Daughter || Chester Bennington

Chapter 42

•Va via•

[FEBBRAIO 1999]

Chester's pov

Venerdì: una parola, un unico grande rompimento di cazzo.

Soprattutto quando sei costretto a lavorare in una fottuta discoteca per tutto il dannato fine settimana.

-Sai amico, sto quasi pensando di mandare tutto al diavolo e di cercarmi un lavoro più decente- affermo continuando a pulire il pavimento del banco dei drink.

-Oh beh, se pensi che qualcuno sia disposto ad assumere un ragazzo senza diploma né esperienza in campo lavorativo fa pure- esordisce Joe. -Ma non vedo molte speranze-

A quelle parole smetto per un attimo di spazzare per terra.

-Cazzo che incoraggiamento- affermo guardandolo. -Se mi vieni a trovare a lavoro per dirmi queste cose quasi preferisco stare da solo-

-Ti ho solo detto quello che penso- afferma. -E ti ricordo che sto qua solo perché da quando lavori in questa merda di discoteca il nostro venerdì tra amici salta sempre..quindi mi sembrava carino venire a farti compagnia mentre ti deprimi al lavoro-

-Già..e io ti ricordo che non sono il titolare del posto- gli tolgo il bicchiere dalle mani mentre sta per scolari anche l'ultimo goccio del quarto bicchiere di birra. -Quindi quello che prendi da qui lo devo pagare-

-Beh, grazie per avermi offerto quattro birre allora-

Sospiro.

Sto per controbattere quando un ragazzo si avvicina al bancone dei drink dove sto spazzando.

Lo guardo, avrà si e no una quindicina di anni.

-Sei troppo piccolo per gli alcolici ragazzino, torna tra qualche anno- mi rivolgo al tipo.

-Non voglio un drink- afferma poggiando i gomiti sul banco.

Sembra affaticato, come se avesse fatto una mezza corsa.

-E che cosa ci fai al bancone dei drink allora?- domando confuso.

-Cerco Chester Bennington- esordisce sicuro. -Lo conosci?-

A quelle parole sia io che Joe ci guardiamo, poi lui mi fa cenno con la testa come per consigliarmi di non rivelare la mia identità al ragazzo.

Prima di rispondere attendo qualche secondo, non so cosa vuole né quanto mi convenga dirgli che sono io.

-Che vuoi da lui?- domando cercando di sviare. -Da Chester-

-Non sono cazzi tuoi- controbatte. -Lo conosci o no?-

Lo guardo.

Non ho mai visto questo tipo quindi probabilmente è stato inviato da qualcuno.

Il che significa che rivelargli la mia identità non dovrebbe essere troppo pericoloso, almeno per ora.

-Sono io- confesso e riesco a vedere Joe portarsi le mani in testa in segno di disapprovazione. -Chi sei e perché mi cerchi?-

Il ragazzo mi guarda, poi sospira prima di prendere parola.

-Mi chiamo Lucas- esordisce. -Sono il fratello di Kate Rose-

A quel punto sia io che Joe iniziamo a squadrarlo da capo a piedi.

Dal giorno in cui Kate si è presentata a casa mia piangendo ha iniziato a frequentare me e il mio gruppo sempre di più.

Come amici, ovviamente.