Chapter 25

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•Miller everywhere

Eva's pov

Sono in mezzo al bosco, uno o due kilometri lontana dalla casa in montagna.

Dopo le parole di Dave ho deciso di allontanarmi, se fossi rimasta sarei scoppiata a piangere davanti a tutti, o gli avrei spaccato la faccia..ed in entrambi i casi sarebbe stato un disastro, quindi meglio allontanarsi ed evitare.

Mentre uscivo di casa ho sentito Mike chiamarmi, ma non credo mi abbia seguita, altrimenti mi avrebbe già raggiunta da un pezzo visto che da qualche minuto ho arrestato il passo e mi sono seduta sulla radice di uno dei tanti alberi in mezzo a questo dannato bosco.

Ripensandoci, quello che ha detto Dave è vero. Io e Chester non abbiamo proprio un rapporto fantastico, a malapena parliamo ed entrambi non riusciamo a confidarci l'uno con l'altra..quindi se lui non è capace a fare il padre io non sono capace a fare la figlia.

Per quanto riguarda Mike, non riuscirei mai a vederlo al posto di Chester. Per carità, sarebbe un padre perfetto, ma non con me. Io al massimo posso vederlo più come un fratello, un amico, insomma qualcuno che quando stai male ti porge la spalla e che quando fai una cazzata mantiene il segreto.

Mentre penso a tutto questo, sento un rumore strano provenire da dietro di me. Mi volto, poi sobbalzo.

Sto per urlare, ma un ragazzo mi chiude la bocca con la mano e mi fa cenno di stare zitta portandosi il dito sulla bocca.

-Shh- sillaba. -Vieni con me- mi prende per un braccio togliendo la sua mano dalla mia bocca ed iniziando a trascinarmi per il bosco, ma io impunto i miei piedi.

-Chi cazzo sei e cosa cazzo vuoi?- gli domando decisamente alterata.

Prima di rispondermi si guarda intorno.

-Te lo spiego dopo, ora devi fidarti di me- afferma cercando di farmi continuare a camminare.

-Io non mi fido neanche di me stessa, quindi togli la tua fottuta mano dal mio braccio e spiegami cosa sta succedendo, altrimenti ti giuro che mi metto ad urlare- dichiaro. -E a pochi chilometri da qui ci sono i miei amici, che sembrano dei perfetti idioti ma ti assicuro che se li fai arrabbiare ti fanno il culo-

-No!- esordisce. -Non devi tornare in quella casa-

-Io vado dove mi pare!- affermo, ma mi interrompo da sola. -Aspetta e tu come fai a sapere che c'è una casa qui vicino?-

-Non è l'unica cosa che so di te se è per questo- confessa. -Ma qui non ne possiamo parlare, ti prego vieni con me-

Lo guardo.

È biondo, alto ed ha due occhi che riflettono il celeste del mare. Nonostante questo, non mi dà l'aria di essere proprio un ragazzo per bene..forse per il tatuaggio a forma di teschio che riesco ad intravedere sul suo avambraccio, oppure per le cicatrici che ha sul collo e sulle mani.

Però sembra sincero..e poi non credo di avere molta scelta, visto che l'ultima cosa che voglio fare è tornare dagli altri.

-Va bene- affermo. -Ma dimmi dove stiamo andando, altrimenti non faccio neanche un passo-

-In un posto sicuro- esordisce. -È a qualche chilometro da qui, ma ti giuro che una volta arrivati ti spiego tutto-

-Mi spieghi durante il viaggio- ordino. -E su questo non si discute-

Sospira.

-Ok- dichiara. -Ma ora muoviamoci, potrebbe già essere tardi-

-Cammino da sola- affermo sganciandomi dalla sua presa ed iniziando ad accelerare il passo.

Daughter || Chester Bennington Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora