Sei mio

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Cercavo in tutti i modi di non mostrare nessuna emozione, nemmeno un piccolo sorrisetto, niente.
Camminavo a passo lento cercando di non ridere per il tono preoccupato del biondo, era a pochi passi da me, mi stava raggiungendo.
Mi richiamò ancora e stavolta riuscì ad afferrarmi il braccio, mi spinse verso di se e mi ritrovai tra le ringhiere e il suo corpo, vedevo la preoccupazione nei suoi occhi e la voglia di ridere era sempre più forte.

“Cosa significa?” mi domandò subito.

“Significa cosa?” domandai ingenuamente ma cercando ancora di non lasciare emozioni sul mio viso.

“Cosa significa che sei la mia ex, cosa vuoi fare? Dove vuoi arrivare? Perché l’hai detto?” iniziò con una parlantina e domande a raffica che mai gli avevo sentito fare, aveva sempre un tono calmo quando parlava, ti dava sicurezza attraverso le sue parole.

“Non sono stata chiara?” domandai senza dargli risposte.

No per niente, Ellen, cosa significa?” si avvicinò ancora di più, ero completamente schiacciata alla ringhiera.

“Che sei un coglione” iniziai portando una mano sul suo braccio e salendo fino alla spalla “Non ti conviene fare altri scherzetti del genere, se così si possono chiamare” arrivai al collo “Sei uno stronzo” gli sfiorai la guancia e un piccolo sorrisetto gli spuntò all’angolo della bocca, passai ai capelli tirando il suo ciuffo all’indietro “E sei mio” lo tirai per la testa verso di me, ormai eravamo a pochi centimetri di distanza “C’e altro da capire?”

Sospirò, e in quel sospirò vidi tutta la sua preoccupazione, la paura, lasciare posto al felicità, al divertimento e alla serenità, rise prima di rispondermi “Credo tu sia stata abbastanza chiara…non è che potresti lasciarmi i capelli adesso?” cercò di non sorridere e io, al contrario, tirai ancora di più i suoi capelli.

“A quanto pare non sono stata chiara riguardo a questi giochetti e non mi sembra ti sia dispiaciuto quando la ragazza li ha toccati” sorrisi falsamente e lui rise.

“Mh, hai ragione, credo che ritornerò da lei” stava per allontanarsi ma lo bloccai tirandolo di nuovo verso di me.

“Sei sicuro?” lo portai più vicino “Ma proprio sicuro di voler andare?” sussurrai al suo orecchio e lo tirai ancora più vicino a me, lui, in risposta mi spinse contro la ringhiera posando le mani sui miei fianchi.

“Credo che aspetterò altri cinque minuti” iniziò a baciarmi il collo e pian piano si avvicinava alle labbra, mi allontanai quando ormai era arrivato all’angola delle labbra.

“I cinque minuti sono finiti” ridacchiai e lo spinsi via andandomene.

“Ehi! Ma così non vale” non potei fare a meno di ridere, mi girai verso di lui, era fermo con un sorriso enorme e le braccia spalancate, mi accorsi solo in quel momento che era ancora a petto nudo e dietro di lui vidi la ragazza che ci guardava, o meglio, guardava lui, senza maglietta, e questo, non andava bene.

“E mettiti una maglietta, ci sono troppi occhi indiscreti” rise e mi abbracciò.

“Mh, la mia bimba è gelosa” mi sussurrò ridendo, sentivo il suo respiro che mi solleticava il collo e il suo corpo tremava a causa della sua risata.

“No, non sono gelosa” sbottai incrociando le braccia “Sono solo particolarmente attenta alla salute del mio ragazzo” rise e cercai di non ridere anch’io.

“Okay, se lo dici tu bimba” mi lasciò un bacio sul collo e si allontanò “Torno alla mia partita, posso avere un bacio?” mi fece l’occhiolino avvicinandosi alle mie labbra, si avvicinava sempre di più e quando le sue labbra sfioravano le mie mi allontanavo “Eh no, così non va” mi circondò i fianchi con le braccia intrappolandomi e mi spinse verso la ringhiera catturando subito le mie labbra “Ora va meglio” mi lasciò un ultimo bacio a stampo e si allontanò.
Ritornai dalle ragazze che erano ancora sedute sulla stessa panchina e nella stessa posizione.

“E allora?!” si alzò subito Lexi “Quante volte vi ho detto che questo parco è pieno di bimbi! Non potete fare atti sessuali qui dentro!” e scoppiò a ridere seguita dalle altre.

“Ma che cazzo dici” non riuscii a non ridere e andai a sedermi sulla panchina.

“No okay dai eravate dolcissimi” prolungò la i finale e mi strizzò le guance.

“Ma stai zitta Lexi” la spinsi via ridendo.

“Avete saputo che la Sanchez finalmente ritorna?” cambiò argomento Fay.

“Si, adesso ci farò lavorare come muli per la partita di fine Novembre” dissi sbuffando.

“Ma non è giusto, manca una settimana a quella partita!” quasi urlò Brook.

“Avete visto le nuove divise?” cambiò argomento Lexi “Sono fantastiche!”

“Si, e anche tanto corte” rise Elysabeth.

“Io non le ho viste” ed ero il capitano della squadra, bene.

“E tu saresti il capitano” rise Brook.

“Hey” le diedi uno schiaffo sul braccio “Dai ditemi come sono”

“Ti dico solo che se Justin ti vede con quella divisa muore…di rabbia però a meno che non la indossi solo per lui” e scoppiò a ridere seguita dalle altre.

“Addirittura, non possono essere così corte o scollate” dissi guardandole per avere una conferma.

“Allora, El, adesso ti spiego, le vecchie divise ti arrivavano a metà sedere, adesso te lo coprono a malapena e sono strette, tanto soprattutto per chi ha un seno enorme, ti stringono ed evidenzino tutto” spiegò Fay.

“Ma dobbiamo giocare una partita o fare le puttane?” sbottai.

“Indovina chi le ha disegnate tesoro?” mi sorrise Lexi.

“Oh no” sussurrai e loro annuirono comprensive, Bryanna e Charlotte.

Is backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora