Mi guardai un ultima volta allo specchio prima di afferrare il telefono e le chiavi di casa dalla scrivania, indossavo dei semplici jeans con un maglioncino sopra, era quasi Novembre e le temperature del Canada in questi mesi non sono delle migliori.
Scesi le scale aspettando l’arrivo di Justin, sarebbe arrivato a momenti.
“Ehi” richiamami l’attenzione di mia madre attenta sui fornelli “Cosa prepari?” annusai l’aria cercando di capire.
“Lasagne” sorrise voltandosi verso i fornelli.
“Mamma” mi lamentai trascinando la a.
“Ellen” mi imitò ridacchiando.
Le lasagne erano il mio piatto preferito e lei lo sapeva benissimo “Sapevi che non rimanevo per cena”
“Lo so tesoro, ma la prossima volta non avvertire un’ora prima” sorrisi innocentemente, okay si, forse è colpa mia, roteai gli occhi.
Poco dopo il mio telefono squillò avvisando l’arrivo di un messaggio, sbloccai il telefono e sorrisi leggendo il mittente.
Sono qui fuori ;)
“E’ Justin?” domandò Harley, lo guardai confusa, non l’avevo visto entrare. “Quando sei-“
“Sorridi sempre come una cretina quando sei con lui o sei stata con lui” mi interruppe ignorando la mia domanda, arrossii, mormorai un piccolo ‘ciao’ prima di sparire dietro la porta della cucina nascondendo il mio rossore, e ovviamente, li sentii ridere della mia fuga. Salutai papà con un bacio sulla guancia e mi infilai il capotto.
Aprii la porta fermandomi sulla piccola veranda, mi guardai intorno, Justin era appoggiato alla sua macchina mente fumava una di quelle dannatissime sigarette, alzai gli occhi al cielo e lo raggiunsi. Indossava dei jeans e una maglietta leggera sotto il suo giubbotto di pelle, Gesù, c’erano meno di 10 gradi e io stavo gelando.
“Ehi” attirai la sua attenzione, non si era nemmeno accorto di me nonostante il ticchettio che provocavano i miei tacchi sull’asfalto.
Gettò la sigaretta ormai finita schiacciandola con la suola della scarpa “Ehi” sorrise prendendomi per i fianchi, stava per baciarmi ma posai un dito sulle sue labbra, aggrottò la fronte e sentii le sue braccia irrigidirsi.
“Hai fumato” sospirò calmandosi “Sai quanto odio quella roba, quindi non aspettarti che io ti baci dopo aver fumato” non stavo scherzando, odiavo il fumo, anche solo sentirne la puzza mi disgustava, per quanto dovetti ammettere che Justin mentre fumava era davvero sexy, non mi piaceva vederlo fumare. Sbuffò facendo il giro dell’auto e aprendomi la portiera, sorrisi entrando mentre lui sbuffava, borbottò qualcosa mentre raggiungeva l’altro lato dell’auto, ridacchiai cercando di ritornare seria appena entrò, mi guardò e roteò gli occhi cercando di non sorridere.
“Non ridere di me bimba” arrossii al nomignolo, cercai di nasconderlo guardando la strada attraverso i finestrini, stavolta però rise lui vedendomi arrossire.
Casa sua distava circa 10 minuti dalla mia quindi non ci volle molto, il viaggio in macchina fu breve, parcheggiò l’auto nel garage accanto a casa sua, c’erano tante altre macchine lì dentro, aprii la portiera e uscii dall’auto, Justin mi raggiunse intrecciando le nostre mani.
“Posso avere un bacio adesso?” ridacchiai scuotendo il capo, non ero sicura che il sapore della sigaretta fosse andato via ma comunque mi divertiva quando chiedeva baci.
Bussò il campanello visto che aveva dimenticato le chiavi, la porta si aprì rivelando una donna sulla trentina, Pattie.
“Ellen!” mi abbracciò trascinandomi dentro, ricambiai l’abbraccio ridendo e sentendo Justin borbottare cose come ‘Ma falla prima entrare” o “Grazie mamma sono felice di vederti anch’io.”
“Ma come sei cambiata, era da tanto che non ti vedevo” sciolse l’abbraccio guardandomi, mi accorsi che al suo fianco c’era Jeremy, il padre di Justin.
“Ellen” mi abbracciò anche lui dicendomi quanto ero cambiata, questa cosa iniziava a darmi sui nervi, odiavo essere fissata, non mi consideravo brutta, grassa o troppo magra ma non sopportavo lo sguardo della gente addosso, Justin se ne accorse e mi attirò a se cercando di cambiare argomento.
“Jazmyn e Jaxon?” domandò guardandosi intorno.
“Ti sono mancata fratellone?” una biondina spuntò all’improvviso, Justin roteò gli occhi scherzosamente “Ehi cognatina” ridacchiai al suo nuovo nomignolo.
“Ehi Jazzy” Jazzy non era un tipo da abbracci, era una quindicenne piuttosto vivace, ed essendo l’unica figlia femmina era la principessina di papà – e io ne sapevo qualcosa – e non dimentichiamo Justin, avevano un bel rapporto se si escludevano i piccoli ricatti da parte della sorella.
Dietro di lei c’era Jaxon che salutai con un abbraccio “Ehm…Jaxon, non pensavo ti fossi mancata così tanto” mi stava abbracciando da quasi 5 minuti.
“Non ci provare moccioso” Justin lo tirò indietro in moda da farlo staccare.
“Perché? Che ho fatto?” si difese il ragazzo, Jaxon aveva sedici anni, era nella fase in cui ci provava con tutto quello che avesse tette e culo, quando Justin mi portò a casa sua per la prima volta pensava fossi una delle tante puttanelle, anche adesso ci prova ancora ma so che lo fa solo per infastidire il fratello, e la cosa bella, è che ci riesce.
