31. Resa dei conti

11 2 0
                                    

Clodius fece roteare la sua imponente lancia e la abbatté con forza contro Tenko. La demone scattò di lato, più agile che mai nonostante lo scudo di legno che le copriva l'avambraccio sinistro. Il leopardo delle nevi menò un colpo laterale, ma la giovane si abbassò fulminea, sfruttando la differenza di stazza per evitare la spazzata.

«Cosa credi di ottenere fuggendo?!» imprecò il capo dei cacciatori. «Sei qui per combattere o per giocare?!»

Tenko fece una smorfia di stizza e si mise in posizione di guardia. Di nuovo Clodius sollevò la lancia e la abbatté su di lei. Questa volta la demone strinse i denti e non si mosse, focalizzò la magia nello scudo e lo sollevò con decisione. Il colpo arrivò, forte e deciso, ma la lunga arma del teriantropo venne rimbalzata via, quasi inoffensiva.

La demone, inizialmente stupita, abbassò lo scudo e sorrise con aria saccente. «Stavi dicendo?»

«Non montarti la testa» ribatté il cacciatore poggiando a terra la base della lancia, «non stavo facendo sul serio. Continua ad allenarti con gli altri.»

La giovane fece un mugugno d'assenso e raggiunse un manipolo di giovani teriantropi, in quel momento impegnati a difendersi da una pioggia di pietre avvolte nella stoffa. Era un addestramento duro, ma era necessario che i futuri cacciatori imparassero a difendersi dai mostri che infestavano la foresta. Là fuori lo scudo era molto più importante della lancia.

L'allenamento proseguì per quasi mezz'ora, dopodiché Tenko e gli altri giovani teriantropi si divisero per tornare alle rispettive mansioni. Nessuno di loro aveva grande esperienza nell'uso di armi caricate con la magia, quindi dovevano prendersi il tempo necessario per recuperare le forze.

In passato Tenko non aveva mai fatto troppo affidamento sugli scudi, preferendo concentrarsi sulla sua agilità nelle schivate. Del resto i suoi avversari erano tipicamente molto più grandi e forti di lei, quindi bloccare i colpi sarebbe stato un problema. Con la tecnica dei teriantropi però le cose erano diverse: anche l'attacco più devastante poteva essere ribattuto o quantomeno indebolito.

Dopo aver restituito il suo scudo, la demone si incamminò verso la zona degli artigiani. Ora che la barriera linguistica era superata, poteva apprendere moltissime cose dai teriantropi, dal combattimento alla costruzione di armi e abiti rinforzati. Essendo costretti ad affrontare bestie estremamente pericolose, gli abitanti del villaggio avevano escogitato numerosi stratagemmi per aumentare le loro chance di vittoria. Stratagemmi che lei avrebbe potuto sfruttare contro gli inquisitori.

All'inizio aveva temuto che i teriantropi si sarebbero rifiutati di insegnarle: pensava volessero custodire i segreti del villaggio così come facevano gli artisti del suo vecchio circo, invece Clodius e gli artigiani avevano accettato quasi subito di condividere il loro sapere. Il vero problema era stato un altro: Zabar aveva impiegato ore per far capire al villaggio che loro non erano i Liberatori che aspettavano. Loro non c'entravano nulla con gli Antichi delle leggende, il loro unico merito era stato di avere la fortuna di trovare i bracciali.

A Tenko bastò rievocare quei momenti per avvertire un brivido lungo la schiena. Non voleva che qualcuno la trattasse come una dea. Non voleva avere niente in comune con quegli esseri arroganti e bugiardi. Ma c'era dell'altro: le parole dell'anziana volpe le avevano ricordato i suoi vecchi compagni, la banda di fuorilegge con cui aveva saccheggiato armerie e ucciso chierici. Quei momenti sembravano appartenere a una vita passata, eppure le faceva ancora male ricordarli. Non riusciva a darsi pace per essere l'unica sopravvissuta.

«Ehi, Tenko!»

La demone si voltò e Zabar la raggiunse. «Guarda, ho scoperto un'altra cosa.» Il chierico era diventato abbastanza bravo con il bracciale e riusciva a passare da un ricordo all'altro con relativa semplicità. Aveva riguardato più volte tutte le sequenze, ma sentiva che c'era ancora molto da scoprire sul mondo – o forse i mondi? – da cui provenivano quei fantasmi. In quel momento però c'era un frammento in particolare che voleva mostrare alla sua compagna. Selezionò uno dei ricordi e con un rapido gesto andò direttamente al momento che gli interessava.

Age of Epic - 1 - EresiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora