Non mi arrenderò facilmente

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JUSTIN

“Mi canti qualcosa?” domandò passandomi la chitarra

“Cosa vuoi sentire?” alzò le spalle e andò a sedersi sul letto dandomi un ottima visione del suo perfetto fondoschiena.
Iniziai a suonare una canzone che avevo scritto tempo fa, in aereo, strano vero?

My favorite, my favorite, my favorite
My favorite girl , my favorite girl
You take my breath away,
With everything you say
I just wanna be with you
My baby , my baby, oh oh,
My miss don’t play no games,
Treats you no other way than you deserve cause you’re the girl of my dreamsMy prized possession
One and only
Adore ya
Girl I want ya
The one I can’t live without that’s you , that’s you,
You’re my special little lady
The one that makes me crazy
Of all the girls I’ve ever known it’s you, it’s you
My prized possession

La guardai aspettando una sua reazione, volevo sapere se la canzone le piaceva, si alzò e mi tolse la chitarra dalle mani sedendosi sulle mie gambe.

“Lo sai che la tua voce è fantastica?” la guardai confuso

“Non la trovo così fantastica…ti è piaciuta la canzone?” domandai

“Non è vero, tu lo sai che ti amo vero?” ignorò la mia domanda

“Davvero mi ami?” annuì

“Si, tanto, troppo” mi baciò a stampo ma approfondii subito il bacio.

“Lo sai che la canzone è per te vero?” domandai sulle sue labbra, annuì

“Si, e non ho parole per descriverla, è bellissima, la amo” abbassò lo sguardo e arrossì, le alzai il viso per vederla, era così bella, anche quando arrossiva; per questo non sopportavo quando si nascondeva.

****

“Justin?” mi chiamò alzando la testa dal mio petto, eravamo stesi sul suo letto “Lo sai che prima non stavo scherzando vero? La tua voce è veramente fantastica, potresti diventare famoso” ridacchiai

“Si, certo” sarcasmo

“Ehi, io non sto scherzando, potresti fare dei provini o che so…”

“Non lo so Ellen”

“Tu pensaci”

Restammo sul suo letto per quasi mezz’ora e poi ritornai a casa.

“Mamma! Sono tornato!” posai le chiavi della macchina sul tavolino accanto alla porta e andai in cucina.

“Justin, ti stavo aspettando, devi guardare Jazzy e Jax mentre io vado a fare la spesa” mi avvisò

“Papà?” domandai

“Non può guardarli lui è a lavoro” sbuffai “Non sbuffare” mi richiamò, dopo un po’ di silenzio iniziò a fissarmi.

“Che c’è?” domandai ridendo

“Sai, sei particolarmente felice in questo periodo, è successo qualcosa?” mi domandò

“No niente, cosa dovrebbe succedere?” alzai le spalle grattandomi nervosamente la nuca

“Justin Drew Bieber” mi puntò un dito contro “Sono tua madre, non mentirmi” cercai di non ridere ma non ci riuscii “Parla perché ti conosco e so che c’entra una ragazza” smisi subito di ridere e spalancai la bocca, come aveva fatto?

“Oh ecco, io, tu, c-cosa, come hai f-fatto?” rise per la mia razione e mi ricordò ancora una volta di essere mia madre.

“La conosco?” domandò

“Più o meno” eccome se la conosceva, adorava Ellen.

“Come più o meno? È di qui? Dai dimmelo…e Jessica?” iniziò a fare tremila domande fino a che non la fermai.

“Ehi, calma” risi vedendo la sua faccia “Si è di qui, Jessica è ritornata a New York e…la ragazza è Ellen” abbassai il tono alle ultime parole tanto che dovetti ripetere “è Ellen” mormorai imbarazzato.

“Ellen?!” esclamò, bene, adesso inizierà a sclerale “Perché non me l’hai detto?” mi diede uno schiaffo dietro la nuca e subito dopo mi abbracciò, aaah le donne.

“Portala qui, è da tempo che non la vedo” alzai gli occhi al cielo

“Mamma, non credo che adesso sia il mome-” non finii di parlare che mi obbligò a invitarla a cena.

****

Mi svegliai di buon umore quella mattina e non vedo l’ora di vedere Ellen, mi lavai e vestii poi andai in cucina per fare colazione.

“Buongiorno” salutai mia madre e mia sorella con un bacio sulla guancia e passai una mano sulla testa di Jaxon che borbottò qualcosa riguardo a me che gli rovinavo sempre i capelli.

“Siamo di buon umore stamattina” notò mio padre facendo alzare gli occhi al cielo a me e ridere lui.

“Mamma” mi lamentai, sicuramente gli aveva detto della conversazione di ieri sera, non volevo tenergli nascosto qualcosa ma mia madre non teneva mai la bocca chiusa, quasi metteva i cartelloni, come avevo già detto, adorava Ellen, erano piuttosto inquietanti insieme.

Finii di fare colazione e andai via, arrivato a scuola parcheggiai al primo posto libero, non era molto pieno, era ancora presto, mi appoggiai alla portiera dell’auto e mentre aspettavo che Ellen arrivasse fumai una sigaretta.
Quindici minuti dopo e il parcheggio era pieno ma senza tracce di Ellen, mi guardai intorno, una decappottabile rossa stava entrando nel parcheggio, c’erano cinque ragazze, Elysabeth, Fay, Brook, Lexi e Ellen, mi avvicinai a loro senza farmi vedere.

“Wow che bel buongiorno, tutta questa bellezza solo per me” ridacchiai mentre loro arrossivano.

“Ehi” Ellen si avvicinò a me “Tu sei solo mio” sorrisi e annuii prima di baciarla.

“Ho appena fatto colazione, niente effusioni quando ci sono io” disse Harley prima di separarci.

“E tu da dove spunti?” domandò Ellen

“Sono venuto in macchina, ero dietro di voi Ellen”

“Oh, davvero…”

Aspettai che finissero di parlare e poi portai Ellen con me dove nessuno poteva vederci.

“Mi sei mancata” dissi lasciando piccoli baci sul suo collo.

“Ma se si ci siamo visti ieri?” rise

“Mi sei mancata lo stesso”

“Oggi mi accompagni al centro?” mi chiese

Annuii “Cosa devi fare?”

“Devo comprare alcune cose” ridacchiai

“Si certo, conosco quel ‘alcune cose,’ ti comprerai tutto il negozio” risi e mi fece la linguaccia.

ELLEN

Aprii l’armadietto e presi i libri per la terza ora.

“Ehi Ellen!” mi girai verso il biondo che si appoggiò all’armadietto accanto al mio “Ti sono mancato?” si avvicinò a me, se giravo il viso i nostri nasi potevano sfiorarsi.

“Cosa vuoi David?” domandai allontanandomi

“Uscire con te” disse come se fosse una cosa ovvia uscire con una ragazza che ti rifiuta da ormai due anni.

“David, no” chiusi l’armadietto e mi avviai in classe

“Ellen, aspetta” mi afferrò il polso “Ti ricordo che hai accettato di uscire con me, quindi…”

“Quindi cosa? Ti ricordo che ho un ragazzo” sbuffò

“Si quel coglione di Bieber è il tuo ragazzo, e allora? Io sono molto meglio, in tutto quello che vuoi” disse con tono malizioso, ew, il vomito, lo ignorai e ritornai sulla mia strada “Non mi arrenderò facilmente” urlò andando via.



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