》Chαpter 15

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Why'd you come, you knew
you should have stayed.
(It's blasphemy).
I tried to warn you
just to stay away.
And now they're
outside ready to bus.
It looks like you
might be one of us.

💉

EMMA'S POV

Quell'idiota mi ha chiesto di andare nel covo e dargli una mano con i compiti di matematica delle vacanze ancora non finiti. Ho tentato di spiegargli che, per quanto me la cavi meglio di lui, non è comunque la mia materia preferita, ma ovviamente non mi ha cagato di striscio. Roteo gli occhi con uno sbuffo al ricordo continuando a camminare. Abbasso lo sguardo sulle mie vans nere consumate, risalendo poi lungo le gambe scoperte e i miei shorts chiari preferiti, arrivando alla maglia bianca che ho annodato appena sotto al seno e alle mie braccia coperte da un giubbotto di jeans leggero verde militare. Prendo tra le dita una delle due trecce rosse che partono dall'alto in cui ho costretto i miei capelli.

Finalmente ho imparato a farmele da sola.

A questo pensiero mi scappa un sorrisetto soddisfatto, ma esso scompare altrettanto velocemente sentendo le voci di un gruppo di ragazzi che si avvicinano a me. Faccio finta di niente continuando a camminare -non far mai vedere che hai paura, è l'errore più grande che tu possa fare- ma ho le orecchie tese.

"Eccola la puttana di Favij" sento dire.

Staranno guardando il profilo instangram di una ragazza fidanzata con uno che a loro sta su. Sì, dev'essere per forza così.

Ma nonostante questo pensiero i miei piedi si fanno un po'più veloci. Svolto quattro volte a destra.

Se dopo la quarta volta sono ancora dietro di te, ti stanno seguendo.

Faccio la quarta curva, sentendo le pulsazioni cardiache martellarmi contro la gabbia toracica.

"Ma cazzo fa sta rincoglionita, gira in tondo?" ridacchia un'altro dalla voce crudele.

Il mio cuore manca un battito.

*Scappa*

Inizio a correre, con un solo obiettivo, anzi due: il primo, la priorità, è portarmi il più lontano possibile da loro. Il secondo è portare loro il più lontano possibile dal covo di L.
Ce l'hanno con me, anche se non ho capito il motivo. Se mai dovessero di nuovo vedermi, magari mentre esco o entro da lì, il suo segreto andrebbe a puttane. E io ho promesso di mantenerlo, costi quel che costi.

"È INUTILE CHE SCAPPI PUTTANA" sento urlare, i loro passi si fanno più vicini.

A correre faccio cagare, ma nonostante le mie gambe stiano urlando di dolore accellero ancora.

"MA INUTILE IL CULO DI TUA MADRE" non riesco a trattenermi dal replicare, nonostante sia una mossa stupida sprecare parte del già scarso fiato che mi è rimasto.

Altre urla e bestemmie giungono alle mie orecchie, sempre più vicine, e so già che non resisterò per molto. Subito dopo averlo realizzato vengo tirata all'indietro per le trecce facendomi gemere di dolore. Due mani mi prendono bruscamente per le spalle spingendomi e facendomi cozzare contro a un muro.
L'urto contro i mattoni mi stordisce per alcuni istanti e quando mi riprendo, sono stata inchiodata contro alla parete da un ragazzo che tiene il ginocchio in mezzo alle mie gambe e i miei polsi stretti contro al muro.
Ha i capelli biondi, gli occhi di un azzurro stinto e un piercing al labbro inferiore di metallo nero.

Cazzo cazzo cazzo.

*Faccia di bronzo. Faccia di bronzo*

"Cosa stavi dicendo sul culo di mia madre?" fa un sorrisetto crudele aumentando la stretta sui miei polsi.

WHO ARE YOU? || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora