Chapter 29

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•L'erba cattiva non muore mai

10 December 2017

William's pov

Sono seduto sul muretto dietro casa a  fumare la solita canna delle tre del pomeriggio..quella che ti fai giusto per rincoglionirti ancora di più ed evitare di pensare a tutta la merda che ti sta intorno.

È passata una settimana da quando ho cercato di mettere a posto a situazione che quell'idiota di mio padre aveva creato, ma credo di non essere riuscito nell'intento.

È da quel giorno che non vedo mio padre neanche per un minuto.

Tra tutte le cazzate che potevo fare, questa credo sia stata la peggiore..nonostante ciò lui ancora non è venuto a parlarmi o roba simile.

Devo dire che questa volta mi aspettavo reagisse, invece a quanto pare è talmente sempre fatto che a malapena si ricorda ciò che è successo.

Mentre continuo a contemplare la vastità del nulla che mi circonda (perché ovviamente chi poteva acquistare una casa isolata da tutto per fare in modo che i suoi loschi affari possano funzionare meglio se non mio padre?) sento uno dei suoi  scagnozzi chiamarmi.

Alzo lo sguardo: è David Smith.

Lavora per mio padre da più di quindici anni ormai, possono dire di conoscersi come fratelli..tanto che quando ero più piccolo lo chiamavo zio.

-Ehi William- pronuncia il mio nome avvicinandosi. -Dove cazzo eri? È un'ora che ti sto cercando-

-Mi hai trovato- esordisco. -Che diavolo vuoi David?- domando facendo un tiro.

Prima di prendere parola mi guarda.

-Tuo padre sa che fumi quella merda?- indica la canna.

-Già è tanto che mio padre sa di avere un figlio- affermo. -E poi è la stessa merda che vi fate voi ogni giorno-

In realtà non so perché mi abbia fatto una domanda del genere, visto che per mio padre potrei anche drogarmi dalla mattina alla sera e non cambierebbe molto..anzi, direbbe di essere fiero del fatto che suo figlio stia seguendo le sue orme..e David lo sa perfettamente, quindi credo che sia solo un modo per rompere il ghiaccio prima di dirmi qualcosa di più serio.

-Edward- esordisce. -Ti aspetta nel suo studio..ma credo che non sarà una bella conversazione-

-Con mio padre non ho mai avuto belle conversazioni- affermo alzandomi dal muretto e dando un ultimo tiro, per poi buttare la cicca a terra. -Sai già cosa mi deve dire?-

-No- ammette. -Ma ho il presentimento che non sarà piacevole- esordisce. -Quindi buona fortuna-

Lo saluto con un cenno della mano allontanandomi da lui ed incamminandomi verso la porta di casa, che sorpasso con disinvoltura accarezzando con un dito le piante vicino all'uscio, quasi come se non mi interessasse ciò che mio padre ha da dirmi.

Arrivo  di fronte la porta del suo studio, ma sento delle voci quindi prima di bussare mi metto ad origliare.

-Brave puttanelle- sento la voce di mio padre. -Fatemi vedere quello che sapete fare-

Mi basta qualche secondo per capire che se avessi aspettato un minuto in più probabilmente avrei dovuto sopportare una scena poco piacevole, quindi decido di bussare.

-Avanti- risponde lui.

Apro la porta: è seduto dietro la sua scrivania, accanto a lui ci sono un paio di donne seminude e credo che la polvere bianca sul tavolo accanto a loro non possa essere altro se non cocaina, o roba simile.

Daughter || Chester Bennington Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora