Villa Carter

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Era passata circa una settimana dalla litigata con Justin, aveva cercato in tutti modi di parlare, mi cercava per i corridoi ma riuscivo a scappare, aveva cercato di chiamarmi – e chissà come o chi gli aveva dato il mio numero – ma lasciavo squillare il telefono a vuoto.

Non so perché scappavo; ma non volevo parlargli, forse per paura…paura di essere ferita, di nuovo, o forse avevo solo paura di essere presa per il culo.

Guardai il telefono che vibrava sul bancone della cucina, un messaggio.

Da:Fay lamiabiondapreferita Carter – sorrisi leggendo il nome

Patatina, muovi il culo e vieni qui da me, sono nella villa dei nonni ;)
Muoviti. <3

A:Fay lamiabiondapreferita Carter

Zucchina! Arrivo subito! <3
P.S. Amo i tuoi nonni :P

I nonni di Fay erano così dolci, quando partivano ci lasciavo la villa, a patto che al loro ritorno fosse ancora intera.

Andai in camera e preparai un borsa con pigiama, vestiti e tutto quello che mi sarebbe servito.

“Harley!” entrai nella sua camera

“Non si bussa più?” stava parlando a telefono con una delle sue ultime conquiste, sicuro.

Alzai gli occhi al cielo “Io vado” ignorai la sua domanda

“Io vado” cercò di imitare la mia voce “Vai dove?” domandò

“Da Fay, piccolo party” gli feci l’occhiolino

“I nonni sono in viaggio eh?” ridacchiò

Annuii e lo salutai con un bacio sulla guancia.

Erano circa le 19, dovevo muovermi, camminai a passo svelto verso villa Carter, che poi, tutte avevamo una villa enorme, ma amavamo particolarmente quella dei nonni di Fay, specialmente quando era vuota, potevamo fare quello che volevamo, senza disturbare nessuno.

Arrivata di fronte al grande cancello grigio bussai.

“Chi è?” domandò Fay

“Ellen Johnson e qui baby!” esclamai nel microfono

“Taci e Sali scema” la sentii ridere e mi aprì il cancello

“Buonasera vite mie!” entrai in salotto spaventando tutte “Paura eh?” ridacchiai e mi arrivò un cuscino in faccia

“Ehi! Siamo delicate eh?” mi girai verso Brook che si alzò per abbracciarmi.

Abbracci tutte e andai a mettermi il costume, anche se sapevamo tutte che saremmo andate in piscina alla fine della serata.

Eravamo spaparanzate sui due divani di pelle nera con ciotole piene di patatine, biscotti e schifezze varie.

“Raccontaci Lexi” iniziò Elysabeth lanciandole un popcorn

“Cosa dovrei raccontare?” domandò lanciandogli una patatina

“Ci devi raccontare di Chaz” sgranai gli occhi

“Ferme ferme ferme!” esclamai “Chaz!? Cosa mi sono persa?” stavo per soffocare con una patatina

“Niente” alzò le spalle Lexi “Nemmeno io so di cosa parlano” le arrivò una manciata di popcorn

“Ehi ferme! Non sprecate il cibo” mi guardarono tutte, e mi ritrovai sotto una pioggia di popcorn, ma poverini.

“Lexi non mentire, tutte qui” si fermò “Tutte tranne Ellen ovvio, ti abbiamo visto con Chaz” concluse Fay

“Non è colpa mia, non me ne sono resa conto” mi difesi, sbuffarono alzando gli occhi al cielo

“Si ovvio, eri troppo impegnata a scappare da Bieber” affermò Brooklyn

“Non stavamo parlando di Lexi e Chaz?” cercai di cambiare discorso

“Guarda che dopo tocca anche a te” mi puntò un dito contro Lexi

“RACCONTA!” urlammo tutte per poi guardarci e ridere.

Sbuffò “Va bene! Allora, cosa volete sapere?” alzai gli occhi al cielo

“Non girarci intorno e parla!” la incitai

“Beh si, forse in questa settimana ci siamo avvicinati molto, più di quanto abbiamo fatto in quattro anni” ridacchiò.

Io, Elysabeth e Mike eravamo gli unici a conoscerci dalle elementari, avevo conosciuto Mike grazie a mio fratello e poi andavamo nella stessa scuola, avevo conosciuto le ragazze il primo giorno di liceo e poi con Mike e Harley abbiamo conosciuto Chaz e Ryan.

“Come sapete Chaz doveva cambiare casa perché aveva problemi con i tubi e altro, non so se vi ricordate ma a fianco casa mia c’è una villetta vuota, circa una settimana fa mia madre e io siamo andate a dare il benvenuto ai vicini, ci siamo ritrovate davanti la signora Somers” ridacchiò

“Eeee quindi?” domandò Ely

“E quindi sua madre ha chiesto a Chaz di farmi vedere la casa, abbiamo chiacchierato un po’ e durante la settimana ci siamo incontrati molte volte; anche perché dalla mia finestra vedo la sua camera” concluse

“Si okay, ma non capisco” dissi, lei sbuffò

“Devi capire El, che la nostra piccola Lexi” iniziò Elysabeth, e al ‘piccola Lexi’ le arrivò un cuscino in faccia “come dicevo, la piccola Lexi, ha una cotta per Chaz” rise ridandole il cuscino, in faccia.

“Aaaaw piccolinaaaa” le strizzai le guance

“Ellen, se fossi in te starei zitta” mi fulminò con lo sguardo Lexi

“No meglio di no Lexi” le disse Brooklyn “Deve raccontarci perché scappa da Justin”

Sbuffai “Non lo so” abbassai lo sguardo “Non so perché scappo”

“Non hai più parlato con lui vero?” chiese Lexi

“No” risposi

“El, parlaci, ti sentirai anche meglio, capisco che hai paura di soffrire di nuovo, soprattutto perché ha portato con lui Jessica, ma non ti farebbe del male, non di nuovo” concluse Fay

“Tu lo ami ancora vero?” io lo amo ancora? Non saprei.

Mi ha causato tanto dolore che pensavo di odiarlo, o almeno di averlo dimenticato, ma mi sbagliavo, quando è tornato ho capito di non averlo mai dimenticato, non sarei riuscita mai ad odiarlo, perché si, io lo amo ancora.

Guardai Elysabeth e poi annuii “Si El, i-io lo amo ancora” bene, iniziavo anche a balbettare?

Mi ritrovai a piangere fra due braccia, poi quattro, poi sei, poi otto, mi stringevano forte, e io mi stringevo forte a loro.

“Bene, bene! Su con la vita e non pensiamoci più” dissi, sorrisi e mi asciugai le lacrime

“Andiamo in piscina? O volete vedere un film?” domandai, loro ridacchiarono sciogliendo l’abbraccio

“Piscina!” esclamò Fay alzando le braccia

Fortunatamente, i nonni di Fay avevano due piscine, una dentro, e una fuori.

10 minuti dopo

10 minuti dopo? Eravamo fradice che correvamo tutt’intorno alla piscina con delle pistole cariche d’acqua.

“AH! TI HO COLPITO PUTTANELLA!” esclamai contro Lexi, alzai le braccia e improvvisai una danza della vittoria.

“Come mi hai chiamato?!” mi fermai di scatto “Corri stronzetta che se ti prendo ti affogo nella piscina” iniziai a correre con Lexi dietro, non arrivai molto lontano visto che ridevo e correvo, mi mancava l’aria, ma con loro, ero felice.



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