espressione entusiasta di quando scopriva qualcosa di nuovo. Ultimamente ce l'aveva molto spesso.
Lei aggrottò leggermente le sopracciglia. «Assaggialo prima tu.»
«Ehi! E comunque ne ho già mangiati due. Dai, provalo.»
Questa volta la giovane si lasciò convincere, prese il frutto e gli diede un piccolo morso. Era particolare, dolce e molto succoso, e la fece sentire subito rinvigorita.
«Mi hanno spiegato che ha un effetto energizzante, per questo i cacciatori lo mangiano spesso prima di andare a caccia» le rivelò Zabar. «Ho percepito una discreta quantità di magia all'interno, e non è l'unico. Molte delle piante che stiamo raccogliendo hanno una concentrazione magica insolita, credo sia dovuto a qualcosa nel suolo. Hai notato che sembra tutto più grande? Sono sicuro che è tutto dovuto alla magia. Mi piacerebbe fare delle ricerche più approfondite nei prossimi giorni.»
Tenko, che nel frattempo si era abbassata per osservare più da vicino una pianta, si tirò su. Diede un altro morso al frutto, e questa volta le parve di sentire il flusso di magia che irradiava il suo corpo, dandole nuova energia. «Adesso che ci penso, qui tutti quanti possono usare la magia.»
Zabar ci rifletté un attimo. «Sì, anche se a un livello molto basilare. Di sicuro il fatto di mangiare frutti e animali ricchi di magia li aiuta in questo.»
«Visto? Dare la magia a tutti è una buona cosa. Possiamo usarla per convincere altri a combattere con noi contro il Clero.»
L'espressione del chierico rimase scettica. «Mmh, sì e no. Qui funziona, è vero, ma come ti ho detto usano una magia molto semplice: aiutano la guarigione, acuiscono i sensi, alimentano le coltivazioni... Una cosa del genere su vasta scala sarebbe molto più complicata.»
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Age of Epic - 1 - Eresia
FantasyDa quando la sua famiglia è stata uccisa, Tenko ha combattuto ogni giorno, decisa a sopravvivere solo per compiere la sua vendetta. Ma il suo nemico è il Clero, la più potente istituzione del mondo, fondata dagli dei per garantire pace e prosperità...