Posso avere un ultimo bacio?

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Finalmente la pausa, andai dalle ragazze che circondavano l’armadietto di Brook.

“Ehi” le salutai

“Ehi Ellen!” mi salutarono

“Andiamo? Sto morendo di fame” disse Fay toccandosi la pancia

Annuì, eravamo quasi arrivate in cortile, dovevamo solo fare un piccolo spuntino in pace ma David Morrison rovinò tutti i nostri piani…okay forse è un po’ troppo drammatico.

“Ehi dolcezza!” si fermò davanti a me, alzai gli occhi al cielo.

David era uno dei più fighi della scuola, tutte le ragazze gli andavano dietro, tranne me, è carino si ma è un rompi palle, mi viene dietro da quasi due anni, per un certo periodo ha smesso perché c’era Justin, ma poi ha iniziato di nuovo due mesi dopo la sua partenza.

“Cosa c’e David?” domandai al ragazzo

“Ti ricordi che abbiamo un appuntamento?” lo guardai piuttosto confusa

“Perché io non me lo ricordo?” incrociai le braccia al petto già stanca di quella inutile conversazione.

“Dai principessa so che lo ricordi” avvolse un braccio intorno alle mie spalle

“Non chiamarmi ‘principessa’” tolsi il suo braccio e notai che le ragazze mi aspettavano appoggiate agli armadietti, le guardai chiedendogli aiuto, David non mi avrebbe lasciato andare facilmente.

Cercai di ricordare, ero sicura di non avergli detto….niente

“Oggi vieni da me?” mi domandò Elysabeth
“Certo” annuii
“Principessa” alzai gli occhi al cielo ignorando il ragazzo
“A che ora vengo?” domandai a El
“Non mi ignorare principessa” me lo ritrovai a fianco che camminava con noi, lo ignorai mentre continuava a blaterare, io annuivo senza dargli importanza.

 

Mi sbattei una mano in fronte ricordando quando due settimane fa mi aveva chiesto di uscire.

“Sono fottuta” mormorai

“Cosa hai detto?” domandò

“Niente” non capivo perché insisteva tanto, più lo trattavo male più ci provava

“David adesso devo andare, poi ne riparliamo” me ne andai velocemente

“Ci prova ancora eh?” domandò Brook

“Si, non lo sopporto” David era un puttaniere, all’inizio pensavo fosse solo una scommessa ma insiste da due anni ormai, vuole solo aggiungermi alla sua lista, lo sanno ormai tutti che si è scopato tutta la scuola.

Avevamo ancora 10 minuti, poi dovevamo ritornare in classe, andammo a sederci sull’erba; sotto un grande albero a farci ombra, il cortile era pieno, diviso in vari gruppi.

Uno dei tavoli da picnic era circondato da puttane e puttanieri o comunemente chiamati cheerleader e giocatori di basket, -si lo so, io sono una cheerleader, e allora? Non sono una puttana- vidi tra di loro anche i ragazzi, Ryan esplorava la bocca di una rossa, si chiamava Loren, Chaz chiacchierava con una biondina, Harley stava per cercare qualcosa nella bocca di una bionda tinta, Mike parlava con…Charlotte?! Oh ma che gli prende a questi ragazzi! C’era anche Justin, e questa cosa non mi piaceva per niente, odiavo vederlo lì circondato da tutte quelle ochette, sorrideva parlando di qualcosa, ma erano troppo lontani per riuscire a capire, mentre lui parlava le ochette lo guardavano, chi si mordeva il labbro, chi giocava con i capelli, pft ridicole, c’era una biondina vicino a lui che riconobbi come Bryanna cercava di avvicinarsi sempre di più, era quasi sulle sue gambe!

“Gli strappo quella parrucca!” sbottai, se non si toglieva la facevo sparire io.

“Cosa?” domandò Brook

Seguirono il mio sguardo.

