Sei un po' rossa

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Avevo sentito un angoscia e una tristezza nel petto, il mio cuore aveva smesso di battere e la rabbia mi aveva abbandonato per lasciar posto all’angoscia, alla tristezza, al dolore.
Mi aveva ingannato, tradito, umiliato, erano questi i pensieri che mi avevano attraversato nel momento esatto in cui aveva pronunciato quelle parole; avevo visto nei suoi occhi il dolore di ciò che era accaduto e si era poi trasformato in un misto di paura e spavento.
Il mio cuore si era rigonfiato e la rabbia era ritornata cacciando via il dolore e l’angoscia; la ragazza dai lunghi capelli neri respirava irregolarmente e parlava velocemente per rassicurarmi che avessi capito male, in due passi la raggiunsi e la strinsi tra le mie braccia per non lasciarla andare.
Non riuscivo a non pensare a cosa gli aveva fatto, non riuscivo a non pensare ai suoi occhi colmi di dolore e spavento, non riuscivo a non pensare a ciò che aveva subito e il mio unico desiderio era picchiare a sangue quel ragazzo che aveva toccato la mia ragazza.
Erano ormai le due di notte e non riuscivo a chiudere occhio, Ellen dormiva profondamente sul mio petto, l’avevo obbligata a non tornare a casa così aveva chiamato suo fratello Harley, la sua reazione non era stata delle migliori, era corso a casa per uccidere quel bastardo ma ovviamente non l’aveva trovato, voleva correre dalla sua sorellina ma lo avevo rassicurato dicendogli che stava bene.
Mi girai su un lato e avvolsi con un braccio la vita della ragazza accanto a me, sprofondai la testa nel suo collo e mi lasciai finalmente trasportare nel buio.

Ellen

Un lamento fuoriuscì dalle mie labbra, qualcosa si posò sui miei occhi ancora chiusi risvegliandoli, aprii piano gli occhi stiracchiandomi per bene, la stanza era illuminata dai raggi del sole e la finestra era completamente spalancata, mi girai dall’altro lato scontrandomi contro il petto nudo del ragazzo al mio fianco, alzai la testa dal suo petto scontrandomi con una visione da togliere il fiato; dormiva profondamente con la bocca socchiusa e il respiro che si scontrava sul mio collo, la sua morbida chioma bionda di cui andava enormemente fiero gli ricadeva sulla fronte con alcune ciocche sparate vero l’alto, ricordo della cresta del giorno prima, gli accarezzai i capelli e lui in risposta strinse la presa sulla mia vita tirandomi più vicino al suo corpo, mi alzai col busto e affondai la testa nell’incavo del suo collo lasciandogli piccoli baci.

“Lo so che sei sveglio” ridacchiai e lui in risposta sorrise.

“Come fai a sapere che sono sveglio?” domandò ancora con gli occhi chiusi.

“Non lo sapevo infatti” gli salii a cavalcioni e lui poggiò le sue mani su i miei fianchi.

“Questo si che è un risvegliò” mormorò ridacchiando quando mi chinai per baciarlo.

“Si ma adesso alzati, muoviti che ho fame” mia alzai dal letto e lui alzò gli occhi scherzosamente.

“A volte ho l’impressione che se dovresti scegliere tra me e il cibo sceglieresti il cibo” disse ridendo.

“Oh ma è così Jay” ridacchiai e uscii velocemente dalla sua stanza.

“Cosa hai detto?” uscì anche lui guardandomi con un espressione minacciosa “Se fossi in te inizierei a scappare” spalancai gli occhi mentre lui si avvicinava, partii velocemente attraversando il corridoio e scesi le scale a due alla volta, mi mancava l’aria, ridevo e correvo contemporaneamente, cacciai un urlo quando posai il piede sull’ultimo gradino, mi aveva presa per i fianchi e alzata da terra.

“Justin!” urlai ridendo “Mettimi-” mi bloccai quando vidi Jeremy, Pattie, Jazmyn e Jaxon guardarci dalla cucina “-giù” terminai la frase e Justin mi mise a terra distrattamente visto che stavo per cadere ma prima che fossi caduta a faccia a terra mi prese per i fianchi, ero sicura di essere diventata il sosia di un pomodoro, la famiglia in cucina ci stava ancora guardando, Jazmyn, Jaxon e Jeremy cercavano di non ridere mentre Pattie cercava di non ridere e di assumere un espressione seria, mi resi conto che indossavo solo una maglietta di Justin che mi arrivava a metà coscia e Justin era in box -anche se quello era il suo pigiama- non sapevo cosa fare così diedi una gomitata a Justin che ridacchiò, lo fulminai con lo sguardo e prendendomi per mano mi trascinò in cucina.