“E’ la mia ragazza” gli arrivò uno schiaffo dietro la nuca.
“Fratello! Ma che cazz-”
“Linguaggio!” non terminò la frase che Pattie gli diede un altro schiaffo.
“Ritirati fratellino” Jazmyn gli diede una pacca sulla spalla.
“Guarda che sono più grande di te mocciosa” ribatté il fratello
“Non di cervello, moccioso” e diedero inizio ai loro soliti battibecchi.
“Ragazzi smettetela!” disse Jeremy ridendo, Pattie gli lanciò uno sguardo di fuoco, Justin roteò gli occhi avvicinandosi alla sorella, le afferrò le gambe caricandosela in spalla come un sacco di patate.
“Justiiin!” gli colpì la schiena con i pugni “Mettimi giù. ADESSO” alla fine si arrese e finì col ridere, adoravo il loro rapporto.
“Vieni qui dolcezza, quei due sono due bambini” Jaxon mi circondò le spalle con un braccio portandomi in salotto, eravamo rimasti da soli all’entrata, Pattie e Jeremy erano andati in cucina mentre Jazmyn era sul divano pregando Justin di non farle più il solletico.
“Jaxo” lo chiamai con il soprannome che usavano quando era piccolo.
“Jaxon” mi corresse.
“Dovresti smetterla di far arrabbiate tuo fratello”
“Naaah, dai è troppo divertente quando è geloso, è così protettivo nei tuoi confronti” arrossi leggermente “Dai piccola non arrossire” mi fece l’occhiolino.
“Chiamala di nuovo ‘piccola’ e ti raso a zero” gli diede un altro schiaffo dietro la nuca e tolse il suo braccio dalle mie spalle.
“Fratello! La smetti di colpirmi!” se ne andò scuotendo la testa e borbottando qualcosa di incomprensibile.
“Dovresti davvero smetterla di essere così geloso, dopotutto è tuo fratello”
“Si ma tu sei mia” mi tirò per un braccio avvolgendomi in un abbraccio, fortunatamente non vide il rossore sulle mie guance, strinsi le braccia attorno alla sua vita appoggiando la testa sul suo petto.
“Ew, vi prego, niente smancerie, il mio stomaco è sensibile” Jazzy, ridacchiai sciogliendo l’abbraccio.
“La smetti di essere una rompi palle” sbuffò il biondo.
****
“Allora Ellen, come va a scuola?” mi domandò Jeremy.
“Molto bene” sorrisi prendendo un altra forchettata.
“I tuoi genitori sono a casa?” mi domandò stavolta Pattie
“Mamma” si lamentò Justin trascinando la a “Lei stai facendo un interrogatorio, la smettete?” ridacchiai mentre Pattie lo fulminava con lo sguardo.
“Abbassa il tono Justin Drew” sentii i due fratellini ridere, quando Pattie lo chiamava Justin Drew o Justin Drew Bieber lui l’ascoltava, non avevo ancora capito il perché.
“Smettetela voi due mocciosi” li fulminò Justin con lo sguardo.
“Bene bene smettetela tutti” Pattie si alzò iniziando a sparecchiare “No non preoccuparti cara faccio io, e poi c’e anche Jazmyn che mi aiuta” mi bloccò mentre stavo per prendere alcuni piatti.
“Non preoccuparti” portai i piatti in cucina e iniziai a lavarli.
“Sai Ellen” iniziò Pattie dopo alcuni minuti di silenzio “Sono felice che tutto si sia aggiustato tra te e Justin, qualunque cosa sia successa”
Sorrisi “Ne sono felice anch’io”
“Sei come una figlia per me, e ammetto che sono felice che Jessica se ne sia tornata a New York” spalancai la bocca e lei rise “Non guardarmi così, quella ragazza è troppo...non mi piace, era così arrogante e si vestiva in modo troppo…”
“Da puttana?” Jazmyn entrò in cucina sedendosi sul bancone.
“Jazmyn!” la sgridò per aver detto parolacce “Stavi origliando?”
“Forse si, forse no” alzò le spalle “Ammettilo mamma, Jessica era una puttana, non ho ancora capito perché è venuta qui, Ellen è molto meglio” mi sorpresi delle sue parole, non era da Jazmyn.
“Di cosa parlano le due donne della mia vita” calcò la parola ‘due’ e io ovviamente arrossii.
“Sei uno stronzo” Jazmyn gli lanciò una delle mele poste sul ripiano.
“Jazmyn” la richiamò la madre.
“Ma dai sorellina scherzavo, ti arrabbi così facilmente, lo sai che ti adoro” l’abbracciò da dietro e lei sbuffò incrociando le braccia al petto.
“Ruffiano” mormorò la biondina cercando di non sorridere e il fratello le diede un leggero pizzicotto sul fianco.
****
“Ci vediamo domani, buona notte” mi allontanai dall’auto ma mi attirò a se per un braccio.
“Dove credi di andare? Prima voglio un bacio” ridacchiai e lo baciai a stampo andando via.
“E questo lo chiami bacio?” l’avevo baciato a stampo di proposito “Vieni qui bimba” mi attirò di nuovo a se poggiando le sue labbra sulle mie, ammetto che mi erano mancati i suoi baci…ehi, dopotutto non lo baciavo da un giorno intero.
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Is back
FanficSorrise, un piccolo sorriso, ma mi fece bene al cuore. Le persone ti deludono, in un modo o nell'altro riescono sempre a ferirti ma prima o poi riuscirai sempre a perdonarle. Pubblicazione 15/06/2014