Mi da fastidio vederti con lui

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Da bambina, ero sempre stata la più intelligente della classe, quella sempre un po' più avanti, osservavo, e capivo, mi guardavo intorno soffermandomi su dettagli che gli altri ritenevano insignificanti ma per me indispensabili.

Mi sono sempre mostrata chiusa, timida, e lo ero davvero, ma dentro di me, sapevo che non era la cosa giusta, che non mi comportavo nel modo adeguato, nonostante non dessi fastidio a nessuno, davo fastidio a me stessa, mi sentivo esclusa, incompresa, troppo per tutti quelli che mi circondavano, ed ero stanca, sono sempre stata un tipo che riusciva a capirti, che voleva aiutarti, troppo sensibile e mi odiavo per questo.

Avevo messo da parte tutta quella timidezza, dolcezza e ingenuità, la piccola dolce e timida Ellen era sparita da un bel po', avevo mandato a fanculo tutti e ne ero fiera, ci sono persone che mi dicono di essere insensibile, non è vero, proteggo solo la mia corazza, la mia difesa, non voglio essere debole, timida, avevano sfruttato la mia dolcezza e il mio animo buono già troppe volte e avevo subito un cambiamento radicale, nessuno più mi conosce per com'ero, nessuno deve ricordarmi in quel modo, e non ho intenzione di addolcirmi, posso anche essere stronza, ma lo preferisco, soprattutto quando cercano di usarti e poi gettarti via per poi riprenderti quando gli fa più comodo, la dolcezza, il bene, la riservavo solo a pochi, gli donavo il mio cuore, il mio animo gentile riaffiorava solo per loro, e speravo che il mio dono, non fosse stato usato, che lo avrebbero custodito, con amore.

Avevo donato la mia dolcezza a quel ragazzo dagli occhi azzurri, volevo aiutarlo perché ci tenevo e sapevo che nel profondo avesse buone intenzioni, ci teneva a me, davvero tanto, e gli volevo bene, nonostante tutto; non avevo avuto più notizie dalla signora Morrison che aveva detto di farmi sapere, qualunque fosse stata la sua decisione, ero curiosa, e anche un po' preoccupata per la reazione di David.

Ero finalmente arrivata a scuola, Harley era ancora a casa, sarebbe entrato alla seconda ora, mi sedetti sul muretto, accanto al cancello, non c'era nessuno, era ancora troppo presto.

“Hey principessa!” mi girai pensando fosse Mike ma mi ritrovai David, con un sorriso enorme sul volto, ricambiai il sorriso, un po' delusa per non aver trovato il mio migliore amico.

“Ciao David” lo salutai con un bacio sulla guancia ancora seduta sul muretto.

"Come stai?” domandò appoggiandosi accanto a me, dove erano posati i miei piedi.

“Bene, tu? ” il parcheggio iniziava a riempirsi, l'aria pian piano si riempiva di voci e schiamazzi di tutti gli studenti che ci guardavano e poi posavano lo sguardo altrove, cercando qualcosa, o meglio, qualcuno, cercavano Justin ma non c'era, volevano qualcosa su cui spettegolare, sbuffai facendo una smorfia.

"Ellen, va tutto bene?” avevo dimenticato il ragazzo al mio fianco e sobbalzai, rise vedendo la mia reazione e la sua risata riempì l'aria, lo guardai e scoppiai in una grossa risata, attirammo parecchi sguardi, ma sinceramente non mi importava, la mia risata pian piano diminuì quando misi a fuoco la figura in lontananza, appoggiato alla range rover c'era il biondo, mani in tasca e sigaretta tra le labbra, incrociai i suoi occhi che mi scrutavano attentamente, scosse il capo e inclinò il capo facendo segno verso destra, poi fece un'ultimo tiro e gettò a terra la rimanenza della sua sigaretta calpestandola e se ne andò.

"Ci vediamo David” salutai velocemente il ragazzo che mi teneva compagnia e senza aspettare una risposta andai via, attraversai il parcheggio e varcai l'entra della scuola, percorsi i corridoi vuoti e ancora silenziosi fino ad arrivare ai laboratori, spinsi l'ultima porta ed entrai nel piccolo spazio vuoto.

Fui sbattuta contro la porta in legno alle mie spalle e prima che potessi dire qualcosa le mie labbra furono intrapplolate.

“Mi da” la sua voce roca quasi mi fece gemere “fastidio” si spostò lungo la mascella lasciando piccoli baci “vederti con lui” succhiò e leccò la pelle sul mio collo e non mi importava se si sarebbe formato un succhiotto, non mi importava del sapore della nicotina che tanto odiavo, lo volevo troppo “sei mia” mi sbattè contro la porta e mi aggrappai alle sue spalle tirandolo più vicino, volevo le sue labbra e lo zittii.

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