Mi ritrovai nel sedile posteriore della sua auto con la schiena dolorante e la testa che mi girava, avevo cercato di scappare appena usciti fuori dal bagno ma il riusltao fu trovarmi sulla sua spalla come una sacco di patate dopo aver sbattuto la testa contro un armadietto, la sfiga è con me, non c'e dubbio.
Fermò l'auto in un vialetto che conduceva all'entrata di un garage, durante il tragitto da scuola a non so dove avevo cercato di memorizzare e capire la strada, risultato? Non sapevo dove cazzo eravamo.
David mi aprì la portiera della sua range rover grigia, mi afferrò la mano e mi trascinò nella grande villa in pietra, da ciò che avevo capito, ci trovavamo in un quartiere molto ricco e isolato, c'erano diverse villette in pietra ma erano molto lontane le una dalle altre; mi portò nella grande villa chiudendo la porta a chiave.
“Allora, ti piace principessa?” socchiusi gli occhi cercando di mantenere la calma, non sopportavo, odiavo, essere chiamata così da lui.
“Certo” riuscii ad alzare le mie labbra in un sorriso convincente e lui mi sorrise in cambio.
“P-posso sapere perchè siamo qui?” mi maledii mentalmente per aver balbettato.
“Come, non l'hai capito principessa?” mi guardò come se mi sfuggisse la cosa più ovvia del mondo “È lanostranuova casa” esclamò felice.
“Cosa?! ” gli urlai contro e il suo sorriso sparì.
“Non sei felice?” mi domandò e il suo tono non mostrava preoccupazione ma rabbia.
“Cosa?!” ripetei “No no” mi corressi per non farlo arrabbiare “Sono felicissima è-è solo che mi hai sorpreso tutto qui” sorrisi ingenuamente e il suo sorriso ritornò.
“Perfetto principessa” si avvicinò lentamente e poggiò le sue mani su i miei fianchi, poggiò delicatamente le labbra sulle mie attirandomi a se, spalancai gli occhi appena le sue labbra si posarono sulle mie, non volevo baciarlo, la sua lingua sfiorò il mio labbro superiore e mi ordinai di ricambiare il bacio, mi sentivo una stronza, nonostante la situazione mi sentivo una traditrice, come se stessi tradendo Justin, nonostante non fosse di mia spontanea volontà…Justin, era passata circa un'ora da quando quella stronza di Bryanna mi aveva chiuso in bagno e adesso due erano le possibilità: Justin aveva chiesto di me a mio fratello e ad esso erano in panico entrambi o non si erano ancora accorti di niente visto che la campanella era suonata da solo 15 minuti. Di una cosa ero sicura, dovevo stare al suo gioco, avevo ancora un'arma da giocare e avevo intenzione di giocare bene.
Justin
Afferrai i libri da sopra al banco e li buttai nello zaino nero, mi afrettai ad uscire dall'aula, volevo vedere Ellen prima che tornasse a casa; posai la bretella nera su una spalla e camminai per i corridoi verso il suo armadietto, mi avvicinai notando che non ci fosse e aspettai appoggiato sul freddo ferro che arrivasse.
“Hey Justin” mi girai verso la piccola vocina stridula che aveva pronunciato il mio nome.
“Hey” salutai la bionda davanti alla mia visuale e continuai a scrutare ogni ragazza che passasse di lì.
“Cosa fai?” mi chiese bloccandomi la visuale.
“Aspetto Ellen” dissi non guardandola nemmeno.
“Non è ancora venuta?” scossi la testa trattenendomi dal sbuffare.
“Bry io devo andare eh, ciao” le lasciai una pacca sulla spalla e mi diressi nel parcheggio, afferrai l'iphone dalla tasca dei jeans e composi il numero di Ellen, suonava a vuoto, le mandai un messaggio e aspettai una sua risposta, la macchina di Harley era ancora nel parcheggio, in lontananza vidi le ragazze avvicinarsi e in pochi minuti mi furono davanti salutandomi con un bacio sulla guancia.
“Aspetti Ellen? ” mi domandò Elysabeth, annuii e tirai dalla tasca una sigaretta “Justin” mi richiamò appena vide la sigaretta “Sai Ellen quanto ama il fumo” disse ironicamente e ci ripensai posando la sigaretta e scatenando così le loro risate, roteai gli occhi scherzosamente.
“Hey dolcezze” Harley salutò così le ragazze che rotearono gli scherzosamente e arrossirono “Avete visto Ellen? La sto chiamando da circa dieci minuti ma non mi risponde” aggrottai le sopracciglia confuso.
“Voi l'avete vista?” domandai alle ragazze.
“Io l'ho vista stamattina, nei corridoi ma poi è suonata la campanella ed è entrata in classe” spiegò Brook.
“Forse è andata a casa” ipotizzò Lexi.
“Avete visto Morrison? ” se solo aveva osato avvicinarsi di nuovo a lei l'avrei ucciso, tutti scossero la testa e provai a richiamare Ellen.L'unica cosa che riuscii ad ottenere fu un messaggio, da Ellen:
Aiutami.
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Is back
FanficSorrise, un piccolo sorriso, ma mi fece bene al cuore. Le persone ti deludono, in un modo o nell'altro riescono sempre a ferirti ma prima o poi riuscirai sempre a perdonarle. Pubblicazione 15/06/2014