“Ma gli sta praticamente saltando addosso!” esclamò Fay

Forse mi stavo arrabbiando un po’ troppo ma a quanto pare a lui non dava fastidio, lo guardai ancora, adesso c’era anche Jessica, lo chiamò e prendendolo per mano si allontanarono, lo portò dietro ad un albero ma io riuscivo ancora a vederli, non li avrei fermati, volevo vedere cosa volevano fare, cosa voleva fare.

Justin

Stavo parlando alle cheerleader del mio viaggio a New York, ma non credo che mi stavano realmente ascoltando, me ne andai quando Jessica mi chiamò.

“Perché mi hai portato qui?” domandai quando ci fermammo dietro un albero

“Volevo parlarti” disse

“E perché qui?” ero confuso

“Perché volevo parlare con te, da soli” precisò

“Jess, se riguarda Ellen e me lo s-“

“No no no” mi interruppe “Non volevo parlarti di questo, volevo salutarti, parto” accennò un sorriso

“E dove vai?” domandai confuso

“Me ne torno a casa, a New York, non ha più senso stare qui” alzò le spalle “Sono venuta qui con te, e per te, ma è inutile restare qui, tu hai scelto Ellen, e si vede che la ami” mi sorrise

Non avrei mai pensato che Jessica potesse dirlo

“Lo so, lo so, sembra strano detto da me ma non ha senso rimanere qui” annuii

“Stammi bene Jess, ti voglio bene” l’abbracciai

“Ti voglio bene anche io Justin” ricambiò l’abbraccio “Posso chiederti un’ultima cosa?” domandò

“Certo” sciolsi l’abbraccio

“Posso avere un ultimo bacio?” sorrise timidamente

Ellen

Stronzo, ecco cos’era, uno stronzo! Coglione, e io che l’avevo perdonato, che cretina, aveva detto di amarmi, fanculo, ormai è come tutti gli altri, non era più il mio Justin, ma un puttaniere, come tutti i coglioni che ci sono qui dentro.

Entrai in classe e sbattei i libri sul banco, la classe era ancora vuota, Elysabeth e Brook erano con me, avevamo lezione insieme.

“Ellen, calmati” disse Brook, la fulminai con lo sguardo

“Calmarmi?! Clamarmi?!” urlai “Non posso calmarmi, mi ha riempito di stronzate, erano tutte stronzate!” urlai più forte, mancavano ancora cinque minuti per il suono della campanella quindi i corridoi erano ancora deserti

“Non urlare” provò ancora Elysabeth, ma mi fece arrabbiare ancora di più, non ero il tipo che piangeva, capitava poche volte, e quando capitava era sempre colpa di Justin, di solito mi sfogavo con la rabbia, proprio come adesso.

Volevo rompere qualcosa ma non sapevo cosa, avrei fatto troppo rumore.

“Non dirmi di calmarmi” urlai ancora, mi passai una mano tra i capelli e alla fine optai per una sedia, diedi un calcio contro l’oggetto che sbatte al muro causando troppo rumore.

“Vieni con me” mi afferrarono per i polsi e mi lasciai trascinare in bagno

“Calmati” esclamò Brook

“Respira Ellen, calma” suggerì Elysabeth

Mi appoggiai al lavandino abbassando la testa, aprii il rubinetto.

“Sono calma” dissi, e lo ero davvero “Ma appena lo vedo lo uccido” dissi a denti stretti

Mi lavai la faccia non importandomi del trucco, presi la mia borsa, e tirai fuori, una matita e del mascara, lì avevo sempre con me.

“Andiamo?” domandò El appena ebbi finito, annuii.

Mi fermai tirandole per il polso “Ragazze, mi dispiace, non volevo aggredirvi” mi scusai

“Non preoccuparti Ellen” mi accarezzò un paio di volte il braccio e mi abbracciò, dopo di lei anche Ely mi abbracciò

“Vi voglio bene” erano come sorelle.

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