“Non sapevo che foste già tornati” iniziò Justin.

“C’e ne siamo accorti figliolo” disse ridacchiando Jeremy, volevo solo che un buco si aprisse sotto i miei piedi e mi inghiottisse.

“Bella maglietta piccola” Jaxon mi fece l’occhiolino e prima che potessi rispondere la mano di Justin colpì la nuca del fratello.

“Justin” lo rimproverò Pattie, guardai Jazmyn che stranamente non aveva aperto bocca.

“Sai, la prossima volta, assicurati che sei solo in casa, copriti idiota!” gli urlò contro Jazmyn ma cercò di nascondere un sorriso “Ellen, sei un po’ rossa” ridacchiò, okay, era meglio se non parlava.

“Va bene, noi andiamo di sopra” annunciò Justin cercando di non ridere, lo colpii sul petto e salii velocemente le scale seguita da lui consapevole che mi stesse fissando il culo, sentii le risate della sua famiglia appena salimmo l’ultimo gradino “Però Jazzy ha ragione, sei un po’ rossa” rise.

“Justin” lo fulminai con lo sguardo e mi coprii la faccia con le mani “E’ stato così imbarazzante” mormorai e lui continuò a ridere, sbuffai e lo lasciai in mezzo al corridoio da solo, entrai nella sua stanza e mi buttai sul letto.

“Ellen” entrò in camera ancora ridendo, gli lanciai un cuscino ma ciò lo fece ridere ancora di più, cacciai un urlo di frustrazione e mi chiusi in bagno lasciandolo tra le sue risate “Ellen” mi richiamò di nuovo ed entro in bagno, non rideva ma cercava di trattenersi “Dai non essere imbarazzata” infilai i jeans del giorno prima e infilai la sua maglietta all’interno “Ellen, aspetta, fermati” mi bloccò tra la porta del bagno e il suo corpo “Non arrabbiarti con me bimba” mi baciò una guancia e mi strinsi a lui appoggiandomi al suo petto.

“Se ridi ancora ti arriva un pugno” lo minacciai e lui, ovviamente, rise, roteai gli occhi e uscii dal bagno, mi infilai le scarpe e cercai di sistemare l’ammasso di capelli che si era formato durante la notte il meglio possibile, sembravo un mostro senza trucco ma dovetti accontentarmi; Justin uscì dal bagno già vestito e mi circondò la vita con i fianchi.

“Vai già via?” mi domandò baciandomi il collo, annuii e mi girai per baciargli le labbra “Vuoi fare prima colazione o ti accompagno direttamente?” ridacchiò.

“Ti odio” uscii dalla sua camera e mi bloccò nel corridoio.

“Non è vero principessa, lo so che mi ami” si vantò.

“Si, chissà come” roteai gli occhi cercando di non sorridere.

Justin

Mi buttai sul divano cercando di riposare “Fammi spazio” la rompi palle di mia sorella apparì nel salotto “Se hai sonno dormi la notte invece di fare altro” alzai la testa di scatto fulminandola con lo sguardo e sentii all’entrata del salotto la risata di Jeremy “Papà, fallo spostare” sbuffai e spostai le gambe.

“Mocciosa” mormorai sapendo che si arrabbiava.

“Non chiamarmi in quel modo idiota” e se ne andò.

“Ma che cazzo, mi ha fatto prima spostare e adesso se ne va” al posto di Jazmyn arrivò mio padre.

“Figliolo” mi chiamò cercando di non ridere “Dopotutto tua sorella ha ragione” e rise.

“Papà, non ho fatto niente” risi.

“Ti ha lasciato in bianco!” esclamò Jaxon buttandosi sul divano “No fratello, mi deludi” scosse il capo e scoppiai a ridere.

“Ma stai zitto!” gli colpii il braccio “Non sono affari tuoi”

“Ma almeno dimmi se è brava” si lamentò ma lo lasciai in salotto e andai via.


Salii in camera e mi buttai sotto la doccia, mi vestii velocemente ed entrai in macchina guidando vero il campetto.

Partita?” scrissi a Chaz che mi ripose subito “Ci sto!”
Parcheggiai l’auto e raggiunsi i ragazzi, c’erano solo Harley e Mike.

“Hey” salutai con un cenno del capo e una pacca sulla spalla i ragazzi.

“Ti ha raccontato cosa è successo vero?” mi domandò Harley, annuii e lui sbuffò “A me no, perché non vuole dirmelo!” diede un pugno alle recinzioni dietro di lui.

“Amico, dalle tempo, non vuole ricordare” lo rassicurò Mike.

“Stai certo Harley, che appena lo vedo lo uccido” assicurai e lui annuì.




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